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Il comandante Polizia locale dell’Unione racconta il territorio

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Flaminio Reggiani ha 52 anni, e da 32 lavora nella Polizia locale. Da 23 ricopre il ruolo di comandante e, prima di arrivare in appennino, ha comandato per tanti anni la Polizia locale dell’Unione terre di mezzo. Da 15 anni è anche docente della scuola di formazione interregionale sul ruolo delle Polizie locali: la scuola coinvolge Emilia-Romagna, Liguria e Toscana.

Flaminio Reggiani

Risiede a Montalto, dove si è trasferito da alcuni anni “perché la qualità della vita salendo verso la montagna è decisamente più alta”.

Da ormai qualche mese è al comando della Polizia locale dell’Unione montana appennino reggiano. In questa fase iniziale il commissario Flaminio Reggiani non ha solo “preso confidenza” con il territorio, le sue problematiche e le sue opportunità, ma ha anche introdotto alcuni progetti importanti per il miglioramento del servizio. Sia in termini di strumenti da adottare, che di comunicazione all’interno del corpo e con la comunità sul territorio.

Così racconta questi mesi di lavoro Reggiani: “Quando sono arrivato, conoscevo già bene la montagna per mie passioni personali quali escursionismo e alpinismo. Ritengo che dal punto di vista turistico questo territorio abbia potenzialità di sviluppo clamorose: ci sono eccellenze come i gessi triassici, gli impianti di risalita di Cerreto e Ventasso, i sentieri su tutto il crinale, la Pietra di Bismantova che è un luogo unico, i borghi. Credo che la Polizia locale debba essere a servizio delle potenzialità del territorio: mi piace avere una visione positiva. Poi è chiaro, non nascondiamo i problemi, ma devo dire che, per quanto riguarda la sicurezza pubblica, a parte qualche eccesso nei weekend, a Castelnovo Monti non abbiamo difficoltà gravi. È chiaro che Castelnovo è il centro attorno al quale gravitano i giovani, si radunano nei locali, e poi magari si spostano in altri luoghi del centro con qualche intemperanza che va regolata. In questi mesi ci sono stati anche da gestire i potenziali problemi di ordine pubblico legati alla pandemia, ma fortunatamente sembra che siamo in una fase di uscita che permetterà anche di tornare a organizzare eventi e iniziative che sono molto importanti per l’appennino e che sarà nostro compito sorvegliare. Ma credo che al di là di queste azioni di controllo, un tema forse ancor più importante siano i servizi rivolti alle fasce deboli della popolazione: riuscire a essere presenti nelle frazioni, anche in quelle più piccole ogni tanto, è uno sforzo che ho chiesto ai miei agenti, per far percepire la nostra presenza anche alle persone che vivono isolate, in particolare gli anziani”.

Una Polizia che è vicina e che comunica meglio è quella che sta costruendo Reggiani: “Stiamo investendo in comunicazione in modi diversi: il primo è un nuovo sistema per coprire meglio il territorio con la rete radio ErreTre, fondamentale in un territorio dove la copertura dei telefoni cellulari è spesso assente. Questo ci permetterà di poter sempre contattare rapidamente gli agenti e gestire meglio la loro presenza, sapere in tempo reale dove mandarli in caso di necessità. E dall’altra parte stiamo provvedendo a una formazione sulla comunicazione interna ed esterna, per il problem solving e un nuovo approccio verso la comunità, superando rigidità e puntando ad anticipare potenziali conflitti. Vogliamo lavorare sul “saper essere”, perché sul “saper fare” siamo già a buon punto: vorrei che gli agenti comprendessero quanto è importante il “mirroring”, l’identificazione con la persona con cui si trovano a dialogare. Sottolineo però con grande piacere che poche settimane fa, in occasione della celebrazione di San Sabastiano, patrono delle Polizie locali, ho avuto modo di premiare due agenti che sulla Pietra di Bismantova, proprio con il dialogo e l’ascolto, sono riusciti a salvare una donna che aveva deciso di farla finita”.

In questo senso un’altra azione lanciata dal comandante e che si concretizzerà a breve, è l’approdo della Polizia locale dell’Unione sui canali social: “Li ritengo strumenti importanti, sempre nella direzione di avere un canale di dialogo aperto con le persone, che siano di presidio, informazione e collegamento. Puntiamo a ridurre lo spazio-tempo dei nostri interventi in un territorio che è vastissimo e complesso dal punto di vista logistico. Verso questo obiettivo andremo anche a implementare il nostro numero di agenti, che ora risulta sottodimensionato”.

Un tema, quello della complessità logistica dell’appennino, che attualmente viene anche aggravato dalla situazione della statale 63: “Si tratta dell’asse fondamentale tra la montagna e la città, e la chiusura per un mese della galleria del Seminario sta creando difficoltà non indifferenti alla viabilità. Ma ci sono altri problemi annosi sui quali sarebbe necessario intervenire anche per questioni di sicurezza, oltre che sui tempi di percorrenza: il tratto dal Bocco alla Bettola, ma anche quello a monte della stessa galleria che presenta rischi oggettivi”.

Reggiani sottolinea anche alcuni aspetti che ritiene molto positivi del territorio appenninico, per quanto riguarda il servizio: “C’è la rete del volontariato che qui è straordinaria, si mette a servizio e collabora con grande disponibilità. In questo senso ho proposto l’assunzione delle azioni di Protezione civile in capo alla Polizia locale, per garantire maggiore tempestività e sicurezza. Ne stiamo discutendo a un livello molto concreto. Un altro aspetto molto positivo è l’ottima collaborazione con le altre forze dell’ordine, in particolare la Compagnia dei carabinieri di Castelnovo Monti, la Polizia stradale e la Polizia provinciale. Abbiamo anche qui alcune idee per rendere ancora più strette queste collaborazioni. Possiamo inoltre contare, come Polizia locale, su un’unità cinofila, che rappresenta un’eccellenza, con grandissimi risultati per il contrasto allo spaccio di stupefacenti, per il quale viene richiesta anche da altri territori, ma anche per la ricerca persone smarrite, che in appennino è un servizio importantissimo”.