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Donna incinta inviata a Reggio perde il bambino

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La mancata riapertura del punto nascite di Castelnovo Monti continua a far parlare. A sollevare nuove preoccupazioni è la consigliera di minoranza Nadia Vassallo (Castelnovo ne' Cuori). “Nei giorni scorsi - spiega la consigliera -, ho appreso che sarebbe avvenuto il decesso di un neonato dopo che la mamma si era presentata all’ospedale di Castelnovo Monti e da qui è stata inviata a quello di Reggio, dove il feto prossimo a termine gravidanza è arrivato privo di vita. Mi rattrista molto questo fatto e credo che il sentimento accomuni i genitori, il personale sanitario e chiunque sia venuto a conoscenza della cosa”.

Prosegue Vassallo: “Il fatto è che al contrario di quanto succede per i parti sull’ambulanza in strada andati a buon fine, dove tutti si rallegrano pubblicamente, questa vicenda è a tutti sconosciuta perché nessuno ne ha parlato, e chissà se altre vicende analoghe e quante di esse sono già avvenute. Di certo non sarò io a muovere colpe ad alcuno e spero che nessun dirigente scarichi la responsabilità su chi opera in prima fila”.

La consigliera ribadisce l’importanza di un reparto in montagna. “Immagino che proprio la chiusura del punto nascita del Sant’Anna - sottolinea -, e i protocolli per deviare a Reggio l’assistenza al parto, siano una grossa stortura per gli operatori e gli assistiti, generando imbarazzo nelle scelte operative e deontologiche, a scapito della sicurezza delle mamme e dei bambini. Quando il punto nascite era aperto molte vite sono state salvate in extremis e ciò rende molto forte l’amarezza per la scelta scellerata di far cassa sulle donne della montagna lasciandole senza assistenza al parto in territori che richiedono anche quasi due ore per arrivare in un centro attrezzato”.

8 COMMENTS

  1. Attendiamo conferma dalla Azienda USL, visto che la consigliera Vassallo si esprime al condizionale. Nel caso, si tratterebbe di un fatto gravissimo e che ci ferisce profondamente come comunità.
    Attendiamo anche spiegazioni: vorremmo essere convinti di come il trasporto di mamma e bambino a Reggio Emilia fosse una soluzione più sicura della presa in carico presso un punto nascita a Castelnovo, oppure di una puntuale assistenza ostetrica domiciliare.
    Mi permetto infine di correggere la frase riportata della consigliera Vassallo: E’ un bambino che prossimo alla nascita è arrivato a Reggio senza vita.

    (Stefano Caselli)

  2. Mi unisco al dolore di questa ragazza,ricordando a chi e’ responsabile di questa scelta scellerata di chiudere il l punto nascita a C.Monti che non c’è” violenza” più grande che fare partorire una donna in ambulanza magari sotto le gallerie,in auto o in elicottero. Non possiamo parlare di emancipazione ma di distribuzione. Invito chi ha fondato tutta la sua campagna elettorale sulla riapertura del punto nascite ad andare a casa in rispettoso e doveroso silenzio.

    (Maria Grazia)

    • Firma - Romagnani Maria Grazia
  3. Mi unisco al dolore di questa ragazza,ricordando a chi e’ responsabile di questa scelta scellerata di chiudere il l punto nascita a C.Monti che non c’è” violenza” più grande che fare partorire una donna in ambulanza magari sotto le gallerie,in auto o in elicottero. Non possiamo parlare di emancipazione ma di distruzione. Invito chi ha fondato tutta la sua campagna elettorale sulla riapertura del punto nascite ad andare a casa in rispettoso e doveroso silenzio. (Maria Grazia)

