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Il caro bollette rischia di affondare le Rsa

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“Se avete a cuore gli anziani più fragili dei vostri paesi e delle vostre città, ora è il momento di dimostrarlo”.

Questo l’appello rivolto, lo scorso 31 agosto, al Governo, al Parlamento, ai candidati alle elezioni del 25 settembre e alle Regioni congiuntamente da tutte le 19 associazioni  (Aris, Confapi, Unindustria, Uneba, Acop, Agespi,  Aiop, Anaste, Anffas, Legacoopsociali, Confcoopeative Ssnità,  Agci - Associazione Generale Cooperative Italiane, Confcooperative Federsolidarietà) del coordinamento dei gestori dei servizi di assistenza sociosanitaria, profit e no-profit, che da sempre sono la spina dorsale dell’assistenza ai più fragili.

Nella lettere si sottolinea che 'per garantire i servizi, infatti, le strutture dovranno richiedere un immediato adeguamento delle rette, che sono per il 50% a carico delle Regioni e per il 50% a carico delle famiglie; ove le Regioni non si rendano disponibili agli adeguamenti, così come non lo sono state negli ultimi 10 anni, i costi non potranno che essere ribaltati sulle famiglie, già fortemente impegnate, e di conseguenza sui Comuni, che dovranno sostenere le famiglie più bisognose'.

Sulla questione interviene Elisa Conconi, rappresentante legale della Fondazione Villa Maria Onlus di Casina: "Ormai la crisi energetica investe il paese: famiglie enti, associazioni, imprese, strutture socio sanitarie, non sono in grado di sostenere gli aumenti vertiginosi di tali costi, e nel caso delle Rsa mette a rischio la continuità dell’assistenza. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gennaio – agosto, abbiamo una spesa di energia elettrica di 20mila di euro in più. Siamo riusciti ad accantonare dei fondi in bilancio ma se continua così non basteranno. E se saremo costretti ad aumentare le rette c’è poi il rischio che la gente non paghi, già stremata a sua volta”.

“Anche per noi strutture associate a Fedisa (Federazione Diocesana Servizi agli Anziani) è dura - spiega Conconi - così come per le famiglie, le attività commerciali e le imprese. Abbiamo un fornitore convenzionato di luce e gas, ma gli aumenti sono stati comunque importanti. Questo ci penalizza tanto. Un’altra bastonata dopo tutte le criticità che abbiamo vissuto durante la pandemia”.

Rischia quindi di diventare un altro peso destinato a gravare sulle famiglie italiane che hanno un proprio caro ospite di una Rsa o Casa di riposo perché nelle Rsa non si può abbassare il riscaldamento negli ambienti in cui vivono gli anziani, né è possibile effettuare altri risparmi, che andrebbero ad incidere sulla qualità dell’assistenza.

“Ci dovrebbe essere adesso - conclude - la possibilità di scontare il 25% come credito d’imposta, anche nel IV trimestre: questo sarebbe un buon aiuto. Tra l’altro, da un momento all’altro arriveranno cifre alte anche per il gas che fino ad ora sono state più o meno proporzionate alle bollette precedenti: teniamo presenti che adesso andiamo incontro alla stagione invernale. Occorre che si intervenga il più presto possibile”.

 

 

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