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Castelnovo, ingiustificato l’accanimento su Rabotti

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Il gruppo consiliare Castelnovo ne’ Cuori ha prodotto una propria ricerca sulla figura di Celio Rabotti, ex podestà di Castelnovo e deputato fascista.

La ricerca, che può essere richiesta tramite mail a [email protected], smentirebbe i contenuti espressi dalla mozione di Castelnovo Libera e M5S, che richiedeva la rimozione della foto di Rabotti dalla raccolta fotografica dei sindaci del paese. Detta ricerca smentisce anche gli argomenti usati nella recente discussione in Consiglio comunale.

In particolare è emerso che Rabotti non apparteneva a logge segrete massoniche, bensì si era iscritto, nel 1966, ad una loggia riservata a personaggi eminenti, come è uso in massoneria, e né lui e neanche la loggia furono oggetto di indagini.  Rabotti non ha alcuna responsabilità sul sequestro dei beni mobili e immobili degli ebrei, il loro arresto, la detenzione, il trasferimento ad Auschwitz e la loro morte. I dieci ebrei reggiani che subirono quella sorte furono oggetto della ordinanza nazionale di polizia emessa dal ministro degli interni Buffarini-Guidi del 1.12.1943 e successiva circolare provinciale del questore di Reggio. Rabotti in qualità di podestà (che in quel momento era denominato commissario prefettizio) si limitò a comandare l’inventario in duplice copia delle opere d’arte e dei beni preziosi sotto sequestro agli ebrei, iniziativa che andò a vuoto perché chi poteva possedere preziosi era già scappato da tempo e i pochi rimasti erano pressoché nullatenenti. Rabotti votò a scrutinio segreto le leggi razziali del 14 dicembre 1943 e questo lo si sa per certo, essendo stato un voto all’unanimità, prevedibile e scontato in quanto la camera dei deputati era composta solo da fascisti selezionati, al contrario del Senato che era di nomina reale, ed espresse così 9 voti contrari su 164.

Nella ricerca si danno risposte anche a numerose altre insinuazioni, smentendole. Cercando la figura di Rabotti su fonti documentali sono emersi anche numerosi fatti positivi sul suo operato di amministratore e anche di punto di riferimento per le forze di Liberazione che fu utile per lo scambio di prigionieri (il capo dei Gap reggiani per un ufficiale austriaco) e per altre azioni dal carattere umanitario.

Il gruppo consigliare Castelnovo ne’ Cuori si chiede come sia potuto accadere che dal nulla, dopo 80 anni, si sviluppasse tale accanimento su un personaggio appartenente alla storia, e ritiene insensato il provvedimento richiesto di censurarne l’immagine.

 

14 COMMENTS

  1. Ho letto con attenzione il vostro documento e, a parte le inesattezze del consigliere Davoli, che non conosco e che non mi rappresenta politicamente, non trovo niente di nuovo rispetto a quanto già si sapeva e di cui avevo scritto. Rabotti non era un semplice fascista, aveva un ruolo importante sia fino al ‘43 che, peggio, nella RSI. Ha votato le leggi razziali, ha firmato il documento che chiedeva il censimento dei beni degli ebrei. Era un semplice atto amministrativo? A me sembra di no, non basta il fatto che l’esecuzione di quegli atti l’abbiano fatta altri! Io appartengo a un’altra cultura, a quella dei Perlasca o degli eroi di Villa Emma o di quanti vengono ricordati dalle pietre d’inciampo ! In quegli anni a pochi passi da Castelnovo sono state fatte le stragi della Bettola o di Cervarolo, quelli della RSI da che parte stavano ? Il fatto che quella foto rappresenta solo una cronologia dei sindaci non mi sembra sia accettabile, non credo che a Palazzo Chigi ci sia una foto di Mussolini pur essendo lui stato, cronologicamente, Presidente del Consiglio. Per quanto riguarda i “pochi ebrei” di Reggio faccio presente che dei 44.000 ebrei italiani 8.600 sono morti a seguito delle leggi razziali e della collaborazione della RSI con i tedeschi, altri, pochi, sono tornati dai lager e tanti altri hanno partecipato alla Lotta di Liberazione. Nel video del Consiglio ho sentito un consigliere dire che sentita la direzione provinciale del suo partito questa discussione non era molto importante, sono altri i problemi; certo i problemi sono sempre altri ! Contenti loro, io la penso diversamente! Lasciate pure la foto se lo ritenete giusto ma per favore evitate di celebrare il Giorno della Memoria, le due cose sono incompatibili !

