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Guerra delle pecore, gli Usi civici di Civago fanno chiarezza

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Immagine tratta da www.pexels.com

Mentre a Lama Lite continuano le aggressioni che preoccupano i gestori dei rifugi e il sindaco di Villa Minozzo ha emanato un'ordinanza a tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei maremmani, le discussioni che ne derivano tra chi si schiera dalla parte di animali che fanno il loro mestiere e chi si schiera dalla parte di chi chiede di percorrere i sentieri in sicurezza non si placano.

Quella che è stata chiamata la “guerra delle pecore” è diventato un vero e proprio caso nazionale, ripreso anche dalle agenzie stampa, in cui tutti hanno voluto dire la propria e ora a voler fare chiarezza sono gli usi civici di Civago.

“Non ce l’ho né con i pastori né con le pecore. – spiega il presidente uscente degli Usi civici di Civago Francesco Gigli – “Noi abbiamo fatto un contratto con questo pastore per 6 anni e lui ha sempre pagato l’affitto, i primi anni sono trascorsi tranquilli ma dopo sono cominciati i problemi. Il primo problema ci è stato segnalato dai raccoglitori di mirtilli, noi a Civago abbiamo della gente residente che va a mirtilli e una parte del loro reddito deriva da questa raccolta, sono residenti e hanno tutto il diritto di andarci perché beneficiano dei diritti dell’uso civico, uno dei diritti è proprio quello di godere dei prodotti del sottobosco. Loro han cominciato a dire che da un gregge così grosso le mirtillaie venivano danneggiate, noi abbiamo verificato e in effetti abbiamo trovato riscontro. Poi sono cominciati i problemi con i cani, anche gli operatori turistici si sono lamentati perché la gente ha paura e noi li abbiamo ascoltati. Infine lamentele sono arrivate anche da parte dei volontari, una serie di persone attraverso il volontariato ha tenuto pulito i sentieri, li ha segnati, li ha resi percorribili e adesso vedono che nel punto clou dove si incrociano vari sentieri ci sono i maremmani e la gente non ci va.”

“Noi pensavamo che passati i 6 anni fosse finito tutto lì, - continua Gigli - ci è stato chiesto di firmare un contratto di 9 anni che noi non abbiamo firmato, non contro la singola persona ma per tutelare gli interessi della popolazione di Civago. Il pastore, per un cavillo burocratico che arrivati a questo punto dovrà essere valutato da un giudice, è tornato. Dire che nessun abitante del luogo è contrario che il pascolo venga sfruttato così è un’affermazione falsa. I comitati degli Usi civici sono un’amministrazione separata e non sono influenzati da nessuno, è stata una decisione nostra autonoma di non rinnovare questo contratto per le motivazioni espresse. Questo gregge, che conta più di mille capi, è composto da pecore da carne che mangiano tutto non come quelle da latte che mangiano solo l’erba, non è il modello di pastorizia locale che c’era qua una volta, questa pastorizia non è la nostra, non è sostenibile per il territorio e per questo motivo non abbiamo voluto rinnovare i contratti di affitto.”

Lo conferma anche Fabrizio Ganapini, consigliere uscente dell’Uso civico di Civago e prossimo presidente della nuova amministrazione che verrà ufficializzata il 18 agosto.

“Tutti gli Usi civici che fanno parte del consorzio dell’Alta Val Dolo e che hanno a suo tempo sottoscritto in buona fede il contratto di pascolo con l’azienda di Tognoni erano d’accordo di non rinnovare i contratti di affitto e abbiamo notificato la decisione all’azienda mesi prima della naturale scadenza. Dico sono stati fatti in buona fede perché si ritornava a qualcosa di naturale, qualcosa di normale in Appennino come è sempre stato ma ci siamo trovati una situazione diversa e quando abbiamo potuto abbiamo preso le nostre decisioni. I pascoli ben vengano, anzi ce ne vorrebbero di più, ma il modus operandi non può essere quello che abbiamo visto negli ultimi anni.”

Anche il presidente del Parco Nazionale, Fausto Giovanelli, fa alcune precisazioni che aiutano a fare chiarezza.

