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Riscaldamento globale e Rivoluzione locale, un rapido ripasso

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Ricorrono 50 anni dalla pubblicazione delle clamorose analisi del MIT, promosse dal Club di Roma, sui limiti dello sviluppo dovuto al consumo di risorse finite (suolo, fonti fossili, terre rare...). Si affronta il problema giungendo con molto ritardo al trattato di Kyoto nel 1997, tuttavia nessun Paese vuol rinunciare alla crescita e per rimediare all'arrosto (consumi) ci si accorda di andare a caccia del fumo attribuendo il cambiamento del clima alle emissioni di CO2. Per controllare la situazione dell'atmosfera iniziano ricerche con nuove tecnologie nel 2000, il progetto CERES si appoggia alla NASA, l’Europa promuove EUMETSAT, intanto si arriva alla firma del protocollo di Kyoto nel 2005 e ogni Paese delega un esperto a comporre presso l'ONU il gruppo di lavoro IPCC, il quale deve operare in base al presupposto che il 100% del cambiamento climatico sia dovuto alle emissioni di gas e siccome la maggiore componente dei gas è anidride carbonica, la cattura di CO2 diventa metodo di "lotta al cambiamento climatico" e nasce il mercato dei crediti di carbonio. Poiché gli elettori e gli eletti in ogni Paese vogliono la crescita dei consumi, si pensa di rimediare organizzando la vendita tra chi riduce la CO2 o l’accumula nel legno, nel suolo per farla comprare da chi continua a produrre. Sul mercato dei crediti di carbonio crescono affari, apparati di certificazione, ma non si raggiungono gli obiettivi stabiliti nel 2005, si rinviano al 2050 e si prosegue con aumento di temperatura, inquinamento, costo dell'energia (adesso acuito dalla guerra).

Tra gli scienziati incalza la critica alla tesi dell'IPCC perchè il clima è cambiato anche prima dello sviluppo urbano-industriale essendo causato in primo luogo dal variare di radiazioni solari e inclinazione dell'asse terrestre. Adesso arrivano i risultati di 20 anni di ricerche condotte al massimo livello, i progetti CERES e EUMETSAT convergono nel dimostrare fasulla la tesi di lavoro dell’IPCC, il maggiore riscaldamento nell’ultimo ventennio non è causato dalla CO2, bensì dalle radiazioni solari divenute più penetranti perché il manto delle nubi ha perso compattezza e per fortuna dallo stesso varco sono scappate radiazioni che rimbalzano dalla terra verso l’alto tornando giù. Non ha senso la lotta al cambiamento climatico con la cattura di CO2 mentre sono sempre più pressanti le due necessità: cambiare mentalità e stile di vita per limitare la perdita di risorse finite e tutelare la presenza dei coltivatori di Madre Terra che ci sostenta solo se viene coltivata, perciò occorre evitare il nuovo inseguimento ai servizi eco sistemici che significa mungere lo Stato invece di agevolare chi coltiva. Se si lascia fare alla natura …viene giù anche la Pietra come si è visto e purtroppo il Parco NATE con l’allargamento dell’area MaB le fa perdere il significato di Riserva UNESCO dimenticando del tutto quel tipo di Man assolutamente insostituibile in quanto in grado di lavorare e custodire la Biosphere. Attenzione, le nostre periferie montanare sono agli sgoccioli !

Enrico Bussi