    Vulzio Abramo Prati

    • Firma - Vulzio Abramo Prati
    • Sig. Vulzio
      purtroppo si, a me risulta che a Palazzo Chigi ci sia una foto di Mussolini, essendo lui stato Presidente del Consiglio.
      La cosa triste è che, in quel caso, a chiedere di rimuoverla sia stata l’ANPI, mentre i partiti di destra si sono opposti adducendo motivazioni analoghe a quelle espresse dalla maggioranza del Consiglio Comunale di Castelnovo Monti.
      Quando il mondo gira alla rovescia…

      Andrea

      • Firma - Andrea
  2. Vorrei rispondere, per quanto possibile pacatamente, al signor Gianni Marconi, (referente del gruppo), già candidato, ma non eletto, nella lista Castelnovo né Cuori, emanazione delle Cicogne di Montagna, comitato al quale io stesso avevo dato il mio appoggio, sottoscrivendo con la mia firma.
    Comitato costituito per riaprire il Punto Nascite, il reparto Maternità dell’Ospedale Sant’Anna, chiuso dal governatore Stefano Bonaccini nel 2017.
    La lista capeggiata dalla portavoce delle Cicogne, Nadia Vassallo, (scarso però il risultato elettorale del maggio 2019, meno della metà dei voti della lista che io rappresento), ha condotto la ricerca “storica”, così si afferma, tramite alcuni del comitato elettorale che avrebbero preparato il documento sul podestà fascista, massone e commissario prefettizio Celio Rabotti.
    La mozione presentata per la prima volta ad aprile del 2021 in aula a Castelnovo Monti, dal M5S e dal mio gruppo consiliare, chiedeva con forza di appurare la verità sul podestà fascista Celio Rabotti, tramite ricerca storica, da far eseguire dall’Istituto pubblico ISTORECO, (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea), e non da dilettanti come mi pare sia Marconi.
    Il dibattito in consiglio comunale si era concluso, concordando il ritiro della mozione, (maggio 2021) con l’impegno dell’Amministrazione di Castelnovo Monti di interessare ISTORECO e, (a scopo didattico), gli studenti delle scuole superiori, a svolgere una ricerca sulla figura controversa del castelnovese Celio Rabotti, da concludersi entro novembre, dicembre 2021.
    Per essere pronti alla celebrazione della giornata della memoria del 27 gennaio 2022. Con scuse inaccettabili, la ricerca non è stata fatta. E l’impegno politico preso in consiglio comunale, non al bar!, non è stato rispettato. Tanto vale la parola di un’amministrazione PD.
    Nel frattempo altri fatti singolari sono accaduti, telefonate e incontri con “simpatizzanti” massoni e “nostalgici” più o meno velati del Ventennio fascista, mi hanno dato da pensare.
    Testimonianze pubblicate a favore del Rabotti, come quella dell’interprete che aveva lavorato per la 1º SS-Panzer-Division, “Leibstandarte SS Adolf Hitler” (reparti SS corazzati presenti a Reggio Emilia dopo l’8 settembre 1943), pagata dalla Wermacht, (l’esercito occupante tedesco) e generiche “voci” di paese che descrivevano il podestà fascista Celio Rabotti come un “buono”, apparivano perlomeno dubbie se non inattendibili.
    Miei post sulla mia pagina Facebook, presi e distorti, virgolettando sui giornali frasi non mie e rifiutando la pubblicazione di qualunque mio comunicato, compresa una intervista di un corrispondente locale. Censura totale.
    La reazione rabbiosa di storici di “destra-destra” o di fascisti convinti, oltre che ripeto di riconosciuti massoni, sia del GOI che dell’Obbedienza massonica di Piazza del Gesù, la Gran Loggia d’Italia degli ALAM, mi hanno fatto riflettere a quanto ancora questi signori ritengano importante difendere a tutti i costi la memoria di Celio Rabotti, morto nel 1974. Accostare la massoneria, ancorché fosse l’obbedienza di Piazza del Gesù, che fu dichiaratamente filofascista, alla persecuzione degli ebrei in Italia è ancora un tabu.
    Il gotha del fascismo era allora formato da massoni della Gran Loggia d’Italia degli ALAM, Gran Maestro Raul Palermi: Dino Grandi, Italo Balbo, Giuseppe Bottai, Ulisse Igliori, Curzio Malaparte, Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono, Attilio Teruzzi e Achille Starace … in totale oltre 267 i parlamentari fascisti affiliati, “fratelli” nelle varie obbedienze massoniche italiane. Il PNF, Partito Nazionale Fascista dovrebbe a ragione essere rinominato PNFM, Partito Nazionale Fascista Massone !
