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“Diga di Vetto sì, diga di Vetto no”

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Diga di Vetto sì, diga di Vetto no: la questione anche al centro della trasmissione "L’aria che tira", su La7 condotta da Myrta Merlino, andata in onda ieri mattina, 3 aprile.

Tra gli intervistati Umberto Beltrami, promotore del comitato diga di Vetto; l’ex sindaco Lino Franzini, che ha portato il giornalista Danilo Di Trani sul "Taglione"; Duilio Cangiari portavoce di Europa Verde della Provincia di Reggio Emilia e il sindaco di Vetto, Fabio Ruffini.

Franzini ha sottolineato la necessità della ripresa lavori del progetto Marcello mentre per Beltrami "fare una giga, che diventerebbe una dighetta da quindici o venti milioni vuol dire non risolvere i problemi, sia dei rubinetti che dell’agricoltura, che dell’industria".

Il primo cittadino ha ancora una volta sottolineato che la necessità di intervenire “per sopperire con un deficit idrico importante oggi e che in prospettiva futura sarà sempre più importante. E che qualsiasi progetto va valutato, tenendo conto degli aspetti ambientali”.

E poi c' è il no degli ambientalisti. Cangiari si dice contrario alla grande opera sottolineando "che il torrente Enza è molto delicato dal punto di vista geologico".

Nel corso della trasmissione è stata anche mandato in onda un intervento del ministro Salvini che afferma:" Abbiamo finanziato la progettazione di una diga sull'Appennino reggiano, ma sono nati dei comitati del no, così come trenta anni fa, perchè pare che in zona ci siano delle lontre".

In realtà a Vetto, così come in tutto l' Appennino, non esiste un comitato contro la diga per salvare le lontre.

 

 

 

 

 

 

9 COMMENTS

  1. Io non ho idea di quale possa essere la fonte di finanziamento della Diga di Vetto, nella eventualità che si arrivasse a realizzarla, ma c’è da supporre che le corrispondenti risorse potrebbero derivare in tutto o in parte dal Pnrr, e se così fosse verrebbe da fare una qualche considerazione in merito, posto che il relativo progetto dovrebbe vedersela coi circa 180.000 già presentati, e che sono in corso di valutazione per essere o meno ammessi, stando almeno alle notizie apprese in questi giorni dagli organi d’informazione.

    Dovrebbe altresì vedersela col fatto che, da quanto si sa, i fondi del Pnrr andrebbero spesi e rendicontati entro il 2026 – a meno che detto termine non venga prorogato, o si possa ricorrere ad altre fonti di finanziamento – mentre per le decisioni riguardo all’invaso vettese e, più in generale, al come rispondere alla questione idrica, si dovrà verosimilmente attendere l’esito dello studio circa il quale sarebbero disponibili 3,5 milioni di euro, ma che non mi pare ancora commissionato (se qualcosa non mi è sfuggito in proposito).

    Se dunque entrano semmai in gioco i tempi, e ove si ritenga che un invaso sia divenuto imprescindibile per affrontare la carenza idrica (anche perché in questi anni non è stata attuata una politica di incentivazione delle opere cosiddette minori, quali utilizzo delle ex cave, ecc …), e lo sia di dimensioni tali da consentirne l’uso plurimo, ha verosimilmente ragione chi vorrebbe la “ripresa lavori del progetto Marcello”, salvo che lo studio si concluda velocemente (io non mi esprimo qui sulla Diga, avendolo già fatto diverse altre volte).

    P.B. 04.04.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  2. sfrattano le persone, non si possono spostare le lontre ? io non ne ho mai viste, dicono stiano espandendosi un po’ in tutta Europa, ci sono altri corsi d’acqua, camminando un po’ li trovano. Lo spopolamento della montagna invece per difficoltà oggettive legate alla mancanza di prospettive non interessa a nessuno ? qui manca veramente il senso della realtà. Dobbiamo salvare le colture, gli allevamenti, creare posti di lavoro, produrre energia pulita a basso costo e si parla delle fantomatiche lontre? la priorità sono le lontre?

    maru

    • Firma - maru
    • Egregio Maru, delle lontre ne ha parlato Salvini. Se legge bene, l’articolo si chiude con un “In realtà a Vetto, così come in tutto l’ Appennino, non esiste un comitato contro la diga per salvare le lontre”

