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Vassallo (Castelnovo ne’ Cuori): “Marchesi ragiona come un gestore della logistica”

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Nadia Vassallo

La questione del punto nascita di Castelnovo ne' Monti continua a dividere l'opinione pubblica e a suscitare dibattiti tra i politici locali. Dopo il sindaco Bini, anche la consigliera di minoranza Nadia Vassallo ha risposto alla dichiarazione della dottoressa Marchesi sulla riapertura dei punti nascite.

Secondo Vassallo, il pensiero di Marchesi sarebbe "appropriato per un gestore della logistica di un’azienda industriale e non certo per il massimo dirigente della sanità pubblica che invece dovrebbe sapere che le economie di scala si fanno in pianura mentre per la montagna vale il presidio del territorio ampio e difficile, come appunto la legge di deroga prevede".

La consigliera Vassallo ha sottolineato che "se se ne fa un problema di soldi, allora vorrei capire: perché Regione e Ausl seppelliscono più di 40 milioni di euro (che diventeranno 80) per farne uno faraonico a Reggio? Con tutti i problemi economici che la Regione Emilia Romagna lamenta e che porteranno al commissariamento della sanità?".

Vassallo ha anche criticato i politici locali che, secondo lei, non si sono espressi in modo chiaro sulla questione.

"La Marchesi un merito l’ha avuto: è l’unica che ha aperto bocca sul tema punto nascita mentre invece i "politici" a cui compete decidere (come rivendica il sindaco Bini) brillano per mutismo assoluto da dopo le elezioni regionali. E per essere precisi, dopo aver letto le dichiarazioni del sindaco Bini, è giusto ricordare che il presidente Bonaccini non si espresse parlando di 'possibile' riapertura, bensì di accordo già preso con il ministro Speranza, mentre lo stesso Bini si spingeva a prevedere la riapertura entro 60 giorni. Ma tutto questo avveniva alla vigilia delle elezioni regionali, poi tutti si sono inabissati nel fondo del barile. Salvo una volta che Bonaccini riprese il discorso dando garanzia con la sua parola data…" conclude la consigliera.

5 COMMENTS

  1. Con tutto il rispetto per chi combatte per il punto nascite voglio sottolineare che il problema non e’ solo quello. Stamattina sono andato a prenotare al cup delle visite urgenti. Mi e’ stato risposto dall’impiegata (che NON ha nessuna responsabilita’) che i calendari sono finiti e pieni fino a luglio compreso. Se si libera un posto e per sapere se sono prenotabili da agosto in poi devo passare da loro ogni settimana ……. come se la gente non lavorasse o non avesse altri impegni. la sanita’ pubblica in provincia e’ stata distrutta depotenziata impoverita.

    http://GM

    • Firma - GM
  2. Ho non di rado l’impressione che “sia venuta meno la politica”, come si usa dire, e, pur nella consapevolezza che le esigenze cambiano, con altre nuove che si vanno continuamente affacciando, mi viene da pensare, forse illudendomi, che le cose sarebbero andate in modo diverso se ci fossero ancora la Comunità Montana e la Provincia, quella di una volta per intenderci (tralasciando i Comitati di Gestione che un tempo presiedevano le Aziende USL).

    Poi la politica ha fatto per così dire un passo indietro, verosimilmente anche sotto la spinta dell’antipolitica, dando spesso l’idea di abdicare al proprio ruolo, ed ha a mio vedere ragione la consigliera Vassallo nel dire che la dott.ssa Marchesi ha avuto in ogni caso il merito di pronunciarsi, mentre la politica se ne sta di fatto in silenzio (cercando semmai di “barcamenarsi”, oppure di “palleggiare” riguardo alle rispettive responsabilità decisionali).

    Se, come dicevo, certa politica si sente casomai “prigioniera” dell’antipolitica, con la seconda che viene alimentata dalla debolezza della prima, va a determinarsi una sorta di girare in tondo, o corto circuito, che inceppa in buona sostanza il motore dell’azione politica, la sola che, con una visione d’insieme, può mettere in atto quelle compensazioni tali da non far prevalere sempre la logica dei numeri, la quale favorisce indubitabilmente i territori più popolati.

    P.B. 23.03.2023

    P.B.

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  3. Il problema è che abbiamo avuto ed abbiamo una politica locale che se ne sta tranquilla e muta e in attesa di istruzioni. Quale occasione migliore di difendere i nostri diritti di quella di pretendere il rispetto delle promesse della campagna elettorale regionale ?

    Antonio D. Manini

    • Firma - Antonio D. Manini
  4. Visto come sono andate a finire le interpellanze fatte in Comunità Montana che, a dieci anni dalla chiusura dell’Ente, si possono ancora trovare in rete: http://www.comunita-montana.re.it/upload/files/Diga%20%20di%20Vetto.pdf, mi è molto difficile pensare che quella fosse un’istituzione in grado di realizzare risultati.

    Per me, – l’antipolitica -, sono tutti quegli Enti inutili il cui costo, un calcolo dell’adnkronos del 16 dicembre 2020, (https://www.adnkronos.com/enti-inutili-un-pozzo-che-ingoia-12-miliardi-lanno_3HuLcdvglUYpQt1Sw8rfPW), quantifica in 12 mld/anno.

    Giovanni Annigoni

  5. L’interpellanza qui citata da Giovanni Annigoni sta innanzitutto a dirci che nel Consiglio della Comunità Montana c’era comunque chi, ancorché in questo caso dai banchi della minoranza, poneva attenzione ai problemi della montagna, al di là delle posizioni della maggioranza, la quale nella fattispecie, ossia sulla “questione idrica”, non aveva forse intenzione di scostarsi dalle posizioni della Regione (vista l’affinità politica tra chi guidava i due suddetti Enti).

    Dipoi, poiché l’interpellanza in discorso porta la data del 31.05.2007, e sono dunque trascorsi quasi sedici anni, mentre c’è da supporre, da un lato, che le forze di minoranza avrebbero risollevato la questione, se la Comunità Montana fosse ancora operante, anziché venir sciolta come accaduto, non può nel contempo sfuggire che da allora poco o nulla è stato fatto dai decisori politici locali, riguardo al predisporre una qualche risposta al problema.

    Forse io nutro soltanto una illusione, come dicevo nel mio primo commento, ma passando all’ambito sanitario – che è l’argomento di cui si parla in questo articolo – e salvo errori di memoria, la Provincia, quella di allora, non fu estranea al confronto e al dibattito per la stesura del PAL, ossia quel piano attuativo che prevedeva i tre poli ospedalieri provinciali, ovvero Guastalla- Reggio-Castelnovo Monti, e vi partecipò fors’anche la Comunità Montana.

    P.B. 26.03.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.