    Lo stesso D’Annunzio, in odore di massoneria, scrisse col sindacalista e massone Alceste De Ambris la Carta del Carnaro per Fiume e ammise: “Senza l’appoggio incondizionato della massoneria, l’impresa di Ronchi non avrebbe potuto raggiungere il suo obbiettivo”. Partecipò alla sanguinosa e infame impresa di Fiume, il legionario, il fascista della prima ora, il maggiore Celio Rabotti, “massone e fascista”, anzi fascistissimo come sarà per tutto il Ventennio.
    Innegabile il suo voto favorevole alle infami leggi razziali, come membro del parlamento, partito unico fascista, e poi nominato membro della Camera dei Fasci e delle Corporazioni … a Castelnovo Monti però deve essere ricordato come “un fascista buono”. Sua la firma sulla circolare con la quale si chiedeva l’elenco dei beni, (in vista del sequestro) alle 29 famiglie ebree di Reggio Emilia … (un uomo buono appunto …)
    Questo accanimento nella difesa della memoria del “fascista buono” che buono proprio non fu, è interessante, e pone interrogativi forti assieme al silenzio imbarazzato di ISTORECO e ANPI.
    I dieci cittadini reggiani assassinati nelle camere a gas di Auschwitz, il 26 febbraio 1944, e poi inceneriti nei forni crematori, “passati per il camino” non hanno voce: Ada, Bice, Olga Corinaldi, Lucia Finzi, Lina Jacchia Melli, Benedetto Melli, Beatrice Ravà Rietti, Ilma Rietti, Iole Rietti, Oreste Sinigaglia.
    Paolo Pigoni, Luca Maioli e Alessandro Raniero Davoli hanno voluto prestare la propria voce a loro, una voce e un ricordo. Abbiamo voluto parlare della loro storia, rendendo loro onore all’interno dell’aula consiliare di Castelnovo Monti, 78 anni dopo la loro persecuzione e uccisione, iniziata nel 1938 e conclusa in atroce agonia il 26 febbraio 1944.
    Di fronte all’aula consiliare vi è la foto di Celio Rabotti, colui che votò le nove infami leggi razziali contro di loro, colui che, a capo della città di Reggio Emilia, burocrate complice, diede corso alla persecuzione e agevolò il loro arresto … complice di assassini, complice attivo di boia fascisti e nazisti. Quegli ebrei non si arrestarono da soli, non salirono di loro volontà nei carri bestiame del treno che li deportò, non si incenerirono da soli …
    Non tutti gli italiani furono “brava gente”, non certo il podestà, commissario prefettizio, fascista massone, Celio Rabotti.
    Questa verità da fastidio, la si vuole censurare? E’ evidente il tentativo, ed è criminale …
    Questa la mia opinione.
    Per quanto riguarda infine al suo accenno, signor Gianni Marconi, alla mia denuncia per brogli elettorali alle elezioni amministrative, denuncia documentata con testimonianze, depositata a giugno 2019 presso la Procura della Repubblica di Reggio Emilia, (allora purtroppo retta dal procuratore capo Marco Mescolini, poi rimosso d’autorità dal CSM per la nota vicenda Palamara – deputati PD Lotti e Ferri), nulla si è più saputo.
    Vien da pensare che sia stata fatta volutamente sprofondare sotto decine di fascicoli polverosi … nel luogo dove finiscono istanze “scomode” per il sistema attuale, politico, affaristico, “criminale e massonico” che tanto potere ha nella nostra provincia.
    A proposito, anche il boss Nicolino Grande Aracri è affiliato alla massoneria, lo sapeva? …. ha presente l’inchiesta Aemilia, la ndrangheta, i politici del PD a dire che qui non c’è mafia, che qui abbiamo gli anticorpi, dalla presidente della provincia Sonia Masini ai segretari del PD che hanno comprato casa dai boss, al sindaco Luca Vecchi, che a sua insaputa, certo, ha perso le fatture della casa, alla sua signora, nipote di un defunto killer di ‘ndrangheta, il fratello del nonno sopranominato “Il Feroce”, a Graziano Del Rio che va a Cutro per la Festa del Santo Crocefisso e non ricorda a casa di chi ha dormito …?
    Tutto si tiene: il fascista massone Celio Rabotti “è un buono”, il boss di mafia è un massone, i politici massoni non vedono o non ricordano, la Procura ha il capo scelto dalla politica … e comunque Davoli “fa stalking ad un personaggio storico … massone”
    (Che dopo essere stato assolto dalle false accuse di stalking e molestie della signora Masini ora mi si voglia fare un processo per stalking del fascista massone Rabotti … ?)
    Ma di queste cose lei Gianni Marconi non vuole certo sentir parlare, non si tratta delle granaglie dei mangimi della cooperativa di sinistra, dei quali lei era un esperto rappresentante commerciale, ora in pensione.
    Lei certamente le elezioni le ha perse signor Marconi, non essendo nemmeno stato eletto, più che cicogna dall’ala rotta, mi pare diventato un uccello alleato della maggioranza PD: in fondo è la sua antica casa di provenienza.
    Se ne stia bene, tanti cari saluti … uhm … compagno o fratello?

