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Con “Appennino domani” si apre una nuova fase strategica per la montagna reggiana

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(Foto Chiara Zampineti)

Erano circa un centinaio le persone che il 24 gennaio scorso presso l’Oratorio don Bosco di Castelnovo ne' Monti hanno dato vita a “Appenino Domani”. L’evento, che ha avuto una durata di circa 4 ore, ha dato l’avvio ad una nuova e importante fase che riguarda l’Appennino reggiano e che fa seguito alle attività della Strategia delle Aree Interne appena conclusasi.

Nuove progettazioni potranno vedere la luce grazie a finanziamenti regionali e nazionali e si svilupperanno su un lasso temporale di sette anni.

I comuni interessati sono dieci: Baiso, Canossa, Casina, Castelnovo ne' Monti, Carpineti, Toano, Ventasso, Vetto, Viano, Villa Minozzo,

La serata, voluta da Enrico Bini, sindaco referente dell’area interna Appennino Reggiano, è stata organizzata da Ilaria Dall’Asta (sociologa, referente per le Aree Interne dell’Appennino Reggiano), e condotta in sala dal dottor Massimiliano Anzivino che ha dettato i tempi e ne ha governato i diversi step.

(Foto Chiara Zampineti)

Sono stati toccati i seguenti temi: turismo, benessere scolastico, didattica innovativa, medicina territoriale, mobilità, progetti con le comunità, agricoltura e ambiente. Ai tavoli di lavoro, costituiti da cittadini provenienti dai diversi comuni e  guidati da facilitatori esperti nei diversi ambiti, si sono potuti esprimere pareri e considerazioni ad ampio spettro. Questi sono stati poi  sintetizzati in brevi ma significativi flash esposti agli amministratori pubblici presenti così come ai dirigenti scolastici e ai responsabili Asl.

(Foto Chiara Zampineti)

La serata si è conclusa con i ringraziamenti calorosi di Enrico Bini rivolti ai partecipanti della comunità civile, ai facilitatori e a tutti gli intervenuti a diverso titolo che hanno reso le sessioni di lavoro produttive e interessanti.

Con queste parole Giampiero Lupatelli esprime le sue considerazioni in merito alla serata: “La Montagna del Latte ha conquistato attenzioni importanti e una buona reputazione nel panorama delle politiche di coesione a livello nazionale e non solo. La strategia può consolidare questi suoi primi successi solo se le istanze del cambiamento necessario e possibile crescono nella consapevolezza della intera comunità montanara.

(Foto Chiara Zampineti)

La partecipazione attiva, il protagonismo della comunità sono per questo decisive. “Appennino domani” per la dimensione, il livello e l’intensità della partecipazione registrata e per il clima disteso e collaborativo che si è manifestato è un segnale molto importante in questa direzione. Bisognerà dargli continuità e rilievo!”

“In un contesto informale e leggero - spiega Massimiliano Anzivino - con un metodologia interattiva a cavallo tra il World Cafè e l'Open Space Tecnology, con un cappello introduttivo di Giampiero Lupatelli di Caire e con il contributo di cittadini facilitatori dei tavoli di lavoro, sono stati raccolti i primi dati. Da questi si partirà per costruire le nuove progettazioni cercando di alimentare il coinvolgimento e la partecipazione vissuti durante la serata. In molti hanno esplicitato infatti l'interesse e il desiderio di dare altri contributi ai temi sui quali hanno dialogato”.

1 COMMENT

  1. Va ovviamente salutata con favore ogni iniziativa che possa dare prospettive al nostro territorio, anche se nella fattispecie sembrerebbe trattarsi di una strategia ad effetto in qualche modo differito o ritardato, posto che le relative progettazioni si svilupperebbero su un lasso temporale di sette anni – grazie a finanziamenti regionali e nazionali, forse ancora da determinare – dopo di che, alla fase di progettazione, dovrebbe poi intuitivamente seguire quella di realizzo, con un inevitabile protrarsi dei tempi (se non ho per caso travisato l’ordine e la cronologia degli interventi in discorso).

    Ben venga dunque questa “proiezione” sul futuro, seppur tutta da costruire, e fors’anche da concepire, almeno così pare salvo miei possibili fraintendimenti, ma nel frattempo bisognerebbe anche pensare alla salvaguardia dell’esistente, fatto di eccellenze e di preziose normalità, un insieme che finora ha fortunatamente permesso la tenuta del nostro tessuto sociale, messo a dura prova dallo spopolamento, e proprio ciò lo rende un insieme da sostenere perché il suo eventuale cedimento farebbe di fatto mancare il terreno su cui impiantare le “nuove progettazioni” qui citate

    E circa un tale augurabile sostegno, io continuo a pensare che la maniera più semplice, diretta, e rapida, per realizzarlo, sarebbe l’agire tramite meccanismi di agevolazione fiscale per le attività svolte in ambito montano, spalmata in forma trasversale senza cioè passare tra procedure selettive che allungano i tempi e restringono giocoforza la rosa dei possibili beneficiari, e se da un lato ciò comporterebbe all’inizio una minore entrata per le casse pubbliche, avremmo poi un verosimile recupero dovuto al permanere, se non prosperare, di attività che oggi sono casomai a rischio chiusura.

    P.B. 29.01.2023

    P.B.

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