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Un libro per raccontare La Vecchia e La Bettola

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Il sindaco Stefano Vescovi presenterà domenica 7 maggio alle ore 10,30 nella sala civica del comune di Vezzano sul Crostolo, nell’ambito della fiera dell’ asparago selvatico, il libro ‘Il Paese - La Vecchia La Bettola’.

Il volume è il quinto di una serie di ricerche fotografiche che indagano il territorio del Comune pedecollinare; ricerca che ha avuto fin da subito l’appoggio degli amministratori locali. Dopo il primo dedicato a Pecorile con gli scatti di una decina di fotografi, il secondo ha puntato gli obiettivi di Stefano Meschieri e Marco Reverberi su Montalto, il terzo volume, con le immagini di Luigi Menozzi, ha rivolto lo sguardo al paesaggio ed infine il quarto, con le fotografie di Matteo Colla, è stato dedicato alle architetture di tutto il Comune.

La serie è curata da Giuseppe Maria Codazzi che per questa ricerca sui borghi de La Vecchia e de La Bettola ha affidato l’incarico ad Annunziata Davoli e Daniela Storchi, fotoamatrici, con una gran passione per l’immagine.

Dopo il centro di Vezzano sul Crostolo il borgo di La Vecchia è forse il più conosciuto, un po' perché sosta, spesso inevitabile, per un caffè, ma soprattutto per un fatto ben più tragico, l’eccidio della vicina Bettola. Oggi ce lo ricorda la 'Composizione monumentale', noto a tutti come monumento ai Martiri. L’istallazione artistica fu progettata da Paolo Gallerani, Luciano Aguzzoli e Nino Squanza, e segna così bene nel tempo e nello spazio questo luogo della memoria.

“Quella riga quasi diritta - scrive Codazzi nella presentazione - tirata dagli ingegneri, per unire la pineta di Vezzano con il ponte della Bettola, Annunziata e Daniela l’hanno percorsa parecchie volte. Ci sono andate la mattina presto, quando la luce arriva da Montalto, per ritornarci alla sera, quando il sole se ne va a letto a Paderna. Si sono fermate a chiacchierare con la gente del posto, per fare un ritratto, per cogliere un particolare, ma anche per sottolineare luoghi nascosti ai più. Hanno lasciato il loro sguardo scorrere lungo le colline e sulle rive scoscese dei calanchi, sulla striscia nera d’asfalto lasciata libera dalla neve, sulle pietre delle case e sull’acqua del torrente, per arrivare fino a ridosso di quel ponte, anche lui spettatore del terribile eccidio."

Anticamente il borgo era un'estensione delle proprietà del feudo di Montalto, di proprietà della famiglia Canossa, noto soprattutto per i suoi mulini alimentati così bene dalla vicina corrente del torrente Crostolo. Ma quella che oggi è la Statale 63, per di lì, ha iniziato a passarci solo nel XIX secolo e l’attuale sviluppo di La Vecchia è figlio di quella decisione.

“La Vecchia è unica - scrive il vicesindaco Paolo Francia nell’introduzione - e ovvia nel contempo. Una località come tante e come nessuna… Perché La Vecchia si nasconde timidamente, davanti al passaggio continuo di innumerevoli viaggiatori che ripetutamente la attraversano. La strada è una lama che la divide, la ferisce e ne condiziona la vita. La strada corre dritta e induce il passante disinteressato a guardare sempre davanti a sé. Ma la vita, le persone, i vicoli, i sorrisi e l’identità sono ai lati della via e fioriscono verso il fiume e la collina, con riservatezza e decoro.”