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Le strade che non prendiamo: Robert Frost

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Robert Frost

All’inaugurazione del Presidente Kennedy nel 1961 Robert Frost (1874–1963) recitò una poesia: era la prima volta che accadeva ed era un grande onore. L’onore riconosceva la fama di un autore che aveva vinto ben quattro Premi Pulitzer, era considerato il poeta americano della natura per eccellenza ed il più famoso del suo tempo. Non era stato facile, però. Frost era riuscito a pubblicare una sua raccolta solo trasferendosi in Inghilterra, nel 1912, dove l’onnipresente Ezra Pound gli trovò un editore e scrisse numerose recensioni in suo favore, recensioni che lo resero ben presto famoso anche negli Stati Uniti. Il poeta aveva già quasi quarant'anni e quattro figli e da allora in poi si dedicò con determinazione a diventare “il più Yankee dei poeti Yankee”, come ebbe a dire lui stesso.

Sebbene in una lettera ad un amico del 1916 scrivesse: “The poet in me died nearly ten years ago,”, “Il poeta in me è morto quasi dieci anni fa”, e anche “I am become my own salesman,”, “Sono diventato il venditore di me stesso”, arriverà a scrivere oltre venti volumi di poesie. Queste affermazioni sottolineano che non è semplice la relazione del poeta tra il suo intimo e la sua figura pubblica: la famosissima poesia che segue ne è la prova, perché è stata a volte fraintesa, soprattutto quando l’ultima strofa è letta da sola.

The Road Not Taken  (1915)

La via non presa

 

Two roads diverged in a yellow wood,

Due strade si separavano in un bosco giallo. 

And sorry I could not travel both

E purtroppo non potevo seguirle entrambe

And be one traveler, long I stood

Essendo un viaggiatore solo, a lungo restai fermo 

And looked down one as far as I could

E ne seguii una con lo sguardo finché potei

To where it bent in the undergrowth;

Fin dove curvava nel sottobosco;

 

Then took the other, as just as fair,

Poi presi l’altra, perché era ugualmente bella

And having perhaps the better claim,

E sembrava richiamasse forse meglio dell’altra

Because it was grassy and wanted wear;

Perché era erbosa e non calpestata

Though as for that the passing there

Sebbene a tal proposito erano state davvero

Had worn them really about the same,

Calpestate più o meno allo stesso modo,

 

And both that morning equally lay

Ed entrambe quella mattina erano coperte

In leaves no step had trodden black.

Da foglie che nessun passo aveva calpestato fino a renderle nere.

Oh, I kept the first for another day!

Oh, mi tenni la prima per un altro giorno!

Yet knowing how way leads on to way,

Tuttavia sapendo come una via porta ad un’altra via,

I doubted if I should ever come back.

Dubitavo che sarei mai tornato.

 

I shall be telling this with a sigh

Lo dirò con un sospiro

Somewhere ages and ages hence:

Da qualche parte ad anni ed anni di distanza

Two roads diverged in a wood, and I—

Due strade si separavano in un bosco, ed io-

I took the one less traveled by,

Io presi quella meno percorsa,

And that has made all the difference.

E questo ha fatto tutta la differenza.

 

“Poetry provides the one permissible way of saying one thing and meaning another”, “La poesia fornisce l’unico modo possibile di dire una cosa e intenderne un’altra”, dice Frost in Education by PoetryL’Istruzione tramite la Poesia, e questa poesia ne sembra  l’esemplare dimostrazione. I versi sono famosissimi perché l’ultima strofa può essere interpretata come un inno all’individualismo, all’anticonformismo, al diverso destino che scelte particolari possono portarci, al coraggio di scegliere liberamente. Però prima dell’ultima strofa ce ne sono altre tre, tre strofe che ci danno una prospettiva differente. 

Edward Thomas

Frost disse di aver scritto i versi per un suo amico, il poeta inglese Edward Thomas. I due poeti erano soliti godere della campagna inglese con lunghe passeggiate e ogni volta che sceglievano un sentiero piuttosto che un altro Thomas, invariabilmente, si sarebbe poi lamentato di aver fatto la scelta sbagliata e avrebbe pensato che il sentiero che non avevano preso sarebbe stato un’opzione preferibile.

Thomas fu il primo ad interpretare la poesia erroneamente e quando Frost gli spiegò cosa aveva voluto dire non ne fu particolarmente impressionato. Si dice, addirittura, che la poesia fu uno dei motivi per cui ruppe le sue incertezze, arruolandosi nell’esercito inglese che combatteva nella Prima Guerra mondiale, pur essendo pacifista e, vista la sua età, non avendo nessun dovere al riguardo. Con conseguenze tremende, visto che Thomas morì alla battaglia di Arras.

Robert Frost da giovane

Quindi la poesia non sarebbe altro che una specie di scherzo ai danni di un caro amico, tuttavia Frost disse in una lettera ad un altro amico nel 1914: “Perhaps you think I am joking. I am never so serious as when I am”, “Forse pensi che stia scherzando. Non sono mai più serio di quando scherzo”. Le prime tre strofe ci aiutano ad evitare una lettura superficiale: il protagonista si trova ad un bivio in autunno, il tempo della riflessione e della maturazione, ma è chiaro che le due strade sono più o meno uguali. Non serve a nulla cercare di osservarne una finché si può, alla fine si prende l’altra, anche se, in effetti, sono entrambe erbose e calpestate allo stesso modo perché nessuna delle due è ricoperta di foglie rese scure, nere, dai passi di numerosi viandanti.

I versi ci portano ora sull'una ora sull’altra, nella stessa alternanza delle scelte della vita, quando dibattiamo le opportunità, le implicazioni, le conseguenze di una scelta tra più opzioni. Si pensa anche di percorrere la strada non scelta un altro giorno, di tenerci la possibilità di non scegliere davvero, di dirci che ci sarà un giorno quando potremo calpestare anche l’altro sentiero. Ma sappiamo che non è così: vivere vuol dire scegliere continuamente e, così, le strade da percorrere diventano numerose, sempre diverse, e non torneremo più al bivio iniziale. Il sospiro del primo verso dell’ultima strofa diventa in questo modo più oscuro. E’ un sospiro di tristezza? rimpianto? malinconia? Frost dice che era un sospiro scherzoso, ma potrebbe essere tutte queste cose.

Il tempo dell’ultima strofa è il futuro: il protagonista dice che queste considerazioni avverranno tanti anni dopo, quando ormai la scelta è lontana. Ed è appunto nel futuro che vediamo le nostre scelte con occhi diversi, che mutiamo il passato nel ricordo, che ci convinciamo che la scelta fatta era indubbiamente la migliore, che la nostra vita ha acquistato una ricchezza particolare grazie ad una certa decisione. Quindi il ricordo crea una narrazione che ci conforta, che ci supporta nella convinzione, a volte necessaria quando le prospettive sono dolorose, che le strade che abbiamo preso erano quelle giuste. O forse, meno malinconicamente, spesso le scelte sono così imprevedibili nel loro esito che è impossibile dire che una strada sia davvero migliore di un’altra.

Ogni bivio porta ad innumerevoli altri incroci, che non dobbiamo temere di calpestare neanche se le foglie che le ricoprono hanno ancora il loro colore perché in pochi le hanno percorse. In fondo Il titolo della poesia è La Via non Presa: Frost mette l’accento su ciò che non si è percorso, non su ciò che si è già scelto. Il futuro ci presenterà sempre nuove vie che non potremo percorrere tutte, ma sapere che le strade sono lì ad attenderci ci aiuta  a sperare che per un sentiero che non abbiamo scelto ce ne saranno tanti altri da seguire.