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L’Associazione “Amici dell’Atelier” di Ligonchio incontra l’artista Robert Gligorov

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Riceviamo e pubblichiamo
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L’Associazione culturale “Amici dell’Atelier”, attiva a Ligonchio - soprattutto nel periodo estivo - per la promozione di incontri con scrittori, allestimento di mostre, attivazione di laboratori creativi per bambini, organizzazione di seminari, è nata in occasione dell’apertura dell’Atelier “di onda in onda” all’interno della Centrale Enel del paese. Nonostante nel 2018 si siano interrotte le attività dell’Atelier, per ragioni di manutenzione prima e per l’emergenza sanitaria poi, l’Associazione ha mantenuto l’impegno di promuovere attività culturali organizzando un calendario estivo attento alle esigenze del territorio.
In questo contesto, l’Associazione ha proposto all’artista Robert Gligorov un’intervista, o meglio una chiacchierata, sulla sua poetica e sulla sua scelta di donare al paese di Ligonchio - per la seconda volta - le sue site specific installations. Le opere esposte nella galleria a cielo aperto hanno come tema centrale ‘La Natura’, in un’interpretazione innovativa e visionaria. Le opere dell’artista sono un invito alla riflessione sulla contemporaneità.
L’artista, che vive e lavora a Milano, trascorre a Ligonchio - paese della famiglia della moglie Valentina - parte del suo tempo di riposo estivo e qui ha trovato luoghi di ispirazione e al contempo bisognosi di un’attenzione e una cura soprattutto artistico-culturale.

Da molto tempo Robert Gligorov pensa che l’arte e le mostre debbano incontrare spazi e tempi al di fuori di musei e gallerie e c’è da parte sua un’autentica curiosità ad esplorare luoghi che possano ospitare l’arte contemporanea.
Per l’installazione delle sue opere - 10 fotografie di grande formato - Robert Gligorov ha scelto nel paese muri ampi di abitazioni private, alberghi e sedi istituzionali. “Il contorno” - dice l’artista -“fa parte dell’opera: le crepe nel muro, l’ombra, la luce, la macchina parcheggiata vicino, i fili elettrici e altri oggetti presenti nel sito prescelto. Così l’opera non la si contempla solo frontalmente e lo spettatore è dentro l’opera”.
“Sono attento allo stupore, alla meraviglia che suscita lo sguardo dell’osservatore sull’opera. Altrettanto sono interessato all’indifferenza o all’interpretazione che appaga l’ego personale di coloro che dentro all’opera vedono qualcosa del proprio vissuto o della propria conoscenza dell’arte. Per questo mi piace la teatralità e lo spettacolo che cerco di contemplare nel mio pensiero artistico”.
Gligorov ha concepito queste installazioni come temporanee, ma il paese, i suoi abitanti e i visitatori con l’apprezzamento e la curiosità nei confronti delle immagini proposte hanno fatto sì che questa mostra a cielo aperto si trasformasse in un’esposizione semipermanente. Più che il contenuto delle opere, quello che sembra aver colpito maggiormente gli abitanti del paese e’ stata l’idea di animarlo come in una sorta di video-gioco di immagini. L’artista ha espresso interesse per una proposta di installazioni permanenti, che richiederebbero, però, tecnologie più adeguate all’esposizione nel tempo delle opere stesse.
L’intento di Gligorov non e’ monopolizzare il luogo ma quello di inaugurare un’iniziativa artistica aperta ad altri artisti o a mostre collettive.
Parlando del suo percorso artistico Robert Gligorov ha dichiarato “non sono un uomo dell’accademia, ho fatto molte esperienze artistiche e creative; amo la trasversalità senza maestri. L’artista deve essere libero e innovativo. Senza questi elementi si è, casomai, buoni artigiani, ma non artisti. L’artigiano segue percorsi più legati all’esecutività che non alla ‘creazione dell’opera’. La libertà nell’arte è un privilegio” e ancora “devo avere il tempo per il pensiero e la riflessione, non potrei essere occupato solo dall’organizzazione del lavoro creativo con convegni, mostre, cataloghi…per creare occorre pensare. Il tempo che si dedica al pensiero è un dono. L’artista si misura con il ‘già detto e l’innovazione. L’arte è come la filosofia: un’attività concettuale e speculativa, infatti l’opera ha a che fare con la visione del mondo di chi la produce”. Inoltre, “l’arte non è una narrazione, se lo fosse gli artisti sarebbero illustratori e non creatori”.
Gligorov ha raccontato della sua formazione, da sempre legata alla natura, al rapporto Uomo- Pianeta-Cosmo. L’infanzia, trascorsa nell’ex Jugoslavia, è stata caratterizzata da un dialogo costante con l’ambiente, gli animali, le piante.
Un’ ulteriore dimensione di vita, fondamentale per Gligorov, è lo sport, praticato a buoni livelli e con la funzione di dare equilibrio e compensare la compulsività nel ‘fare le cose’.
L’artista, infine, ha parlato del rapporto tra arte e tecnologia, asserendo: ”il mio lavoro è andato avanti con la tecnica e la tecnologia del mio tempo. Mi piace fare dialogare il pensiero e l’immagine in modo seduttivo, con l’ausilio della migliore innovazione tecnologica. Questo dialogo trova la sintesi nel simbolo, nell’opera iconica”.

