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Dall’Appennino alle Alpi, sfida vinta per Paolo Zini

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Tutti gli anni oltre 4mila ciclisti affrontano 227 km, 4 passi alpini e 5.500 metri di dislivello per raggiungere il traguardo della gara più difficile delle alpi: la Ötztaler Radmarathon.

Domenica 28 agosto questo sogno si è realizzato anche per Paolo Zini, carpinetano con un grande amore per lo sport con alle spalle già altre notevoli imprese.

Dopo 11 ore in sella alla sua bicicletta è arrivato a Sölden portando a termine con un ottimo tempo la granfondo più dura d’Europa.

Paolo come è andata?

È andata bene, l'obiettivo è sempre quello di non farsi male, non rompere la bicicletta e finirla senza troppe sofferenze quindi sì, è andata molto bene. Ero con altri due ragazzi, Luca Tazzioli e Paolo Righi, ci siamo classificati primo secondo e terzo tra i 10 reggiani presenti.

5.500 m di dislivello non sono proprio una passeggiata di salute…

No e c'è da dire anche che quest'anno hanno fatto delle modifiche al percorso aumentando i metri di dislivello rispetto alle precedenti edizioni quindi era un po’ più dura del solito.

Quanto lavoro c'è dietro la preparazione di una gara?

Per una gara così non puoi partire da zero, considera che io faccio circa 10.000 km all'anno in bicicletta e sono uno di quelli che ne fa meno. Ci si allena a orari impensabili, perché parto la mattina alle 5 con la lampada frontale e finisco la sera a mezzanotte, ma si fa con l’obiettivo di far meglio in primis per se stessi.

Per arrivare alla fine di una gara così impegnativa ci vuole più motivazione o disciplina?

Per gli sport endurance, di resistenza, devi saper gestire la fatica ma anche saper gestire il dolore. Si dice sempre che si vince con la testa ed è vero perché devi trovare la chiave di lettura. Io personalmente penso sempre più a quello che ho fatto che non a quello che mi manca, ad esempio devo fare 230 km quando ne ho fatti 23 penso che il 10% è già andato, non penso al 90% che mi manca. Cerco sempre di vedere il lato positivo delle cose altrimenti è facile lasciarsi andare.

Adesso riposi o c’è già un’altra sfida all'orizzonte?

Come gruppo saremo all’ Eroica di Gaiole in Chianti una gara più goliardica infatti si fa con bici e vestiti d’epoca d’epoca, la mission di questo mese è farci crescere tutti i baffi! Poi si penserà al prossimo anno, cerco di imparare il più possibile dalle altre gare soprattutto l’organizzazione per poi portarle a Carpineti, personalmente mi sono sempre mosso più per promozione del territorio che per ottenere qualcosa di particolare.

Quando è nata questa passione?

Mi è sempre piaciuto lo sport in generale. Sono presidente del team Amorotto, la squadra con la quale organizziamo le gare a Carpineti, ho messo su questo gruppo di ragazzi, ci dedichiamo agli sport outdoor, corsa, bici… non ci chiudiamo in palestra ecco. Ci autocarichiamo e tutto diventa sfidante.