      Andrea

      • Firma - Andrea
  3. In Italia abbiamo perso completamente l’autonomia energetica, siamo il primo paese al mondo in termini di dipendenza energetica, si è voluto fare un regalo a chi vende e a chi importa prodotti fossili; l’Italia ha detto No al nucleare per importare energia nucleare prodotta da altri paesi sui confini che hanno continuato a produrre energia nucleare e ora faranno viaggiare le loro auto elettriche con questa energia.
    Tra non molto perderemo anche l’autonomia alimentare, sempre per fare un favore ai vari importatori di prodotti alimentari, basta non dare l’acqua che necessita ai nostri agricoltori e l’obiettivo è raggiunto, nel fare questo qualcuno ci guadagnerà qualche sedia, basta dire di NO a tutto e una sedia è garantita.
    L’Emilia Romagna, ma in particolare Reggio Emilia e Parma hanno le più importanti DOP alimentari Nazionali, ma temo che qualcuno stia lavorando per farle morire, continuando a dire di NO alla Diga di Vetto, inventandosi laghi, laghetti o cave dismesse, o una dighetta da 20/25 milioni di metri cubi, come se queste opere fossero in grado di sopperire ai fabbisogni idrici irrigui o idropotabili, credo che solo Iren prelevi da falda circa 45 milioni di metri cubi di acqua, con costi enormi di sollevamento e di depurazione, se parliamo di agricoltura c’è da mettersi le mani nei capelli, non solo per le acque prelevate da falda, ma per quelle pompate da Po, acque di cui nessuno, almeno il sottoscritto, è al corrente di cosa contengono, visto che Arpae e Unimore dichiarano che in Italia non esiste una normativa sulle acque ad uso irriguo.
    Egregi Reggiani e Parmensi, forse abbiamo una possibilità di fare una Diga sull’Enza, una diga in Emilia Romagna, una non due o tre, ebbene facciamo la diga che serve, non per oggi ma per domani, per i nostri figli, nipoti, i posteri. Essendo una diga ad usi prevalentemente irrigui, il progetto Marcello prevedeva una piccola diga, una diga da 100 milioni di metri cubi, ma almeno si faccia questa; se parliamo di un nuovo progetto si faccia almeno una diga da 200 milioni di metri cubi e non da 100 come da progetto Marcello, le acque saranno sempre più importanti, ma vallo a far capire a chi ci amministra questa Regione, queste Province, a tanti Comuni. Continuate a dire che servono studi, che servono dati, che le lontre vanno protette, sappiate che domani sarà tardi, sarete orgogliosi dei risultati ottenuti.

    Lino Franzini Presidente della Municipalità

    • Firma - Lino Franzini Presidente della Municipalità
  4. Sulla questione diga sono sicure solo due cose: 1) la balbettante posizione della Regione Emilia Romagna; 2) le indicazioni ad elastico del PD che tramite i suoi esponenti è altalenante e un giorno sarebbe per costruirla grande per gli usi plurimi, un giorno sarebbe per la costruzione di più pozzangheroni un po’ in tutta la vallata e un un giorno per studiare il problema. Se il problema idrico che è veramente incalzante come è peraltro evidente, non solo farei una grossa diga sull’Enza, ma ne farei una anche sul Secchia. Pensare che circa 30 anni era già stato realizzato il cosidetto taglione e spesi un tot di miliardii per realizzarlo. Soldi e tempo buttati al vento per le indecisioni della Regione, dei suoi dirigenti e del PD. Cordialità C.d.P. Conte da Palude

    http://Conte da Palude

    • Firma - Conte da Palude
  5. Siamo seri, non parliamo di lontre che viene da ridere anche a loro…
    io non ho ancora sentito una ragione reale, vera e sensata per non fare quest’opera, ma solo frasi dissennate di qualche personaggio che si definisce ambientalista… abbiamo già perso 30 anni, avremmo avuto energia gratis, pulita, acqua per tutti e NON avremmo avuto l’alluvione di Lentigione (solo per citarne uno).
    questo agli ambientalisti non interessa? ormai sono diventati ridicoli! proprio un ambientalista dovrebbe promuovere queste iniziative, battersi per ridurre l’inquinamento da centrali a carbone, che producono energia “sporca” per pompare l’acqua dal Po ai campi a monte, da cui proviene, gratuitamente..
    è talmente ovvio che sembra ridicolo!

    http://Andrea

    • Firma - Andrea
  6. quante sciocchezze dice franzini
    le acque reflue super controllate sono d’uso obbligatorie e possono arrivare a 14 milioni di metri cubi solo a reggio emilia di parma non abbiamo notizie
    l’acqua di falda della conoide enza sub-alveo e’ super controllata e la sua ricarica e’ proprio garantita dall’enza
    i citati laghetti sono un progetto delle bonifiche italiane che in romagna dove sono attivissimi e’ fondamentale nel salvataggio dei frutteti
    esiste un progetto crpa di irrigazione a pioggia e non a scorrimento con prove in campo gia’ fatte che con 9 volte meno acqua garantisce i prati stabili
    basta con le follie del progetto marcello
    ricordatevi per parole delle bonifiche 15 anni per fare una diga
    basta bugie

