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“Da noi durante la guerra l’antistalinismo viene sacrificato all’antifascismo”

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Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Luca Tadolini agli interventi di Umberto Gianferrari, Giuseppe Giovannelli e Gianluca Marconi sul libro dedicato alla Rsi a Reggio Emilia nel 1944. 

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Rispondo volentieri a Umberto Gianferrari, nipote di Pasquale Marconi, che nel Giorno della Memoria contesta una frase in un mio libro - che l’ha “sconvolto” - dove scrivo che nel 1944 l’antifascismo cattolico reggiano, Marconi compreso, “risulterà essere un mortale paravento della micidiale guerriglia comunista sostenuta dagli angloamericani”; sul medesimo punto è intervenuto anche lo storico Giuseppe Giovannelli e Gianluca Marconi, ex Sindaco.

In effetti, nei libri sulla Repubblica Sociale Italiana a Reggio ho pubblicato documenti forse “sconvolgenti”, come i verbali d’interrogatorio dei fratelli Cervi, le lettere delle vedove di Cervarolo, la relazione fra servizi Usa e Partito Comunista, le posizioni del Vescovo Brettoni, l’indagine sull’omicidio dell’ufficiale medico Pietro Azzolini ed il “processo” partigiano alla sorella Marianna, entrambi amici di Pasquale Marconi. E anche gli atti dell’arresto del dottor Marconi per aver fornito cure e rifugio al comunista Riccardo Cocconi, Miro (braccio destro del Commissario Politico Eros, Didimo Ferrari,) ferito a Cerrè Sologno nel Marzo 1944. La frase contestata è su questo frangente, dove le vicende dei due medici si intersecano nella tragedia. Azzolini e Marconi, il primo in divisa fascista, il secondo nella resistenza antifascista, cercheranno insieme di evitare le rappresaglie tedesche in montagna dopo la puntata comunista di Eros e Miro, che si concluderà con l’ecatombe di Cervarolo. Marconi nasconderà il comunista Miro Cocconi e per questo verrà arrestato dai fascisti. A Giugno 1944 i comunisti prelevano il dottor Azzolini, la sorella Marianna, sperando – invano - possa salvare il fratello, corre a far uscire dal carcere Marconi, ma i partigiani di Miro ed Eros hanno già trucidato il suo amico Pietro Azzolini.  Nell’estate1944, tuttavia, Miro, Eros e Pasquale Marconi saranno insieme ai vertici del Comando Unico partigiano. A Novembre, verrà catturata Marianna, subito brutalizzata, poi condannata a morte.

Pasquale Marconi si adopererà per evitarne la fucilazione. Marconi “stigmatizzò e si oppose contro ogni tipo di azione omicida”, mi contesta Gianferrari, “salva le vite” scrive Giovannelli, ma il sodalizio dei partigiani cattolici con i comunisti nel Triangolo della Morte, durante la Resistenza, non si interrompe davanti alle violenze comuniste. Come invece accade altrove in Europa, quando lo stalinismo egemonizza le resistenze antifasciste. Da noi durante la guerra l’antistalinismo viene sacrificato all’antifascismo. Questo è il punto (sconvolgente? Leggete il capitolo sui servizi USA che privilegiano i comunisti di Eros.).

Nel 1951 Marconi, da deputato Dc, dirà poi in Parlamento: “ho il piacere di avere combattuto insieme con i comunisti, purtroppo ho visto quel che sono capaci di fare in male (oltre che in bene perché li ho visti combattere bene), posso dirvi che li ho visti commettere atti di una ferocia tale da non aver nulla da invidiare a quelli commessi dai nazisti”. Nel libro che viene commentato scrivo anche che “vi sono persone che per carisma, posizione sociale, tradizione (…) si adoperarono per attraversare la guerra con il piglio e l’autorità della cultura cristiana. La guerriglia scatenata da comunisti e angloamericani sconvolge tuttavia l’aspirazione del mondo cattolico (…) frantuma in un balbettio di comportamenti, forse anche eroici, ma soccombenti, il tentativo dei notabili cattolici di rimanere fuori dall’orrore della guerra civile (…) rimarranno uno scoglio a cui cercherà di aggrapparsi qualche naufrago nel mare di sangue della guerra fratricida, ma non riusciranno ad impedirla, e loro stessi finiranno sommersi, oppure impotenti testimoni della violenza della fazione, con l’inconfessabile dubbio di essere infine diventati complici delle violenze che non si è riusciti a impedire.”

