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La Via Matildica del Volto Santo protagonista del terzo incontro di “La Montagna del Latte scende in città”

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Il Festival di primavera “La Montagna del latte scende  in città” è giunto alla terza tappa il 20 maggio con l’incontro che si è tenuto presso le strutture della Polveriera a Reggio Emilia. Giampiero Lupatelli ha introdotto i relatori che hanno condotto l’evento che aveva come centro la Via Matildica del Volto Santo. L’architetto Walter Baricchi e il dottor Fabio Renzi (da remoto causa emergenza meteo in corso) hanno dialogato sugli argomenti legati all’importanza dei cammini storici e dei beni culturali per l’equilibrio e il futuro delle terre montane che dovrebbero essere aperte e proiettate rispettivamente a e verso la città e viceversa.

Walter Baricchi

Walter Baricchi, esperto di catalogazione, restauro e valorizzazione dei beni culturali, è stato uno dei progettisti della Via Matildica del Volto Santo. Con un gradevole stile affabulatorio ha idealmente accompagnato i presenti nel percorso che collega Mantova e Lucca sottolineandone la rilevanza storica e devozionale. Ha citato le principali tappe che dalla fine degli anni settanta ad oggi hanno portato l’antico sentiero matildico e i tanti dei monumenti che su di esso incidono ad essere ciò che sono oggi grazie ai numerosi interventi di valorizzazione attuati beneficiando di svariati contributi pubblici ottenuti in gran parte in forza di sinergie fra diversi enti.

Fabio Renzi

Fabio Renzi, segretario generale di Symbola, la fondazione per le “Qualità Italiane”, ha all’attivo diversi articoli e saggi che hanno come oggetto la natura, il territorio e lo sviluppo locale. E’ stato membro della segreteria nazionale di Legambiente e  responsabile di aree protette e territorio. E’ stato tra i promotori di Federparchi e ha dato il suo contributo a diversi progetti che hanno il territorio come destinatario fra i quali meritano menzione Ape (Appennino Parco d’Europa), Next Appennino Ue. I cammini sono uno strumento per consentire una nuova possibilità di fruizione di territori che scontano palesi criticità. Rappresentando un’alternativa al turismo di massa che congestiona le mete turistiche più note, percorrere sentieri storici diventa il tramite per dare risalto ai territori attraversati carichi di storia, cultura e tradizioni che stanno attendendo solo di essere ri-scoperti e valorizzati. La crescita rilevante di questa modalità di approccio turistico, che muove da motivazioni legate non più solo ad aspetti devozionali e di pellegrinaggio ma anche dalla ricerca del benessere psico-fisico dell’individuo, diventa occasione di sviluppo e nuova interpretazione dell’Appennino. Renzi conclude il suo contributo sottolineando che per lo sviluppo  territoriale necessario saper costruire alleanze istituzionali, non attraverso una metodologia basata solo su relazioni ma attraverso azioni tese a combattere la cultura dell'isolamento col superamento delle seguenti rendite: politica (di chi non crede nella potenzialità di queste zone),  culturale e narrativa (vicino ad un racconto del territorio montano con le sue criticità deve trovare posto anche quello che lo vede potenzialmente trionfante come lo è stato in passato) e ideologica (che crede che l'Appennino si deve difendere dalla città o che deve riscattarsi dalla sua dipendenza da questa).

Tra il pubblico era presente la classe IV H dell’Istituto d’arte Chierici accompagnata dal professor Giovanni Giacomelli.

Monica Incerti Pergreffi ha scandito la sessione di lavoro.

La musica tradizionale dell’Appennino Emiliano proposta da D’esperanto Trio e il Parmigiano Reggiano della latteria San Giorgio di Cortogno unito a qualche bollicina hanno concluso l’evento.

Al termine dell’incontro Walter Baricchi, Giampiero Lupatelli e Fausto Giovanelli hanno rilasciato una breve video intervista a Redacon sui temi trattati.