    Saluti ai lettori,

    Alessandro Raniero Davoli
    Consigliere comunale, capogruppo, CASTELNOVO LIBERA
    Consigliere Unione Montana, gruppo Lega-Fratelli d’Italia

    Alessandro Raniero Davoli

    • Firma - Alessandro Raniero Davoli
  3. Signori non scherziamo. Al di la del caso specifico e dell’opportunità o meno della mozione (che io personalmente approvo), e su cui ognuno si sarà fatto la propria opinione, è un dato di fatto che Rabotti aderì alla Repubblica Sociale, votò le leggi razziali (e il fatto che lo fecero tutti in quanto “fascisti selezionati” non è una scusante, perchè il solo fatto di esserlo stato è a mio avviso un crimine), e ricoprì il ruolo di Podestà e Commissario Prefettizio. Tutti i soggetti di questo tipo sono stati in qualche modo responsabili (diretti o indiretti) dei crimi del fascismo, e delle persecuzioni, deportazioni ed uccisioni di civili inermi. Un crimnale da scrivania (Ferrari citò come esempio Heichmann), non è meno criminale di chi uccide materialmente. Infatti Heichmann fu impiccato.
    Detto ciò, e partendo da questo punto fermo, come disse Benigni “si apra il dibattito”.

    Andrea

    • Firma - Andrea
  4. il partito fascista è stato messo al bando dalla costituzione italiana, tutto ciò che lo riguarda va eliminato. se il sig. Rabotti era il podestà vuol dire che era fascista. punto e a capo.
    La costituzione dice:
    E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

    Max Carpineti

    • Firma - Max Carpineti
  5. Gent. Andrea, esattamente. A Palazzo Chigi c’è la raccolta fotografica, esposta, dei vari Presidenti del Consiglio, Benito Amilcare Andrea Mussolini compreso. Il motivo è semplice: è stato Presidente del Consiglio.
    L’antifascismo non si fa certo censurando una foto da una raccolta fotografica che abbraccia epoche assai diverse fra loro. Non c’è celebrazione, apologia, nostalgia, è semplice documentazione.
    I processi alle persone sono già stati fatti nel 45 e nel 46, le condanne comminate, le amnistie entrate in vigore. I libri di storia scritti, i percorsi politici democratici, più o meno, intrapresi.
    Andare a togliere o segnalare “un diverso” nella raccolta fotografica in base all’attualità del momento è un moralismo assai pericoloso che oggi condanna i fascisti, domani i comunisti e i filorussi.
    Di solito chi ha intenti di censura o selezione della storia sono i neo regimi: i nazisti bruciarono i libri, i napoleonici distrussero tutto ciò che riguardava religione e aristocrazia, i fanatici integralisti islamici abbatterono le vestigia di civiltà antiche.
    Oggi potremmo creare l’albo degli spregevoli: nel 2021 erano i no-vax, nel 2022 i russi e chi non li discrimina, come sta avvenendo con il licenziamento di direttori d’orchestra, la soppressione dei corsi universitari, l’esclusione degli atleti dai giochi paraolimpici, finanche i gatti russi dai concorsi per felini.
    Chi propone tutto questo è più vicino ad una idea fascista di quanto pensi, pur professandosi antifascista. A me spaventa di più il moralismo fascista del popolino, perché senza di questo non si fanno guerre e non si instaurano dittature ventennali.
    Io le suggerisco, anzi suggerisco a tutti e tre che qui scrivete, di leggere con attenzione la ricerca, si spiega molto bene l’irrazionalità di una tempesta immotivata dopo 80 anni, e le falsità addotte per scatenarla.
    Aprendo le porte ai processi sommari c’è chi non vede l’ora di essere in questo modo legittimato a farne tanti altri di processi sommari.
    Così facendo, come dice Travaglio, alimentiamo solo il Cretino Collettivo.
    Cordiali saluti,
    Gianni Marconi