Luca Tadolini

10 COMMENTS

  1. Continuo a non trovare nelle posizioni di Tadolini nulla di sensato, ma piuttosto un ridicolo tentativo di riscrivere la storia in maniera grottescamente di parte. A mio avviso solo chi è accecato (in maniera più o meno conscia) da un fascistoide senso di appartenenza, può parlare di “guerriglia scatenata da comunisti e angloamericani”, quando nell’ “orrore della guerra civile” siamo stati trascinati, oltre ogni ragionevole dubbio, da un regime che si diceva patriottico e al tempo stesso consegnava la sua nazione (e migliaia di suoi cittadini) nelle mani dei macellai nazisti.
    Come al solito, Tadolini vorrebbe sovvertire fatti e responsabilità, tentando in maniera grottesca di far passare i carnefici per vittime e viceversa.

    Andrea

    • Firma - Andrea
  2. Anni fa, per saperne di più del nonno, mia sorella ed io chiedemmo un incontro allo Storico di ISTORECO sig. Mario Frigeri. Forse avendo lui intuito le mie simpatie politiche non sinistrorse, ci diede udienza presso gli uffici di ISTORECO una domenica mattina.

    Era il 6 ottobre 2019.

    In una conversazione durata oltre tre ore, abbiamo saputo tante cose di Pasquale Marconi , alcune delle quali non sapevamo o sapevamo solo in parte.

    Ho poi riascoltato più volte quel file audio e come ho detto ai miei cugini, la mia idea è quella di ricavarne un libro. Vedremo…

    Ma ciò premesso, veniamo alla replica di Tadolini.

    Leggendo il suo libro, che lui stesso mi ha regalato il 6 gennaio scorso, arrivo a pag.44 e mi prende un colpo ! Informo subito i miei cugini riguardo alla questione.

    Protesto duramente con lo stesso Tadolini il quale mi risponde sostenendo che quello è un suo punto di vista e una sua interpretazione.

    Ciò mi lascia ancor più sbigottito, ritenendo io ( da profano ) che proprio così NON dovrebbe fare uno Storico .

    Come fa il lettore a districarsi se gli confeziono una miscellanea nebulosa in cui non si percepisce quale sia il limite tra i fatti realmente accaduti e le interpretazioni dell’autore ?

    Così decido di chiedere un incontro ad uno Storico col “ pedigree “ in regola. Il prof. Giuseppe Giovanelli mi riceva a casa sua la mattina del 26 gennaio ( sarebbe stato il compleanno di mia madre ) e discutiamo dell’equazione Marconi = mortale paravento della micidiale guerriglia comunista. Dopo due ore di colloquio, chiedo al professore una sua riflessione nero su bianco riguardo al passaggio de quo.

    Rientrando a Castelnovo , mi fermo per strada e comunico al giornalista Luca Tondelli le mie perplessità ; le trovo pubblicate sulla Gazzetta il giorno seguente che , casualmente è proprio quello dedicato alla Memoria.

    Nei giorni seguenti vengo informato della replica di Tadolini e divento ancor più granitico nel mio sbigottimento . Ho ritenuto opportuno informare il lettore riguardo all’ordine cronologico degli accadimenti e per quanto riguarda la suddetta replica allego soltanto una considerazione che ho fatto sui social riguardo ad un passaggio della medesima . Convinto come sono che per saggiare le qualità organolettiche di tonnellate di olio d’oliva o vino, sia sufficiante qualche sorso soltanto.

