Home Società Alla ricerca di oggetti smarriti “Sos Metal Detector Nazionale”
Con Paolo Lazzaro Capanni

Alla ricerca di oggetti smarriti “Sos Metal Detector Nazionale”

4199
2

Se hai perso all’aperto le chiavi, il cellulare, un anello o un altro oggetto a te caro e prezioso, possono intervenire in tuo aiuto i volontari di “Sos Metal Detector Nazionale” - come riportato venerdì 31 marzo sul Resto del Carlino di Reggio Emilia -, presenti nel reggiano con una decina di aderenti, tra città, bassa e montagna. “La nostra associazione è nata quattro anni fa - precisa Paolo Lazzaro Capanni, giornalista e coordinatore provinciale, residente a Castelnovo Monti -, e con i suoi oltre 700 iscritti in tutta Italia offre un supporto completamente gratuito nella ricerca di oggetti smarriti. È sufficiente contattarci al numero nazionale 331 8985097”. 

Capanni, che da tempo si dedica all’hobby del Metal detecting, è iscritto all’associazione da circa un anno. “Inizialmente tramite il web e poi di persona - sottolinea -, ho conosciuto Luciano Diletti, il presidente nazionale, e ho avuto modo di apprezzarne competenza e serietà. Ho deciso di spendermi in tal senso perché lo ritengo un servizio utile alla comunità. Inoltre la possibilità di collaborare con altre persone e diversi enti è di grande soddisfazione”.

Il sodalizio, infatti, collabora anche con le forze dell’ordine, la protezione civile, le amministrazioni comunali e altri organismi istituzionali per la tutela dell’ambiente e dei beni culturali, oltre che per la ricerca di persone scomparse e animali. “Nella nostra provincia abbiamo di recente svolto due giornate di educazione ambientale con metal detector rivolte ai bambini - prosegue Capanni -, una a Reggio e l’altra in Appennino, in cooperazione con il Comune di Villa Minozzo. Abbiamo inoltre effettuato, esclusivamente con i nostri piloti di droni abilitati e a seguito dell’autorizzazione del Parco nazionale, una serie d’immagini e video dall’alto nell’area di monte Ledo, in comune di Ventasso”.

Attività che è stata propedeutica a un progetto proposto da Alessandro Davoli, consigliere dell’Unione montana dei Comuni, che intenderebbe verificare, sotto la guida della ‘Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio’, eventuali tracce di una delle battaglie avvenute sui nostri monti tra Liguri e Romani nel secondo secolo avanti Cristo.

Grazie ai detectoristi spesso oggetti che si pensavano perduti tornano ai loro rispettivi possessori. “Ad esempio, molti anni fa, da privato - racconta Capanni -, con il mio dentista e amico, Davide Rustichelli, sono andato da un contadino in comune di Toano, il quale aveva perso un ponte d’oro mentre stava lavorando nel campo con il trattore, e l’ho ritrovato, con grande soddisfazione di tutti”.

Mentre si cerca in un campo o in un bosco, si incappa spesso in rifiuti, che vengono prontamente raccolti e gettati, a fine camminata, negli appositi raccoglitori. “È incredibile quanti rifiuti metallici ci siano sottoterra - rivela -, come stagnole, tappi a corona, lattine, tubetti di medicinali e di conserve, cartucce da caccia, poi tanta plastica e altri scarti non metallici. C’è ancora una scarsa educazione ambientale, che va invece incentivata. Sos è promotrice di un metal detecting virtuoso e responsabile.”.

“Il nostro obiettivo è quello d’istituire anche in provincia - conclude il responsabile di Sos Metal Detector -, una serie di collaborazioni con gli enti pubblici e altre realtà di pubblica utilità, così come avviene già in altre parti d’Italia. In Lombardia, ad esempio, è in fase di sviluppo una sinergia con archeologi e soprintendenze. In diverse regioni poi si sono concretizzati interventi con le forze dell’ordine per bonificare e ripulire parchi in zone malavitose o ricercare armi di delitti. Anche in tal senso stiamo avviando una serie di contatti nelle nostre realtà locali, con la speranza di poterci rendere presto utili”.

2 COMMENTS

  1. Paolo è sempre disponibile e lo è sempre stato in questi anni, sia che io perdessi una micro-SD , sia che una boccia finisse tra le “razze”. Colgo quindi l’occasione per ringraziare ancora una volta lui, ma anche il suo collega Silvano Agostini, detto ”Cilla”

    Umberto

    • Firma - Umberto
  2. Carissimo Paolo Lazzaro, devi sapere che in passato l’immondizia delle case contadine
    veniva gettata nei letamai e di conseguenza portata nei campi e sepolta con l’aratro, oppure sepolta in qualche angolo
    di un bosco, non meravigliarti se trovi lattine o scatole di tonno vuote e arrugginite, fino a qualche anno fa si usava fare questo.

    Elda Zannini

    • Firma - Elda Zannini