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Morte di Pedrazzini, il Gip: “Dai parenti assoluto disprezzo per la persona”

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“Dai parenti assoluto disprezzo per la persona e una spiccata capacità di delinquere”. Così scrive il Gip nell'ordinanza del 16 maggio, sulla morte di Pedrazzini, il 77enne scomparso da oltre due mesi  e ritrovato lo scorso 11 maggio, in fondo a un pozzo. Per la moglie, la figlia e il genero resta l’obbligo di firma e di dimora per i reati di soppressione di cadavere e truffa.

Ma qualunque sia la causa del decesso, e l’autopsia esclude l’omicidio, l’unica certezza al momento, sembra essere che tutti e tre i familiari abbiano taciuto per un interesse economico, come sottolineato nell’ordinanza: “Comportamenti terribili tenuti da tutti i parenti, nel totale disprezzo della morte di Giuseppe Pedrazzini. Tutti e tre i famigliari hanno taciuto la morte del congiunto per percepire la sua pensione” (come riportato da alcuni quotidiani, ndr). "Si consideri – prosegue – che si sono verosimilmente determinati a compiere le turpi condotte a loro addebitate all’esclusivo fine di continuare a percepire senza titolo la pensione del defunto".

Intanto, la figlia e il genero intervistati dalla gazzetta di Mantova, continuano a sostenere la loro innocenza e affermano di essere in attesa di conoscere l’esito dell’esame istologico e tossicologico per poter confermare la loro estraneità, sottolineando che dall’ autopsia è emerso che si è trattato di morte naturale e non di omicidio. La coppia continua a dormire in auto a Suzzara e pranza al centro d’ascolto Caritas.

Ma è su di loro che gli amici della vittima puntano ancora il dito. Questa mattina ai microfoni di Mattino 5 un'amica della vittima ha sottolineato ancora una volta il carattere irascibile del genero di Beppe: "Nei paesi si conoscono le dinamiche delle famiglie e so come funzionava a casa di Beppe, lui manteneva tutta la famiglia, il genero dice che ha sempre lavorato ma nessuno l’ha mai visto lavorare, poi se faceva l’artista internazionale non lo conosco di persona. E’ andato ad abitare a Toano per un po’ di tempo e quando è stato a Toano ha avuto da dire con tutti, ha chiuso una strada che era aperta da 100 anni, anche se non era chiusa”. E ancora: “Gli hanno venduto il trattore e poi la macchina per segare la legna. Quando hanno cominciato a vendere queste cose le persone di Toano si sono insospettite, Beppe non avrebbe mai venduto queste cose, gli servivano per vivere ed erano il suo hobby”.

Quella che la signora si chiede, ormai è una domanda che si fanno tutti: "Vorrei saper chi ha deciso di buttarlo nel pozzo, perchè la moglie non ha detto di no? E infine la triste e amara conclusione: "Se i parenti non avessero denunciato la scomparsa, Beppe sarebbe ancora nel pozzo".