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Mettere in sicurezza l’Appennino reggiano duramente colpito dal maltempo

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L'Appennino reggiano ha subito gravi danni a causa dei recenti eventi meteorologici eccezionali che hanno colpito la provincia di Reggio Emilia. Il territorio è stato devastato da fenomeni franosi che hanno messo a rischio la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini residenti nelle zone colpite. Per affrontare questa situazione critica, una risoluzione firmata da membri del Partito Democratico, Lista Bonaccini ed ER Coraggiosa, tra cui Andrea Costa (primo firmatario), Roberta Mori, Stefania Bondavalli, Federico Alessandro Amico e Ottavia Soncini, ha chiesto interventi urgenti per mettere in sicurezza l'area.

"Il territorio della provincia di Reggio Emilia è stato interessato da numerosi fenomeni franosi negli ultimi mesi, causati da eventi meteorologici eccezionali e da una situazione di fragilità geomorfologica e ambientale: questi fenomeni hanno provocato danni ingenti alle infrastrutture, alle attività produttive e alle abitazioni, mettendo a rischio la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini residenti nelle aree colpite", scrivono i consiglieri, che ricordano come "fra i comuni più colpiti dalla franosità si segnalano Ventasso, Baiso, Carpineti, Toano, Villa Minozzo e Vetto dove sono state registrate numerose criticità per la viabilità e per l’erogazione dei servizi essenziali; a questi si aggiungono cantieri insediati a causa di precedenti frane e smottamenti di Casaletto, Gavia e Granata".

Nell'interrogazione si ricorda inoltre che "la frana di Ca' Lita nel comune di Baiso (Reggio Emilia) minaccia direttamente la strada comunale per Levizzano, la provinciale 586, tre edifici, in cui vivono in tutto sette persone, e l’alveo del fiume Secchia. La frana si estende per 2,5 km dall’abitato di Levizzano fino al fondovalle Secchia nei pressi della località Muraglione e il corpo franoso, costituito prevalentemente da argilla, ha un volume di circa 10 milioni di metri cubi. La porzione superiore di tale frana sotto Levizzano viene denominata “La Piana” e si muove per scivolamento in particolare in seguito a precipitazioni. I detriti argillosi prodotti dalla sua disgregazione alimentano la “frana per colata” che raggiunge il fondovalle, con spessore fino a 30 metri. Come già avvenuto in occasione della precedente riattivazione, la progressione della colata viene tuttora affrontata asportando continuamente il volume necessario a riportare il fronte a distanza di sicurezza dalla strada e dalle abitazioni e secondo quanto affermato dal referente dell’ufficio territoriale sicurezza territoriale e protezione civile di Reggio Emilia, il fronte di frana avanza 5-7 metri al giorno e viene asportato mano a mano per evitare che invada abitazioni e la strada provinciale. Da inizio aprile al 20 maggio scorso la stazione meteo di Baiso ha registrato una cumulata complessiva di 298 millimetri di pioggia. La riattivazione della frana è iniziata con la destabilizzazione della “Piana” a cui è seguita la rottura dell’unghia di frana sul fondovalle, sotto pressione per le spinte provenienti da monte. Da qui l'atto ispettivo per sapere dalla giunta "se sono stati stimati i danni, se è stato eseguito un elenco puntuale dei comuni e delle strade interessate e quali sono gli interventi in corso per risolvere l’emergenza a Levizzano e per la sistemazione di tutte le altre situazioni di dissesto nell’Appennino reggiano, che deve essere ricompreso in ogni azione straordinaria prevista per l’alluvione che nel mese di maggio si è abbattuta sull’Emilia-Romagna".