    Grazie per l’attenzione

    Pasquale Marconi 14 febb 1951. ” …ci sarebbe da domandarsi, per esempio, se i nostri comunisti hanno la capacità, l’animus di adoperare questo metodo anche cruento ( se è incruento, tanto meglio per loro perchè è meno rischioso). Ora, non per sentito dire ma perchè ho il piacere di aver combattuto insieme…..”
    Penso sia affermare un so di che parlo, poichè testimone. Se tolgo l’inizio della frase, il senso cambia radicalmente : ” ho il piacere di aver combattuto insieme…” Se la frase inizia con ” ho ” serve la ” h ” maiuscola, oppure i puntini, così chi legge comprende che quel passaggio è all’interno di un contesto .Prosegue così : ” Voi avete dimostrato, specialmente in Emilia, specialmente nella nostra zona questa ferocia;…….EPPOI……la vostra stampa, il vostro partito, i vostri esponenti non hanno mai condannato alcuno di questi assassini, alcuna di queste stragi, poichè evidentemente anche la strage e l’assassinio entrano nel vostro metodo. ”
    da ” La Penna e la Voce del dr.Pasquale Marconi ” di Francesco Milani. pag.243

    Beh cari comunisti, se avete paraventi come questo, forse è meglio il vento…

    Umberto Gianferrari

    • Firma - Umberto Gianferrari
  3. Quello di Tadolini è il punto di vista di chi non è mai uscito dall’isolamento dei fascisti durante la guerra di liberazione.
    Loro avevano l’appoggio e appoggiavano i tedeschi. Gli altri, ovvero le forze politiche che stavano rinascendo dopo vent’anni di dittatura, monarchici, militari fedeli alle istituzioni, truppe alleate e in particolare quelle angloamericane, partigiani e tanta popolazione facevano fronte comune antifascista. Al suo interno c’era una forte e maggioritaria componente comunista, ma già dall’estate del 44 i cattolici intesero smarcarsi dalla conduzione di quella componente per crearne una propria, a metà strada fra una formazione militare aggregata ai militari inglesi (Carlo – Don Orlandini) e quella di una formazione di natura cattolica, sostenuta anche da una rete di parroci della montagna.
    Chiaramente il problema di Luca Tadolini non è il fascismo ma il comunismo e quindi, per forza di cose chi era contro il fascismo per lui aiutava o copriva i comunisti. Beh, la storia delle feroci polemiche fra le Fiamme Verdi e le formazioni garibaldine sta a testimoniare che non solo vi era distinzione e dialettica fra le parti, ma vi era nella componente cattolica una forte matrice anticomunista, tant’è che sin da subito dopo la Liberazione lo scontro politico durato quasi cinquant’anni è stato fra comunisti e democristiani.
    Han ragione Umberto e GianLuca a reagire a questa semplificazione di Tadolini che porta a ridurre la figura di Marconi e dei cattolici a gregari, sudditi, e per questo complici della componente comunista: è mancanza di rispetto e soprattutto di considerazione storica per i fatti e i meriti.
    Gianni Marconi (preciso che non sono parente dell’onorevole)

    Gianni Marconi

    • Firma - Gianni Marconi
  4. Credo sia utile per tutti rispolverare queste pagine di storia, serve a fare memoria, serve a far comprendere e a ricordare fino a che punto si può spingere la cattiveria umana; credo che quanto scritto da Luca Tadolini nel suo libra vada inteso nella sua globalità e sia sbagliato estrapolare concetti o significati di singole parole; ma questa è una mia interpretazione. Nella risposta di Luca Tadolini mi ha colpito molto la dichiarazione del Deputato della DC, il grande Pasquale Marconi, quando fa presente che ha visto commettere dai comunisti atti di una ferocia tale da non avere nulla da invidiare a quelli commessi dai nazisti. Questa dichiarazione del Deputato Marconi non mi sorprende, basti pensare alla barbara uccisione del Seminarista quattordicenne Rolando Rivi di Castellarano, basti pensare ai massacri delle Foibe a guerra già finita e ad armistizio già firmato.
    Che la guerra sia brutale chi ha la mia età lo sa per tanti motivi, ma la cosa che non sappiamo è la “Verità” sui fatti reali commessi da una parte e dall’altra, ed è questo che mi addolora maggiormente; con ciò non voglio giustificare ne gli uni ne gli altri; meno male che ci sono scrittori che hanno il coraggio di affrontare la verità su come sono andate effettivamente le cose; chi sa e tace o nasconde è semplicemente complice di certi reati.

    Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto

    • Firma - Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto
  5. Anche in questo articolo trovo l’espressione “guerra civile” , orbene durante la Repubblica Sociale nessuno uso’ mai questo termine, i nazifascisti usavano dire “guerra alle bande” o altre espressioni simili. Il vecchio fascismo si è liquefatto il 25 luglio del 1943, quello che è seguito è stata di fatto l’annessione di nove province alla Germania. I fascisti di Salo’ non avevano alcun potere decisionale e sottostavano al potere nazista e questo è il motivo per cui anche gerarchi della prima ora come Muti, Bottai che si arruolò nella Legione Straniera e combatte’ da lì i tedeschi, e tantissimi altri fascisti importanti non aderirono a Salo’ . In effetti la Repubblica Sociale termino’ a fine aprile del 1945, si prende il 25 come riferimento che è la caduta di Milano, con la ritirata tedesca, segno che non ebbe mai vita “autonoma” . Il termine “guerra civile” al posto di guerra di liberazione, che tale era visto che si lottava contro un invasore straniero, hanno iniziato ad usarlo i reduci di Salo’ decenni dopo, vedi Giorgio Pisano’, per cercare di dare dignità al periodo cercando di cancellare un asservimento completo a un occupante straniero. Alla guerra di liberazione parteciparono i comunisti, che è vero fecero atti atroci come dichiarò il Prof. Marconi, parteciparono anche socialisti, cristiani, ebrei, liberali, monarchici, soldati rimasti fedeli al re ecc… E’ stata una guerra di popolo espressa in tutte le sue componenti migliori!

  6. La posizione dell’on. Marconi mi sembra chiara e inequivocabile, come possiamo dedurre anche dal suo intervento alla Camera dei Deputati il 14.02.1951 – un cui eloquente stralcio è riportato nel commento di Ivaldo Casali ad altro articolo di Redacon titolato “Gianluca Marconi: Pasquale Marconi ha combattuto ogni totalitarismo” – e lo stesso può dirsi per altri esponenti del mondo cattolico reggiano, in quegli anni difficili, travagliati e drammatici.

    Nel contempo, e per converso, questa “constatazione”, o doverosa presa d’atto, va di fatto a rafforzare l’incredulità e l’interrogativo di quanti si chiedono perché mai non pochi eredi di tale cultura politica abbiano poi ritenuto di farla congiungere con quell’altra, allora ben distinta, se non distante – vi era nella componente cattolica una forte matrice anticomunista, scrive qui Gianni Marconi – al punto di arrivare ad una fusione, per dar vita ad un unico partito.

    Ragionando in termini politici, un conto è infatti, a mio vedere, il pattuire alleanze per così dire “innaturali” o straordinarie – ossia tra forze politiche abitualmente contrapposte e antagoniste – se si tratta di far fronte comune verso situazioni emergenziali, vedi ad es. i Governi di unità nazionale, che di norma hanno comunque durata temporanea, e tutt’altra cosa è invece il fondersi (dando l’idea di linee di pensiero affini, concomitanti o complementari).

    Dopo di che, lasciando rigorosamente fuori dal discorso ciò che riguarda le singole persone, chi parla di “un ridicolo tentativo di riscrivere la storia in maniera grottescamente di parte”, non dovrebbe scordare che vari eventi storici hanno avuto “narrazioni” diverse, in base al narratore, il che non significa necessariamente voler alterare o distorcere gli accadimenti ma darvi la propria interpretazione (che troverà o meno credito presso chi legge o ascolta).