      • Veramente anche il documento proposto da Castelnuovo ne’ cuori asserisce la verità dei due fatti che ho contestato.
        Anche il mio nome è vero, lo può verificare anche su Redacon “il vizio di scrivere”.
        Cordialità

        Vulzio Abramo Prati

        • Firma - Vulzio Abramo Prati
      • Egr. Sig. Giovanni Marconi,
        questo suo ultimo commento, mi dispiace, pone in evidenza la sua parzialità. Mentre potevo in qualche modo essere d’accordo con alcune delle argomentazioni esposte nel suo precedente commento, il fatto di scrivere che “quelle dette su Rabotti non erano fatti ma ilazioni e falsità” fa capire a tutti, a mio modesto parere, quanto la sua posizione sia viziata da pregiudizio.
        Non è forse vero che Rabotti votò le leggi razziali? Non è forse vero che Rabotti aderì alla repubblica sociale? Non è forse vero che Rabotti fu complice, in quanto Podestà e Commissario Prefettizio, della deportazione di civili? Ora, sul fatto che non tutto ciò che è stato addebitato a questo soggetto sia vero, siamo tutti d’accordo (visto che la mozione è stata scritta dal consigliere Davoli in collaborazione con i suoi misteriosi “informatori”, mi pare un fatto del tutto naturale), ma da qui ad affermare che sia tutto campato per aria ce ne passa. Basta leggere la stessa ricerca, senza pregiudizi, per accorgersene.
        Cordiali saluti

        Andrea

        • Firma - Andrea
        • Gentile Sig. Andrea, dice che sarebbe evidente la mia parzialità…
          Può dirmi qual’è la mia parte?
          Dice che la mia posizione è viziata da pregiudizio…
          Può dirmi verso chi è il mio pregiudizio?
          Dice testualmente: “ma da qui ad affermare che sia tutto campato per aria ce ne passa”…
          Può dirmi dove ho scritto che “è tutto campato per aria”?
          Parlavamo di Rabotti e di colpo divento io l’oggetto delle critiche… perché si passa allo scontro personale?
          Andrea, io non so se lei ha letto la mozione presentata in consiglio comunale, se ha visto la registrazione della seduta consiliare attraverso il sito del Comune, se ha letto il comunicato e poi tutta la ricerca fatta da Castelnovo ne’ Cuori.
          Quello che penso è quanto contenuto nella ricerca: non ha un senso razionale l’accanimento verso un personaggio della storia di 80 anni fa.
          Celio Rabotti, morto nel 1975, è stato oggetto di un processo sommario che è nato dal nulla dopo 80 anni dai fatti:
          – non apparteneva a logge massoniche segrete e fuorilegge ma ad una loggia riservata e non fu oggetto di indagini;
          – non ha avuto responsabilità o complicità sul sequestro dei beni mobili e immobili degli ebrei, il loro arresto, la detenzione, il trasferimento ad Auschwitz e la loro morte, la sua ordinanza si limitò a disporre che gli ebrei stilassero in duplice copia l’inventario delle opere d’arte già sotto sequestro per disposizione del Ministro e della Questura;
          – in quanto deputato votò in parlamento la legge razziale proposta dal governo, assieme a tutti i deputati. Ma nessuno in Italia, al potere o fra la povera gente alzò un dito per fermare la cosa, nessuno in Italia si oppose, e tutti nascosero sotto il tappeto della normalità quella discriminazione e quel delitto dei diritti civili. E mi lasci dire che è esattamente quanto sta succedendo ora con certe discriminazioni.
          Quindi: o condanniamo alla damnato memoriae tutti i dirigenti, i funzionari e il popolino acquiescente durante tutto il ventennio, oppure realisticamente possiamo immaginare che chi era podestà o deputato al tempo della dittatura fascista fosse fascista, con tutto il carico di negatività che il fascismo comporta ma anche con l’individuale comportamento che ciascuno esprime distinguendosi nel bene o nel male.
          Rabotti fu un fascista della prima ora, partecipò all’impresa di Fiume che più che fascista fu psichedelica per la visione del comandante D’Annunzio, e mai rinnegò la sua matrice, presentandosi anche alle elezioni senza fortuna negli anni 60 con l’MSI. Ma se i partigiani lo hanno sempre “rispettato” è perché non hanno visto in lui quello che invece Davoli ha denunciato in aula consiliare inserendo anche illazioni e falsità (quelle rilevate nella ricerca sono davvero tante e pesanti)… Chi ha ragione, Davoli o Dino Soragni detto Muso, comandante dei GAP (la squadra speciale di partigiani comunisti che eseguivano le azioni più “rischiose”) che grazie alla trattativa Rabotti – Marconi venne liberato? Insomma, facciamo in modo che l’antifascismo non scada in chiacchiere di comari, fra l’altro fatte gettando il sasso e nascondendo la mano.
          Cordiali saluti

