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Elda racconta: Il tramonto

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Le giornate si stanno accorciando, sto osservando il sole che da Monte Castello, piano, piano ogni giorno di più si sta spostando verso il Ventasso.

Intanto penso alla mia vita e la paragono a questa giornata di fine estate.

Il sole stamattina come ogni giorno si è affacciato sopra Pietra Bassa, un po’ confuso da una lieve nebbiolina, sembrava non sapesse esattamente cosa gli riservava questa giornata, ma poi si è fatto forza e ha cominciato a spandere i suoi raggi dappertutto. Ha cominciato a risplendere sui campi, sui prati falciati di fresco, nei boschi, si è infilato dentro una finestra aperta per curiosare dentro a quella casa, si è specchiato nel ruscello e con forza ha continuato ad alzarsi alto in cielo. A un certo punto era così alto e cocente che dovevi farti scudo con la mano se volevi vederlo.

Così anche la mia vita, i primi passi molto incerti, confusi, poi mi sono rialzata, ho drizzato le spalle e ho cominciato a preparami al futuro che mi aspettava, sì, perché anche se non la pensate come me, il futuro non è nelle nostre mani e non è neanche il caso che ce lo presenta e ci fa prendere decisioni, “Qualcuno” l’ha preparato per noi, forse mi sbaglio, ma voi compatitemi, non riesco a immaginare che sia così, solo per nostra scelta. A suo tempo quel “Qualcuno” aveva progettato per me, l’amore, la famiglia, i figli.

Continuo a guardare il sole, è da stamattina che ogni tanto gli dò un’occhiata. A un certo punto oggi ad adombrarlo è arrivata una nuvola bianca sembrava una sposa sull’altare, poi ne è arrivata un’altra nera, scura e ha cacciato la prima e si è piantata lì ad oscurare il sole.

Anch’io a suo tempo sono stata oscurata da una nuvola così no era più grande, più spessa e più nera, nuvola di pioggia, no anzi non era pioggia, ma grandine e io ero lì e non potevo neanche ripararmi, sono stata lì e me la sono presa tutta in pieno viso, con quei chicchi che mi facevano male e non riuscivo neanche a piangere.

Continuo a osservare il sole, a un certo punto è riuscito a sottrarsi a questa nuvola giocando a rimpiattino fra lei e qualche squarcio di cielo azzurro “e così è stato anche per me” e ora è là su quelle montagne, grande luminoso, non più giallo oro, ma di un arancio carico, mi sta salutando e io chiudo la finestra, non voglio vederlo sparire dietro ai monti, non voglio aspettare il crepuscolo e poi la notte, meglio ignorare tutto ciò anche se sai che c’è.

Poi tutti i dubbi mi assalgono, sarà poi vero tutto ciò che ci hanno raccontato, o qualcuno se lo sarà inventato per tenerci buoni?

Ritorneremo a splendere come il sole domani, in un’altra vita che ci aspetta? E se tutto quello che ci hanno insegnato non fosse vero?

Signore ti chiedo perdono, ma forse invecchiando sono diventata come Tommaso.

Torno col pensiero alla mia vita di “prima”, mentre affacciata alla finestra ascoltavo lo scampanio giocondo delle campane a festa che salutavano i miei figli che erano stati battezzati nella vecchia madre “Pieve”, allora bisognava farlo il giorno dopo la nascita per purificarli dal “peccato originale”, questo peccato che ci avevano inculcato nella testa e ora non se ne parla più.

Ecco che torna il dubbio, sarà stato vero ciò che ci hanno insegnato i nostri vecchi, le suore, i preti?

Va bene dovrò confessare anche questo, tranquilli lo farò appena possibile e quando troverò un prete non tanto frettoloso, sapete è molto difficile ascoltare pazientemente i piagnistei dei vecchi. Certo dovrò farlo prima che il sole della mia vita si nasconda completamente dietro le montagne.

Ma dopo? Dopo che l’avrò fatto, continuerò a farmi domande su domande?

In casa si fa buio, ecco il sole è sparito, forse domani lo rivedrò.

Elda Zannini

4 COMMENTS

  1. Fuori dall’abbaino, il tramonto è quadro della scuola veneta: i gialli e i rosa grida del giorno che muore. Qua e là, nel crinale già in ombra, si accendono le luci delle case a raccontare una vita che continua, diventata ormai per me estranea.

    Giovanni Annigoni