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Un’insegnante dell’Appennino replica a Iva Zanicchi: “Chi critica la scuola entri nelle aule”

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bambini"Non è facile rispondere senza virare sulla polemica”, così una insegnante dell’Appennino reggiano (preferisce non rivelare la sua identità, ndr) replica alle affermazioni rilasciate da Iva Zanicchi alla stampa nazionale.

La cantante, in un'intervista rilasciata afferma di non aver fatto l’esame di maturità perché non ha avuto la possibilità : “Sono intelligente di mio, una autodidatta. Non l’ho mai dichiarato in precedenza perché mi pesava molto, avvertivo un complesso di inferiorità”.

Poi, la Zanicchi spiega : “Mi sono detta ‘Che imbecille sono?’ Certo, è importante avere le basi fondamentali, ma se tu hai voglia di apprendere e di conoscere lo puoi fare anche da sola, infatti io scrivo anche libri”. “Però ho studiato tanto – conclude - e vedo intorno a me dei laureati che sono ignoranti come delle pecore. Valeva più fare le medie un tempo che diplomarsi oggi. Noi studiavamo le poesie in latino, leggevamo ‘I Promessi Sposi’ e passi della ‘Divina commedia’, cose che nelle scuole di oggi sono impensabili”.

“Non avere studiato non è una vergogna – chiosa l’insegnante - ma una situazione che è toccata a tanti dei nostri genitori, compresi i miei. La storia del nostro paese è stata fatta da chi ha saputo cogliere opportunità e crescere, con o senza titoli. Persone che avevano grandi capacità e le hanno sapute e potute trasformare, in lavoro e competenze”.

E continua: “Rimpiangere la scuola di tanti anni fa perché ce la ricordiamo difficile e ci sembra che insegnasse più di oggi mi sembra di poco aiuto per i nostri ragazzi. Forse sarebbe bene che chi critica la scuola di oggi provasse ad entrarci nelle aule: i contenuti proposti sono di alto livello e le poesie si studiano ancora. Oggi si parla di ‘imparare ad imparare’ perché è ciò che ci richiede il mondo del lavoro, non certo di avere memoria portentosa. Oggi si cerca di fare imparare tutti, anche quelli che fanno più fatica”.

L’insegnante conclude: “Abbiamo docenti appassionati che cercano di trasmettere l'amore per il sapere, per la natura e per la bellezza, e altri (per fortuna pochi) meno che in quanto a contenuti trasmissivi non sono certo secondi ai docenti di un tempo. Le difficoltà ci sono oggi come una volta, quello che dobbiamo ricordarci di fare sempre è di chiamare i nostri alunni per nome in un ‘appello’ che li inviti sempre a crescere, nel nome della fiducia in sé stessi”.

 

 

1 COMMENT

  1. Mi sembra abbastanza naturale che allorché qualcuno di noi parla del passato, possa ricordarlo, e ripercorrerlo, anche attraverso le proprie esperienze, congiunte alle eventuali emozioni e suggestioni provate all’epoca, talune delle quali possono semmai risultare meno nitide per il tempo trascorso, ma rappresentano comunque un qualcosa con cui potersi confrontare, e casomai dissentire (il che non mi pare essere cattiva cosa, senza contare che il raffronto col passato può non di rado risultare di una qualche utilità, al di là delle personali nostalgie o benevolenze per gli anni della rispettiva giovinezza).

    Venendo al tema della Scuola, io la rammento come impegnativa e selettiva, piuttosto distante, per così dire, dalla concezione del cosiddetto “sei politico”, sempre secondo quanto mi consegna la memoria di quei giorni lontani, e i risultati di quel modello ed ordinamento scolastico mi paiono essersi rivelati peraltro abbastanza soddisfacenti – evito i superlativi per non dar campo alla retorica – vuoi sul piano didattico e formativo, ma anche educativo, perlomeno guardando alle generazioni o classi anagrafiche che hanno frequentato la Scuola vigente all’epoca (acquisendone gli insegnamenti).

    Giungendo al presente, mi è talvolta capitato di sentir usare termini quali “analfabetizzazione” oppure “analfabetismo di ritorno”, dei quali non riesco a cogliere in pieno il significato, giustappunto in riferimento ai tempi attuali, o comunque più recenti, ma io non voglio in ogni caso addentrarmi in cose che non conosco, o conosco da fuori, e mi limito a dire che, a mio modesto vedere, il poter disporre di differenti “narrazioni” in materia, oppure udire l’una e altra “campana”, può essere d’aiuto a maturare una propria idea al riguardo (ovviamente per chi fosse interessato a farlo)

    P.B. 25.06.2022

    P.B.

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