Home Cronaca Due allevatori montanari alla Fiera del bue grasso

Due allevatori montanari alla Fiera del bue grasso

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Ci saranno anche due allevatori della montagna, Daniele Valcavi e Asia Ferretti, alla XXII edizione della Mostra Nazionale di Bovini di Razza Reggiana, nell’ambito della Fiera del Bue Grasso che si svolgerà a Cavriago il 25 e 26 marzo. E durante la 217a edizione della Fiera del Bue Grasso, oltre alla mostra, sarà organizzato presso il Centro Cultura Multiplo un convegno sul legame tra la genetica e la valorizzazione della razza bovina reggiana.

Insieme al presidente di ANABoRaRe, Ugo Franceschini, interverranno professori e studiosi dell’Università di Bologna a esemplificare quanto studio e lavoro siano alla base dell’allevamento dei bovini che vedremo esposti. La Mostra ha infatti la funzione di avvicinare le persone e le famiglie agli animali di questa antica razza, ma vuole anche valorizzare la competenza, la professionalità e la dedizione degli allevatori.

Daniele, titolare della azienda agricola Il Gigante di Baiso, si è dedicato all’allevamento giovanissimo ed è un ‘abitudinario’ della fiera. “Non è la prima volta che partecipo racconta - per me è un appuntamento fisso; posso dire che ho iniziato a frequentare le fiere a 17 anni; ci andavo con altri allevatori quando accudivo i loro animali”.

Daniele Valcavi

Molto orgoglioso del suo lavoro, Daniele ha iniziato circa ventidue anni fa prima come dipendente poi aprendo una propria attività, avviata nel 2011. “Una passione per questi animali che ho nel cuore - spiega  – certo non è stato semplice, ho incontrato tante difficoltà ma son andato avanti con determinazione. Non nego che ancora oggi non è tanto semplice soprattutto perché ho scelto di usare, per alimentare il mio bestiame, un metodo che nessuno usa in questa zona. E questo vuol dire che le difficoltà, sia di tipo pratico che logistico, si amplificano ulteriormente.  Mi riferisco all’alimentazione a pascolo, che qui in montagna la praticano in pochi, soprattutto poi per le vacche in produzione da latte. E parliamo di una cinquantina di capi di cui 30 sono vacche adulte”. “Un eventuale premio lo dedicherei a tutti quei ragazzi che vorrebbero partire a fare quello che ho fatto io, ma o per ragioni economiche o per ragioni proprio di difficoltà, di fare un salto nel buio, tra virgolette, non riescono a farlo”.

Asia Ferretti

Asia, giovanissima titolare del Il borgo delle vacche rosse, non ha mai fatto mistero del grande amore che prova per i suoi animali. "Nel 2020 abbiamo iniziato ad allevare 45 vitelle di razza reggiana, abbiamo scelto questa razza perché in primis è un animale longevo e rustico e per secondo cercavamo un allevamento particolare, di nicchia, che sapesse valorizzare la razza con la quale è nato il Parmigiano Reggiano".

"Abbiamo cercato di differenziarci ulteriormente creando un allevamento etico, - continua Asia - dove il benessere fisico e mentale dell’animale sono al primo posto. I nostri animali vivono liberi al pascolo e in simbiosi con le stagioni e la natura, in modo che possano esprimere al meglio i propri tratti caratteriali e affettivi. I motivi di soddisfazione di fare questo tipo di allevamento sono molteplici: dalla crescita delle vitelle, alle prime mungiture, ai primi parti, al progresso generale dell’allevamento, e poi dal fatto che tutti i sacrifici che si fanno portino a risultati positivi per gli animali".

"Abbiamo deciso di partecipare alla fiera un po’ per sperimentare una cosa nuova, un po’ per condividere una passione e infine per accrescere la conoscenza della razza, in uno stimolante confronto con altri allevatori. Nel caso vinceremo un premio in questa fiera, lo dedicheremmo a noi stessi, ai nostri sacrifici e a tutte le persone che hanno creduto in noi fin dall’inizio, che ci hanno supportato incoraggiandoci e consigliandoci per il meglio."

Monica Errico e Angela Addorisio

2 COMMENTS

  1. C’è più d’un motivo di soddisfazione nel leggere queste righe, vuoi perché trattano della razza da latte allevata da tempi immemorabili nell’area del formaggio Parmigiano-Reggiano, e che ha lungamente identificato e caratterizzato per così dire il nostro territorio quanto a zootecnia bovina, vuoi perché si parla di animali al pascolo, una pratica che arricchisce e valorizza ulteriormente l’immagine delle nostre belle campagne, vuoi perché si deduce che l’allevamento volto alla produzione di Parmigiano-Reggiano, tipica dei nostri luoghi, è ancora un’attività che può dare gratificazione e prospettive alle nuove generazioni (come del resto ci aveva dato conferma .un altro recente articolo di Redacon, dal titolo “Parmigiano Reggiano: il giro d’affari al consumo tocca il massimo storico”).

    P.B. 25.03.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  2. Vi apprezzo tantissimo per la tenacia e per la costanza che avete avuto in un momento così difficile per l’allevamento e per l’agricoltura. La differenza nel contesto sociale attuale consiste nell’intraprendere attività sicuramente difficili, concludo con un encomio.

    Fiorello Baldi

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