          Gianni Marconi

          • Egregio Sig. Gianni
            potrei sbagliarmi e aver capito male quanto da lei scritto, ma molto semplicemente la frase “quelle dette su Rabotti non erano fatti ma illazioni e falsità”, se la nostra lingua ha ancora un senso, equivale a mio avviso ad affermare che, si, tutto è campato per aria.
            Non tutto invece è campato per aria, ma solo una parte (quella che, come di consueto, Davoli ci propina ogni volta che apre bocca).
            Mi sembra un concetto piuttosto semplice, e mi scuso in anticipo se ho male inteso quanto da lei scritto. E mi scuso anche se ho dato l’idea di voler ingaggiare uno scontro personale, non è assolutamente mia intenzione.
            Rimango in ogni caso dell’idea che la sua difesa di Rabotti sia viziata da parzialità, proprio per il fatto di rinnegare ogni addebito e responsabilità contro ogni evidenza. Il parallelismo “una parte di ciò che è stato affermato è falso = tutto è falso” (cavallo di battaglia, peraltro, di ogni buon negazionista), a mio avviso non regge.
            Detto ciò, sull’opportunità di riaprire un processo ad un personaggio della storia di 80 anni fa, ognuno ha la propria, sempre legittima, opinione.
            P.S. N° 1: ho visto la registrazione della seduta consiliare, e ho letto la ricerca fatta da Castelnovo ne’ Cuori.
            P.S. N° 2: condanniamo alla damnato memoriae tutti i dirigenti, i funzionari e il popolino acquiescente durante tutto il ventennio? Per quanto mi riguarda, assolutamente SI!

            Un cordiale saluto

            Andrea

            • Firma - Andrea
          • Sig. Gianni
            ci tengo anche a sottolineare che non le sto assolutamente dando del negazionista, non vorrei che si creassero ulteriori malintesi.
            Volevo semplicemente dire che il meccanismo che sta alla base di questi ragionamenti (principio detto “Falsus in uno, falsus in omnibus”) è simile, ma non era mia intenzione accomunarla con correnti di pensiero che, sono sicuro, non le appartengono.
            La risaluto

            Andrea

            NOTA DELLA REDAZIONE: del tema si è adeguatamente dibattuto. Riteniamo di doverlo chiuderlo qui e non pubblicheremo ulteriori commenti a riguardo.

            • Firma - Andrea
  6. Domani, 6 marzo, è la Giornata Europea dei Giusti, proclamata dal Parlamento Europeo per celebrare i Giusti, persone normali che con responsabilità personale e senza nessuna ricompensa si sono opposti ai crimini contro l’umanità, come la Shoah, e non solo. Ricordiamo queste persone, spesso rimaste anonime, che non si sono voltate dall’altra parte o peggio hanno condiviso certe responsabilità. Un cordiale saluto a tutti e, per favore, domani dedichiamo almeno un minuto al ricordo di questi Eroi.

    Vulzio Abramo Prati

    • Firma - Vulzio Abramo Prati