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Rifugio Bargetana: “In trent’anni è la prima volta che si esaurisce la sorgente”

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Emergenza siccità in Appennino. Parole che si pensano legata alle calde giornate estive e che invece, alla fine di ottobre, sono ancora attuali.

In un anno anomalo dal punto di vista delle temperature e della scarsità di piogge la carenza idrica è una preoccupazione che si trascina anche ad autunno inoltrato.

Dopo il rifugio Battisti, che si è trovato costretto a razionare l’acqua, anche il rifugio Bargetana ha dovuto adottare misure severe arrivando addirittura alla chiusura anticipata.

"Il rifugio Bargetana, rispetto al Battisti, ha sempre avuto una situazione molto diversa per l'approvvigionamento idrico – ci spiega Alice, la gestrice del rifugio - nel senso che noi abbiamo una sorgente a monte che non si è mai esaurita, neanche in periodi di forte siccità. Io sono qua da 12 anni, prima di me c'era mia sorella i miei genitori ci sono dal 1989 perciò abbiamo un quadro veramente chiaro e da trent'anni a questa parte è la prima volta che si esaurisce la sorgente. Per noi questa è proprio una novità che ci ha preso un po’ in contropiede, abbiamo visto la situazione di siccità ma non pensavamo mai di arrivare a un punto del genere. La riprova è che il lago è imbarazzante, l'acqua si è proprio abbassata e la “spiaggia” si è ritirata oltre i 2 metri rispetto al normale. Il torrente che avevamo qua nel nostro prato dove di solito mettono ad abbeverare i cavalli è completamente secco venendo giù dalla stessa sorgente, sotto la sorgente c'è ovviamente un invaso che rifornisce il nostro deposito che è completamente a secco."

"Solitamente – continua Alice – la nostra apertura classica è fino al weekend dei morti però vista come era la stagione avevamo anche ipotizzato di poter andare avanti e di allungare un pochino con i weekend ma a questo punto siamo costretti ovviamente a chiudere. Riusciremo a fare sabato e domenica ma non il ponte cioè non fino a martedì. Per l’apertura invernale, di solito abbiamo sempre aperto dal 27 dicembre all'epifania, eravamo già d'accordo di non farla. Come se non fosse sufficiente la siccità abbiamo sulle spalle due anni di pandemia in cui non si poteva e poter aprire per le feste di Natale è un impegno non indifferente a livello di spesa. Altro tasto dolente è il discorso energetico del rifugio, noi andiamo con il fotovoltaico ma se non carica dobbiamo andare a gasolio e le spese adesso sono ingenti, per scaldare il rifugio in una giornata ci vuole un quintale di legna… diciamo che il gioco non vale la candela. Mi auguro che sia un'invernata nevosa, lo spero tanto, in maniera da non avere più problemi e speriamo di poter riaprire per il periodo delle feste di Pasqua."