    STEFANO NO TUBE EMILIA ROMAGNA

    • Firma - STEFANO NO TUBE EMILIA ROMAGNA
  7. Gli ambientalisti bloccarono lavori già appaltaati causa fantomatiche lontre. Salvini era un ragazzetto 30 anni fa. E non è un discorso politico. non si fa politica con le emergenze, nè scaricabarile vari, bisogna tutti rimboccarsi le maniche, siamo già in emergenza

    maru

    • Firma - maru
  8. Penso che il Sig. Stefano No Tube vive sulla luna. la realtà di questo pianeta terra è molto diversa; ma gli interessi di parte, di partito o le ideologie, meglio sarebbe chiamarla “ignoranza”, cercano di far apparire bianco anche ciò che nero, o vorrebbero farlo apparire.
    Le sciocchezze non le scrive Franzini, le scriverà ARPAE Emilia Romagna o l’Università di Modena e di Reggio Emilia (UNIMORE), visto che entrambe, in tutti i rapporti sulle analisi delle acque del Po (se mi da una mail posso inviargliele), in premessa scrivono testuali parole: IN ITALIA NON ESISTE UNA NORMATIVA SULLA QUALITA’ DELLE ACQUE IRRIGUE, chi vuole capire capisca. Ma visto che il Sig. Stefano dice che le acque sono super controllate gli chiedo semplicemente di farmi avere le analisi delle acque, quelle del Po in particolare fatte a Boretto da Arpae o da Unimore o da qualsiasi altro Ente accreditato, dove si mostrano i contenuti nocivi di queste acque per la salute umana, a partire dai Sftalati, Microplastiche, Policloruri, Idrocarburi policiclici aromatici, ecc. ecc; se mi fornirà questi dati dimostrerà di essere persona seria e competente, e dimostrerà che Franzini dice delle “sciocchezze”, in alternativa i lettori capiranno chi le dice le sciocchezze.
    Per i laghetti ad uso irriguo (non quelli per le anatre), non ne conosco uno che funziona, sono andato recentemente a vedere quello di San Cesareo a Modena, è follia solo a pensare di spendere milioni di euro per opere assurde che non servono a nulla, fanno solo danno, illudono i lettori.
    L’Enza per garantire la ricarica delle falde dovrebbe avere l’acqua, come fa a garantirla quando è in secca?, la Diga di Vetto, come da progetto Marcello, garantirebbe acqua nel fiume 365 giorni all’anno, garantendo proprio la ricarica delle falde ed evitando ogni anno la morte di milioni di pesci e altri animali.
    La Bonifica parla correttamente di 15 anni per fare una Diga, ma fare una diga partendo da uno Studio di Fattibilità, non adeguando il progetto Marcello e ripartendo con i lavori. Se si parte da zero forse 15 anni non bastano; ripartendo da zero è d’obbligo di legge: progetto di Fattibilità, Progetto di Massima, Progetto Definitivo, Progetto Esecutivo, pareri Ministeriali e parere dell’Ufficio Dighe Nazionale, mentre il Progetto Marcello va solo adeguato alle nuove normative sulle dighe del 2014.
    Chiedo una riflessione ai Lettori di Redacon: A Reggio Emilia e Parma abbiamo il Settore Agroalimentare più importante d’Italia e forse d’Europa e ogni anno mandiamo a mare le acque montane dell’Enza per 5 mesi, quando le acque ci sono, mandiamo in crisi questo settore per non fare una diga sull’Enza, che oltre a garantire acque limpide e trasparenti all’agricoltura (come quelle del Po?) e ottime acque ai rubinetti, produrrebbe energia pulita, eviterebbe esondazioni, creerebbe lavoro, sviluppo e turismo in montagna. Solo la Turchia ne sta realizzando 13 di dighe, ma da miliardi di mc, la Salini in Etiopia ne sta realizzando una da 84 miliardi di mc, in Australia la Pizzarptti sta realizzando tre Dighe da dieci miliardi di mc., senza parlare della Cina che sta realizzando Dighe da fantascienza; a Vetto il Progetto Marcello prevedeva una diga da 102 milioni di mc, un bicchiere d’acqua a confronto, in Sardegna la diga di Eleonora d’Arborea è di 800 milioni di mc, quella di Monte Cotugno in Basilicata è da 600 milioni di metri cubi, senza parlare di Occhito, Corbara, ecc. Sia chiaro che se in Italia siamo messi come siamo messi la colpa è di qualcuno, non credo sia di Franzini che da decenni chiede di ridurre lo spreco delle acque e di fare ciò che va fatto, e lo chiede senza alcun interesse di parte. Fecero una guerra spietata anche contro l’Alta Velocità, meno male che qualcuno ebbe la forza di farla, come faremmo se non ci fosse?, lo stesso dicasi per strade e autostrade e mille altre opere.

    Lino Franzini Presidente della Municipalità

    • Firma - Lino Franzini Presidente della Municipalità