“L’avvocato Italo Rovali è stato il legale dell’Uso civico di Febbio fino alla presidenza Marchiò, ora decaduto. È stato eletto un nuovo consiglio di amministrazione al posto del precedente e si insedierà il 18 agosto. L’Uso civico di Febbio ricordo che è stato commissariato e il commissariamento è stato confermato dal Tar. Inoltre lo stesso Commissario ha espresso anche per iscritto la volontà non proseguire anzi considerare scaduta l’affittanza al signor Tognoni: il contratto è scaduto l’11 novembre dell’anno 2021 e non è fondata la pretesa di proroga automatica per legge. La lettera degli usi civici è stata inviata il 14 aprile 22 e fa riferimento a diversi e precedenti rifiuti a proseguire l’affittanza scaduta. Ricordo che la Regione Emilia Romagna ha emanato il 24/01/22 un provvedimento di revoca dei contributi europei per conduzione pascoli anche sulla base della condanne penali a carico del signor Tognoni e della conseguente interdizione a contrattare con la pubblica amministrazione. E va anche ribadito che l’arrivo di greggi su Tir di alcuni giorni fa non è stato autorizzato da nessun legittimo rappresentante degli usi civici di Villa Minozzo”.

Il caso è finito sul tavolo della Prefettura di Reggio Emilia grazie ad una lettera scritta proprio dal Parco Nazionale e inviata al prefetto Iolanda Rolli per sottoporle la questione.

3 COMMENTS

  1. Senza entrare nel merito della situazione legale su cui faranno chiarezza gli organi preposti , sarebbe interessante capire come vengono accuditi questi cani anche per prevenire il loro comportamento. Ad esempio il cibo, se sono un gruppo numeroso come gli viene procurato vista la zona in cui si trovano ? I pastori hanno un fuoristrada per provvedere a queste necessità? E soprattutto come sono stati educati ? In ultimo qualcuno ha scritto che alcuni di questi cani sono “più scuri ” ,quindi non sono veri maremmani ? In quanto il maremmano abruzzese puro ha il mantello bianco puro senza macchie , quindi sono forse cani incrociati con altre razze ? Sarebbe interessante che qualche esperto , magari un veterinario, facesse chiarezza.

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  2. Io credo che più d’uno dei commenti riguardanti l’argomento esulasse dal caso in questione, nel senso di esser teso piuttosto a portare un qualche ulteriore elemento utile per fornire risposta – o quantomeno provarci – all’interrogativo se alpeggio e turismo possono convivere, vale a dire la domanda contenuta pure in un precedente articolo, di due giorni fa, dal titolo “Pastorizia abusiva? Discussione aperta”, e il cui carattere non può che essere generale, ossia slegato dalle singole e particolari circostanze.

    Il fatto poi che il caso abbia avuto un rilievo nazionale, ripreso anche dalle agenzie stampa, in cui tutti hanno voluto dire la propria, come qui si legge, potrebbe portare ulteriori elementi di conoscenza, sapere ad esempio – laddove i cani da guardiania sono ormai impiegati da lungo tempo – se e in quali condizioni può esprimersi la loro aggressività mentre custodiscono il gregge, e se vi siano casomai episodi di aggressività, o fare minaccioso, da imputarsi invece a cani rinselvatichiti.

    P.B.

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  3. Il dubbio di “Commento firmato” circa i cani “più scuri”, che potrebbero non essere veri maremmani, fa abbastanza il paio con i cani rinselvatichiti cui ho fatto cenno nel mio precedente commento, ma una siffatta eventualità non mi sembra esser stata finora considerata, nemmeno come lontana supposizione, e reso naturalmente salvo il fatto che entrambe queste categorie di cani potrebbero non aver nulla a che fare col caso in questione.

    E’ successo invece, se ben ricordo, che i cani inselvatichiti siano stati chiamati talora in causa allorché si sono verificate aggressioni al bestiame domestico che altri ritenevano casomai ascrivibili al’azione del Lupo, per arrivare a dire che bisognerebbe valutare ogni ipotesi prima semmai di concludere che i maremmani sono di per sé stessi cani pericolosi, a ragione dello loro indole, ossia indipendentemente dalle situazioni e circostanze.

    P.B. 08.08.2022

    P.B.

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