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Cicogne: “Regione schizofrenica: restino solo 3 ospedali, ma si riapra il punto nascite”

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Nadia Vassallo, portavoce comitato Salviamo le Cicogne, ancora una volta interviene sulla questione dei punti nascita: “L’assessore Donini è entrato subito in campo per diffondere mutismo e rassegnazione sulla riapertura dei punti nascita di montagna, grazie all’azione (combinata?) con il primario di ginecologia di Reggio. Eppure sono tanti i titoli di articoli di giornale nei quali il presidente Bonaccini rilanciava la palla in campo avversario sostenendo che la Regione era pronta per la riapertura immediata dei punti nascita di montagna. Ora invece parlano di carenza di organico, irreperibilità dei medici, una sorta di disastro naturale al quale è impossibile farvi fronte”.

“Assessore Donini, sveglia – tuona la Vassallo - è colpa vostra se per clientela elettorale in provincia di Reggio Emilia continuate a tenere aperti 6 centri ospedalieri mentre nelle altre provincie sono la metà. Non avete il coraggio di scegliere”.

“Dato per acquisito che le risorse umane e finanziarie scarseggiano – sostiene la portavoce delle Cicogne - , dovete organizzare la logistica dell’assistenza: un centro fortemente attrezzato e anche specializzato a Reggio e due strutture ai poli opposti della provincia, Guastalla e Castelnovo ne’ Monti, perché la priorità del servizio è la copertura territoriale. Invece riaprite sulla base del peso elettorale, così come non avete voluto chiudere Scandiano, Mirandola e Cento nonostante le donne non ci vadano a partorire perché preferiscono altri punti nascita. Siete schizofrenici: dite che bisogna partorire in grandi centri per la sicurezza di mamma e bambino e riaprite quelli secondari, Montecchio e Guastalla, tacendo sulla presunta insicurezza”.

La Vassallo sottolinea che Castelnovo era il più sicuro di tutti ed era anche l’unico con un proprio reparto di terapia intensiva. Avete così desertificato l’assistenza al parto su tutta la montagna emiliana usando l’alibi meschino della sicurezza, favoleggiando donne con le doglie in elisoccorso e donne nullafacenti in foresteria per partorire giù in città, idee che solo il peggior maschilismo può partorire”.

E conclude: “E non dica bugie per allontanare la vostra responsabilità: il punto nascita non è stato chiuso con provvedimento ministeriale, in quanto era solo un parere consultivo dato su richiesta della Regione preso sulla base di dati completamente distorti. I punti nascita sono stati chiusi con delibera della Regione, unica istituzione con potere di gestione sulla sanità, quindi per volontà di Bonaccini. Tant’è che in Toscana, sulla base di analogo parere negativo sul punto nascita di Piombino, la Regione non lo chiuse e inviò al Ministero richiesta di revisione del parere”.

 

7 COMMENTS

  1. Avanti così!!La Sanità pubblica è un diritto!!Ed è giusto pretenderla dove a volte latita.Brava la Vassallo e tutto il comitato.Si parla tanto di giovani e come trattenerli in montagna poi si toglie il punto nascite??Un controsenso a cui molti politici dovranno rendere conto a noi contribuenti.

    Andrea

    • Firma - Andrea
  2. Di fronte all’apparente “rimpallo” cui sembrerebbe di assistere, tra Ministero e Regioni, circa le competenze decisionali in tema di Punti Nascita, ci si potrebbe pure domandare se detto “dualismo”, o dicotomia per dirla in altra maniera, possa casomai dipendere anche dalla legislazione concorrente, introdotta per talune materie dalla norma costituzionale n. 3/2001, che ebbe a riformare il Titolo V della nostra Costituzione riguardo alla potestà legislativa in capo a Stato e Regioni.

    Alla prova dei fatti detta riforma costituzionale sembra non godere di ampia condivisione, in ordine appunto alla rispettiva sfera legislativa, ma allora venne confermata dal Referendum popolare tenutosi in ottobre 2021, mentre non superò invece la prova referendaria, nel giugno 2006, una successiva norma che, se ben ricordo, cercava anche di definire con maggior precisione il confine tra i rispettivi ambiti legislativi, onde evitare o quantomeno ridurre gli eventuali contenziosi.

    Ma al di là di tale aspetto, riguardo al quale possono esprimersi certamente molto meglio, e con maggior precisione e dettaglio, quanti sono esperti di normativa e diritto, resta da comprendere perché mai si parli tanto spesso di Aree Interne, non di rado enfatizzando tale strumento come quello in grado di valorizzare e ripopolare le zone appenniniche – il che genera inevitabilmente una qualche aspettativa per chi già vi abita, o vorrebbe venire a risiedervi – salvo avere poi la deludente sensazione che alle parole non seguano le azioni politiche atte ad una effettiva “valorizzazione”.

    P.B. 11.01.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  3. Ancora si parla del punto nascite??? Forse non avete ancora capito che Non riaprirà più, anche perché saranno potenziati i servizi di Automedica e Infermieristica in caso di bisogno, come riportato tempo fa dagli organi di stampa. Fatevene una ragione, sopratutto la Vassallo che forse, e mi dispiace dirlo, non ha capito il discorso che il Sindaco tempo fa gli fece durante un Consiglio Comunale. Se ne faccia una ragione ci sono cose ben più importanti nell’ospedale da difendere. Intendiamoci è molto importante il punto Nascite, ma ormai la decisione è stata presa da alcuni anni. E se qualcuno non lo sapesse, per le gravide l Azienda USL mette a disposizione a Reggio Emilia, appartamenti in uso gratuito, da utilizzare alcuni giorni prima del parto e tutti adiacenti al Santa Maria Nuova, anche questa notizia riportata dalla stampa.

  4. Forse ha ragione l’ultimo commento nel prevedere che il Punto Nascite “Non riaprirà più”, e si poteva fors’anche intuire già da tempo un tale epilogo, ma l’azione fin qui condotta dalle Cicogne ha comunque fatto emergere l’apparente contraddizione dei nostri “decisori politici”, in ordine giustappunto a detto problema, così che ognuno di noi può farsi una propria opinione in proposito (ovviamente per chi è interessato a farsela)..

    P.B. 13.01.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  5. Brava Nadia, questo è parlare chiaro, oltre le foschie e le nebbie del politichese. Se non sono queste le battaglie da fare, quali vengono prima nella scala gerarchica ? Quelle in favore dei crediti di carbonio ? Quindi un malato di tumore si sentirebbe appagato se a Milano vi fossero appartamenti ad uso gratuito alla bisogna ? Allora tanto vale chiudere l’ospedale ed investire in appartamenti nosocomiali altrove. Eventualmente alcuni presso arcispedali cittadini anche per la medicina generale ? Il piglio giusto il tuo, per non piegarsi/inchinarsi alla rassegnazione ed abbaiare soltanto alla Luna . Mettendoci la faccia, a muso duro, a differenza di altri sempre nascosti , recidivamente , dietro a cortine fumogene più o meno dense o alle quinte del palcoscenico. Grazie.

    Umberto Gianferrari

    • Firma - Umberto Gianferrari