    • Firma - Romagnani Maria Grazia
  4. Nel 2012 Simona, al sesto mese di gravidanza, ebbe un distacco di placenta. All’epoca vivevamo ancora a Reggio, l’ambulanza ci portò ovviamente il prima possibile al SMN dove riuscirono a fermare l’emorragia. Dopo due settimane di ricovero con relativi accertamenti dimisero Simona premettendo che avrebbe dovuto rimanere allettata per proseguire la gravidanza il più a lungo possibile e che molto probabilmente avrebbe avuto un secondo distacco di placenta, in seguito al quale sarebbe stato necessario effettuare un parto cesareo. La raccomandazione fu di usare LA MODALITÀ PIU’ VELOCE per arrivare in ospedale quando sarebbe successo, precisarono che non importava che andassimo con mezzi propri o chiamassimo l’ambulanza, avremmo dovuto (a nostra discrezione, assurdo) scegliere LA MODALITÀ PIÙ VELOCE. Sofia è nata di 8 mesi, con parto cesareo, il 4 aprile 2012 (era giorno di sciopero generale, le strade erano bloccate, scegliemmo di chiamare l’ambulanza). Negli anni successivi, mentre si discuteva della chiusura del reparto nascite (che Bonaccini aveva garantito di riaprire durante la campagna elettorale … Bonaccini quanto di guardi allo specchio cosa vedi!!??) scrissi un articolo per sensibilizzare i politici, raccontando l’angoscia di mia moglie, che incinta di Mattia, prossima al parto, dalla nostra nuova abitazione di Marola guardava le strade bloccate dalla neve con l’ansia che non vi fosse necessità in quei giorni, con quelle strade, di dover “correre” fino al SMN, visto che il reparto nascite al Sant’Anna era chiuso. In seguito scrissi un secondo articolo “Diario di un parto annunciato” per raccontare i disservizi che avevano caratterizzato il ricovero preparatorio alla nascita di Mattia, caratterizzati da un reparto che era aumentato nel numero di accessi, ma non di personale ed organizzazione (mancava pure l’ecografo, la Direzione rispose che era stato rubato … no comment). È imbarazzante, poi, constatare che al momento della chiusura del punto nascite, il fattore TEMPO fosse diventato SECONDARIO … Premesso questo, che ci sia ancora qualcuno che metta in dubbio il fatto che la chiusura del punto nascite è una questione puramente economica e non sanitaria è assurdo. Se un reparto nascite in una zona sventaggiata deve essere messo in sicurezza lo si fa, punto e basta, a qualsiasi costo. A parte per l’aria che respiriamo, paghiamo tasse su tutto, non fareste altro che usare i nostri soldi. Detto questo, io so come si sentono ora i genitori che hanno avuto questa terribile perdita, io c’ero nel atrio di casa quando mia moglie a terra disperata, pregava i sanitari di salvarle la bambina, io c’ero nella stanza d’ospedale coi medici che si prodigavano per fermare l’emorragia, ero proprio lì, poco dietro loro, con la mia angoscia e le mie speranze, spettatore inerme e inutile. Inutile come le str… delle quali politici incapaci e insensibili e tanti altri speculatori ci hanno riempito la testa sulla questione del punto nascite. Vergognatevi! Ai genitori, per quanto non serva a nulla, mando un abbraccio e un pensiero: questo sfogo è per loro … (Ilario)

    • Firma - Dott. Ilario Tebaldi
  5. La mancata riapertura del punto nascite dell’Ospedale di Castelnovo nè Monti (che denota evidente incoscienza), promessa e sbandierata nel periodo preelettorale dal presidente della Regione Bonaccini, è portata all’attenzione dell’opinione pubblica, con opportuni e puntuali interventi da Nadia Vassallo. Al contrario non sono riscontrabili interventi dei vari Sindaci dell’Unione Comuni Montani che, in quanto responsabili della salute dei loro cittadini, dovrebbero attuare nei confronti della Regione Emilia Romagna.

    • Firma - Ivaldo Casali
  6. Ho appena commentato le precisazioni della Ausl
    Formidabile scalata di specchi a giustificare un errore imperdonabile
    Chiudere a C Monti
    Ecografia e Cesareo urgente come già accaduto più volte in passato ma non dopo un ora di trasporto in ambulanza
    La responsabilità è per me gravissima e tutta politica

    • Firma - Carlo Boni
  7. Stanno demolendo i nostri ospedali di periferia (Castelnuovo,Scandiano,Montecchio)solo per il bilancio le persone non contano nulla stanno anche pensando di chiudere il sevizio di automedica sia a Scandiano che a montecchio spostandola a puianello aumentando di fatto tutti i servizi di emergenza di almeno 15/20 minuti quindi in periferia di Reggio è meglio non avere malori altrimenti muori…..
    VERGOGNATEVI

    • Firma - Amer