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Crisi della neve in Appennino: le richieste della Regione al Governo

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Una moratoria dei mutui, la riduzione delle aliquote fiscali, la possibilità di anticipare le risorse nazionali in co-finanziamento per gli impianti sciistici, la cassa integrazione per i lavoratori stagionali e lo sblocco immediato dei fondi residui dei diversi bandi per i ristori Covid, che la Regione aveva gestito insieme ad Unioncamere e che per l’Emilia-Romagna ammontano a 3,3 milioni di euro. Una misura, quest’ultima, che sarebbe oltretutto a costo zero, dal momento che ci sono stanziamenti già assegnati ma vincolati, per norma nazionale, ai mancati introiti da Coronavirus.

La stima dei danni a lavello nazionale supera i 50 milioni. E' quanto emerso dal tavolo sulla questione dell'Appennino senza neve convocato dal ministro del turismo Santanchè con gli operatori del settore, dagli albergatori ai maestri di sci, ai gestori degli impianti di risalita, e i rappresentanti delle Regioni, tra gli altri il presidente della Toscana Eugenio Giani e il coordinatore del turismo della Conferenza delle regioni Daniele D’Amario.

Prima della videoconferenza con il ministro Santanchè, l’assessore Corsini, insieme al collega con delega alla montagna, Igor Taruffi, ha voluto incontrare gli amministratori e le categorie economiche dell’Appennino emiliano-romagnolo, per ascoltare le loro proposte e informarli delle considerazioni che sarebbero state avanzate al Governo, in particolare lo sblocco dei residui dei ristori Covid.

In particolare, gli operatori economici hanno chiesto la possibilità di anticipare i fondi statali per il co-finanziamento degli investimenti degli impianti sciistici: il Governo, che stanzia 100 milioni nei prossimi tre anni a questo scopo, li prevede solo per spese effettuate a partire dal 2023, ma a fronte di una stagione che deve ancora partire con un conseguente ed evidente calo degli introiti, la richiesta dei titolari e dei gestori è quella di poter accedere al co-finanziamento anche per le spese effettuate nel 2022.

Dai sindaci dei Comuni coinvolti fino ai presidenti dei Consorzi dei gestori degli impianti di risalita, fino alle associazioni di categoria, è stato unanime il ringraziamento nei confronti della Regione per la velocità e la concretezza nell’affrontare l’emergenza.

Di fronte all’emergenza che sta colpendo le zone Appenniniche in tutta Italia, dove le alte temperature impediscono l’avvio della stagione sciistica anche utilizzando la neve artificiale, l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, insieme ai colleghi delle altre Regioni coinvolte e ai rappresentanti delle categorie economiche, ha incontrato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per presentare al Governo le richieste e le proposte dei territori e dei comparti produttivi.

Richieste che non si sono fermate alla gestione dell’emergenza, comunque urgente visto che arriva già a 50 milioni di euro la stima dei ristori necessari a livello nazionale. Più in generale, infatti, hanno riguardato anche il necessario cambio di passo nella promozione turistica dell’Appennino durante la stagione invernale, per arricchire l’offerta sciistica con altre e diverse opportunità.

Tra le iniziative presentate dall’assessore Corsini al ministro, l’utilizzo di fondi Pnrr e Fsc per la realizzazione di impianti sportivi nelle aree appenniniche, lo stanziamento di risorse nazionali per la riqualificazione alberghiera con premialità per le strutture in montagna e la creazione di un tavolo permanente per una strategia che porti a una macro-destinazione Appennino a livello nazionale.

“La situazione è drammatica, perché il contraccolpo di questa mancata apertura è stato durissimo su tutte le imprese della filiera e tutte le misure sulla fiscalità, così come i ristori, sono assolutamente necessari e urgenti- spiegano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore Corsini-. Come Regione ci siamo fatti capofila davanti al ministro Santanchè di alcune proposte, a partire dallo svincolo dei residui non assegnati dei bandi Covid, che sarebbero immediatamente utili per le imprese coinvolte, anche se di certo non risolutivi”. “Santanchè- anticipa Corsini- ha dimostrato apertura nei confronti di questa e di altre soluzioni, e le presenterà anche agli altri ministeri coinvolti”.

Secondo il presidente della Regione e l’assessore regionale al Turismo, l’emergenza impone di iniziare anche un ragionamento complessivo sull’Appennino, che è la più grande infrastruttura naturale d’Italia. E quindi l’offerta sciistica deve restare fondamentale, ma gli investimenti non possono limitarsi solo al potenziamento della produzione della neve artificiale: “Servono anche nuove infrastrutture sportive e turistiche, come impianti sportivi, palazzetti per il ghiaccio, centri benessere, che ci permettano nel giro di qualche anno di arricchire e diversificare l’offerta invernale della nostra montagna”. “Qui in Emilia-Romagna siamo già partiti, ben prima di questa emergenza, con i lavori per un progetto di sistema sulla Destinazione Appennino, insieme ad APT e alle tre Destinazioni turistiche”.

“Sono proposte di sistema- aggiungono - perché nascono dall’ascolto e dal confronto con gli enti locali e gli operatori, e oltre a risolvere una emergenza vogliono avere una visione di medio e lungo periodo, perché l’Appennino in Emilia-Romagna e in tutto il paese ha bisogno soprattutto di progettualità, oltre che di ristori”.

“Questa emergenza è un banco di prova importante per l’approccio del Governo al rapporto con i territori e con i loro problemi, e devo dire- conclude Corsini- che le primissime risposte dopo l’incontro sono state incoraggianti”.

Da parte dell’Esecutivo dovrebbero arrivare risposte in tempi rapidi.

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