    P.B. 02.02.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
    • Egregio P.B.
      innanzitutto mi trovo parecchio d’accordo con lei riguardo la prima parte del suo commento. Io una mia idea me la sono fatta: in primis ci metterei una perdita di identità nel passaggio da PCI a PDS, con un marcato spostamento del partito verso il centro. In secundis, il bisogno degli ex democristiani di ricollocarsi dopo lo scioglimento del loro partito (alcuni hanno trovato asilo nel centro-sinistra con la margherita che confluisce nel PD, e che peraltro ne prende velocemente il controllo, e altri nel centro-destra con l’UDC che confluisce nella cosiddetta casa delle libertà).
      Riguardo invece l’ultima parte del suo commento, mi permetto anche io di ricordarle quanto scritto da Umberto Gianferrari, col quale mi trovo completamente d’accordo: “Protesto duramente con lo stesso Tadolini il quale mi risponde sostenendo che quello è un suo punto di vista e una sua interpretazione. Ciò mi lascia ancor più sbigottito, ritenendo io (da profano) che proprio così NON dovrebbe fare uno Storico “. E visto che Tadolini ha deciso comunque di “darvi la propria interpretazione (che troverà o meno credito presso chi legge o ascolta)”, io mi sento libero di esprimere il mio punto di vista, sentendomi annoverato tra coloro che leggono o ascoltano.
      Cordiali saluti

      Andrea

      • Firma - Andrea
  7. Del tutto legittimamente Andrea si è fatto la propria idea, e si sente libero di esprimere il proprio giudizio, e con eguale spirito dovrebbe allora “concedere” a Tadolini di poter fare altrettanto (almeno secondo la logica del pensiero liberale e garantista).

    E sempre sulla stessa onda, di fronte alla sua osservazione, verosimilmente realistica, della Margherita che confluisce nel PD e ne prende velocemente il controllo, anch’io mi sono fatto a mia volta un’idea, ovviamente opinabile qual è ogni punto di vista.

    Se gli eredi del PCI si sono arresi in tempi rapidi alla cultura politica “margheritina”, come dice Andrea, significa che la loro cultura e idealità politica era piuttosto debole e cedevole, a dispetto di chi, un tempo, avrebbe voluto farla primeggiare su quella socialista.

    P.B. 06.02.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  8. Caro P.B.
    vede per caso in quanto ho scritto una censura nei confronti di Tadolini, volta a non “concedergli” il diritto di esprimersi? Come se, peraltro, io avessi il potere di decidere chi può o non può parlare. O stiamo piuttosto risuonando la solita sinfonia destroide-vittimista-salviniana, dove si confonde il diritto di critica con la censura?
    Anche sull’ultima frase, sono francamente stupito da una semplificazione di così basso profilo. Confondere una cultura e un ideale politico con secoli di storia, con le persone ed i politici che li hanno rappresentati, mi pare una deriva alquanto pericolosa. Si potrebbe allora dire facilmente la stessa cosa del socialismo, rappresentandolo come una cultura debole e cedevole alle tangenti e al malaffare. Ma io, da persona intelligente quale ancora mi considero, mi guardo bene dal fare certe affermazioni.
    Cordiali saluti

    Andrea

    • Firma - Andrea
  9. Carissimo Andrea,

    intelligenza a parte, che qui c’entra poco o nulla, ogniqualvolta mi è successo di disapprovare e contestare, anche duramente, altrui opinioni diverse o distanti dalle mie, non ricordo di aver mai cercato di irriderle, bollandole come “un ridicolo tentativo”, ritenendo che vada sempre rispettato chi esprime ed espone la propria idea (me ne dispiacerei non poco se inavvertitamente mi fosse capitato di venir meno a tale regola).

    Dipoi, le mie considerazioni riguardo agli eredi del PCI erano inequivocabilmente riferite ad un periodo temporale ben preciso, ossia quello di Tangentopoli, e il suo dopo – e dunque nulla c’entrano i “secoli di storia”, e la deriva pericolosa – ed erano in ogni caso di natura strettamente politica, così come del resto l’insieme di questi interventi, mentre qui vedo invece far cenno a tangenti e malaffare, il che in fondo non mi stupisce troppo.

    Non mi stupisce perché questa è stata suppergiù un’allusione abbastanza usuale tre decenni fa, all’incirca, nelle fila di quanti erano poco amici dei socialisti, o non erano riusciti a piegarli o batterli in via politica, e ricorrevano quindi a tale “subordinata” per screditarli, incuranti della storia del PSI, salvo poi essere via via smentiti col trascorrere del tempo, tanto che gli irriducibili “censori” di quel partito sembrano in continua diminuzione.

    Ricambio i cordiali saluti.

    P.B. 08.02.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.