Home Cronaca “Ci hanno riempito la testa sulla questione del punto nascite. Vergognatevi”

“Ci hanno riempito la testa sulla questione del punto nascite. Vergognatevi”

2490
2

"Nel 2012 Simona, al sesto mese di gravidanza, ebbe un distacco di placenta. All’epoca vivevamo ancora a Reggio, l’ambulanza ci portò ovviamente il prima possibile all’ospedale Santa Maria dove riuscirono a fermare l’emorragia”.

Inizia così il racconto di Ilario che interviene dopo la pubblicazione della notizia relativa al decesso di un neonato, avvenuta nei giorni scorsi, la cui mamma era stata trasferita dall’ospedale montano a Reggio Emilia.

“Dopo due settimane di ricovero - scrive Ilario - con relativi accertamenti dimisero Simona premettendo che avrebbe dovuto rimanere allettata per proseguire la gravidanza il più a lungo possibile e che molto probabilmente avrebbe avuto un secondo distacco di placenta, in seguito al quale sarebbe stato necessario effettuare un parto cesareo. La raccomandazione fu di usare la modalità più veloce per arrivare in ospedale quando sarebbe successo, precisarono che non importava che andassimo con mezzi propri o chiamassimo l’ambulanza, avremmo dovuto (a nostra discrezione, assurdo) scegliere”.

Ilario racconta che “Sofia è nata di 8 mesi, con parto cesareo, il 4 aprile 2012 (era giorno di sciopero generale, le strade erano bloccate, scegliemmo di chiamare l’ambulanza)”.

Nel su intervento precisa che negli anni successivi “mentre si discuteva della chiusura del reparto nascite (che Bonaccini aveva garantito di riaprire durante la campagna elettorale), scrissi un articolo per sensibilizzare i politici, raccontando l’angoscia di mia moglie, che incinta di Mattia, prossima al parto, dalla nostra nuova abitazione di Marola guardava le strade bloccate dalla neve con l’ansia che non vi fosse necessità in quei giorni, con quelle strade, di dover “correre” fino al Santa Maria, visto che il reparto nascite al Sant’Anna era chiuso”.

“In seguito – continua - scrissi un secondo articolo ‘Diario di un parto annunciato’ per raccontare i disservizi che avevano caratterizzato il ricovero preparatorio alla nascita di Mattia, caratterizzati da un reparto che era aumentato nel numero di accessi, ma non di personale ed organizzazione (mancava pure l’ecografo, la direzione rispose che era stato rubato … no comment)”.

“È imbarazzante poi - tuona Ilario - constatare che al momento della chiusura del punto nascite, il fattore tempo fosse diventato secondario. Premesso questo, che ci sia ancora qualcuno che metta in dubbio il fatto che la chiusura del punto nascite è una questione puramente economica e non sanitaria è assurdo. Se un reparto nascite in una zona svantaggiata deve essere messo in sicurezza lo si fa, punto e basta, a qualsiasi costo. A parte per l’aria che respiriamo, paghiamo tasse su tutto, non fareste altro che usare i nostri soldi".

"Io so come si sentono ora i genitori che hanno avuto questa terribile perdita - conclude  - io c’ero nell’ atrio di casa quando mia moglie a terra disperata, pregava i sanitari di salvarle la bambina, io c’ero nella stanza d’ospedale coi medici che si prodigavano per fermare l’emorragia, ero proprio lì, poco dietro loro, con la mia angoscia e le mie speranze, spettatore inerme e inutile. Inutile come le parole con cui politici incapaci e insensibili e tanti altri speculatori ci hanno riempito la testa sulla questione del punto nascite. Vergognatevi”.

2 COMMENTS

  1. “A parte per l’aria che respiriamo, paghiamo tasse su tutto, non fareste altro che usare i nostri soldi”.
    Esatto Ilario è che coi nostri soldi per noi fanno ben poco per le loro tasche di più.
    Dovrebbero provare come si sta dall’altra parte e…vergognatevi è una parola troppo gentile.
    Bravo Ilario

    Alessandra

    • Firma - Alessandra