Si riporta il pensiero che Robert Gligorov ha condiviso nel materiale prodotto a corredo delle installazioni: bellissime cartoline con la riproduzione delle opere esposte a Ligonchio.

Indicativo imperfetto - di Robert Gligorov
Benvenuti nella mia testa, nei miei pensieri, la buona notizia è che uscirete vivi ma
accompagnati per un po’ dalla mia presenza a Ligonchio. Siamo ciò che mangiamo dicono, io
amo tradurlo in un più eroico siamo ciò che creiamo. Spero Platone non venga a visitare
questa mostra, conoscendo il suo disappunto per l’arte oggettiva. A suo dire le idee non vanno
materializzate in quanto copiate o cattiva copia dell’originale che sta e solo là dovrebbe stare,
nel mondo delle idee, ossia nell’Iperuranio. Noi stessi, prima che la nostra
anima precipitasse dentro il nostro corpo, stavamo li. Mi chiedo, ci torneremo? E perché siamo
stati imprigionati nei nostri corpi? Forse dalla curiosità nel capire ciò che si prova ad essere vivi? O è un dispetto del Divino per punirci delle malefatte nel mondo ideale? Chi lo sa?
Musicisti, filosofi, finanzieri, artisti, scrittori, autori, creativi, tutti a loro modo speculano,
creano bolle, artefici di una promessa di felicità, solo loro conoscono il modo per raggiungerla,
sempre che sia questo il fine di ognuno di noi, e anche il loro. La speculazione e le bolle, come
le bolle di sapone scoppiano e ci si rende conto che la felicità stava solo nella promessa e nel
tentativo di raggiungerla. Quindi non che fare? ma fare, non si sa bene cosa, ma è la nostra
volontà che ci impone il fare, anche provando a tenere a freno la volontà non si riesce a
vincerla. Lo sapeva bene Schopenhauer; questa forza invisibile, e ce ne sono tante; come la
gravità, la corrente elettrica, l’amore o l’istinto e tante altre forze sono invisibili, inodori e
senza forma, ma presenti ovunque. Chissà quante forze ci sono e di cui non conosciamo
l’esistenza. E’ la volontà a farmi produrre vita e arte, malgrado io faccia di tutto per pensare ad
altro; c’è una forza più forte della mia stanchezza che si impone, devo agire, disegnare, comporre, creare.

Credo che nella mia mostra Imperfetto Indicativo si colga ciò che intendo e
ho disagio a dire che è solo una piccola parte dell’universo Gligorov. Si lo dico in terza persona
perché a volte ho la sensazione che lo spirito volontà sia un’entità staccata da me. Amo dire
Gligorov ha detto, Gligorov ha fatto… qualche psicologo potrebbe definire l’iperattività come
comportamento compulsivo, ora che lo so ci convivo, però è solo distillando idee, tirandole
fuori lentamente una ad una da una botte magica, vedo colmare il mio bisogno creativo.
Queste mie opere messe in rassegna e collocate nei vari luoghi di Ligonchio hanno un
denominatore comune; ossia la natura. Un concetto forse un po’ abusato e di moda in questi
ultimi anni. Il green, la sostenibilità, l’inclusione sono argomenti di primo piano sia per la
qualità della vita e per la salvezza del pianeta stesso. Queste opere che ho realizzato negli
ultimi 20 anni sono un pensiero costante a me affine; ossia la grande Triade: Cito Réne
Guénon che mi ha dato spunti importanti in cui mi riconosco pienamente. L’uomo, il pianeta e
il cosmo. Queste tre entità sono a pieno titolo nel nostro immaginario e nel nostro quotidiano.
A volte ci dimentichiamo di essere vivi, che siamo su un pianeta-organismo vivente e che
galleggiamo nello spazio. Non mi prolungo a spiegare ogni singola opera, perché il significato
dell’arte è negli occhi di chi guarda, ma l’amore, la passione e la costanza che ho dedicato in
tutti questi anni al tema natura mi appaga perché non ho solo vissuto ma sono consapevole
della bellezza di cui siamo circondati e in cui siamo immersi.

RACCONTO DELLE OPERE ESPOSTE

 IL MONDO CHE NON CONOSCIAMO: MONDO DEGLI DEI/SINGOLARITA’
La nascita di Minerva - Lake’s Tale
 PRIMAVERA DELLA VITA: DAL BIG BANG ALLA FECONDAZIONE E ALLA VITA
Bloom Bang – Nepente - Fatal Insomnia – Uva
 I PRIMI ANNI DI VITA: LA FESTA
Amaryllis
 LA BELLEZZA DELL’EVOLUZIONE
Onice Nero

 LA CURA DELLA NOSTRA CASA/TERRA
Dolce Veleno
 LE CONSEGUENZE DEL LIBERO ARBITRIO
Babylon’s Fall