A Serra di Villa Terrachina, a Reggio Emilia, venerdì 7 giugno dalle ore 18,00 andrà in scena INNESTI _epifanie nella natura (una coreografia sociale), con donne e uomini di ogni età dell’Appennino, a cura di Intelfade aps di Daria Menichetti e Francesco Manenti. La produzione è di Flag No Flags Contemporary Art ed ha il patrocinio del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e Riserva MAB Unesco Appennino Tosco-Emiliano.
Daria e Francesco, artisti dello spettacolo da oltre vent’anni, hanno fondato Intelfade aps associazione di promozione sociale attiva nel territorio di Ventasso che si occupa di teatro, danza, educazione al movimento come lavoro sulla comunità, hanno deciso di affrontare il presepe vivente.
L’intervista
Da dove nasce INNESTI_epifanie nella natura?
Dopo aver assistito a Nismozza all’esperienza del “PRAESAEPE_per crescere un bambino ci vuole un villaggio”, una performance che abbiamo creato, insieme a donne e uomini dell’Appennino reggiano e minori non accompagnati temporaneamente ospiti a Castelnovo ne’ Monti, Giovanni Nicolini – curatore con Paola Rubertelli della programmazione di Flag No Flags Contemporary Art – ha proposto di ideare una nuova produzione nel contesto della Serra di Villa Terrachini a Reggio Emilia che è la loro sede storica.
Considerando che l’evento, proposto nell’ambito di Fotografia Europea Circuito OFF 2024, avrebbe dovuto trovar motivazione nel tema “La Natura ama nascondersi” a cui l’intera manifestazione è riferita, ha preso forma l’idea di INNESTI _epifanie nella natura (una coreografia sociale), ispirata al tema eracliteo.
Come avete lavorato alla creazione?
Inizialmente abbiamo aperto a tutti e tutte senza limiti di età, genere, provenienza, esperienza, degli incontri settimanali di movimento e danza che avrebbero portato alla creazione della performance finale. Gli incontri, nella palestra comunale di Collagna (Comune di Ventasso), erano totalmente liberi, non c’era l’obbligo di prendere parte alla performance; era un modo per creare comunità intergenerazionale e stare insieme in maniera alternativa, creando bellezza attraverso il movimento, la danza e la coreografia. Progressivamente e in modo spontaneo si è delineato un gruppo di 16 persone composto da donne e uomini di età diverse: Alessia Maggiali, Marzia Gennari, Emma Caccialupi, Maura Natalini, Nadia Mechetti, Lucia Ferretti, Enzo Rizzo, Elisa Rizzo, Ortensia Baragazzi, Julia Pisanò, Gaia Pisanò, Elio Pisanò, Francesco Manenti, Riccarda Bertolani, Luciano Scaruffi, Gea Manenti.
Con loro abbiamo lavorato ispirandoci alla visione del fotografo Pentti Sammalathi. Le sue foto ci hanno suggerito uno sguardo minimale su spazi, forme, traiettorie, mentre andavamo alla ricerca di un’essenza del gesto e della forma grazie ad un ascolto interiore, del proprio corpo e dei propri movimenti, in relazione con gli altri e con lo spazio, come in una grande meditazione.
Cos’è per voi ‘natura’?
Il termine abusato “natura” spesso finisce per essere parziale: per molti natura sono gli alberi, tutte le altre specie animali, l’ambiente etc… un termine che viene banalmente contrapposto a cultura; noi, in questa performance, l’abbiamo interpretata come la parte più profonda del nostro IO. Anche l’essere umano è natura. La cultura è intrinsecamente intrecciata e fiorisce dalla natura, e non è appannaggio esclusivo dell’essere umano. Tutte le specie, animali, vegetali sono portatrici di una loro peculiare cultura. Così abbiamo cercato di creare degli innesti tra esseri umani, altre specie, spazi, tempi, andando a generare delle nature altre, nuove.
Altro tema su cui abbiamo lavorato è questo naturale volgersi al nascondimento, che è proprio di molte specie. Divenire invisibili, nascondersi, ritirarsi è un bisogno. Non solo, questo costante dialogo tra epifania e nascondimento è un movimento meraviglioso che porta anche l’essere umano ad una costante ricerca di sé stesso, in un “conosci te stesso” che dura una vita intera. Ma l’essere umano ha spesso violato questo bisogno che hanno anche le altre specie; ne sono un esempio gli zoo, i circhi, la detenzione di animali esotici o di volatili o pesci nelle proprie case, in gabbie o teche che espongono ad una continua visione animali che desidererebbero solo starsene nel loro habitat e condurre la propria esistenza rispettando i propri bisogni specie specifici. Ma anche la “vera natura” dell’essere umano si nasconde dentro sé stesso. Noi , spesso degli altri o di noi stessi, non percepiamo che la superficie, per questo il tentativo di questa performance è affondare nella profondità di noi stessi.
La performance dialogherà nella Serra di Villa Terrachini a Reggio Emilia con la mostra INNOCENT_The Age of Innocence di Francesco Manenti. Il progetto di pittura sembra contribuire all’idea che la distruttività umana sia reattiva e non innata e che proprio nell’innocenza, nella vulnerabilità e nella tenerezza dell’infanzia si celino, per un’indiscussa carenza d’AMORE, una tragedia personale e un destino carico di conseguenze estreme. Quindi l’infanzia come tempo in cui si cela e si costruisce l’essere umano che verrà. Sono infatti esposti ritratti di bambini che poi diventeranno futuri dittatori, uomini sanguinari o di potere.
Le bambine e i bambini di oggi saranno gli adulti di domani. Abbiamo una grossa responsabilità nella loro educazione. L’educazione è politica. Ed educare vuol dire scegliere quotidianamente l’amore: in ciò che si dice, in ciò che si fa vedere, in quello che si fa insieme, nelle esperienze che vengono proposte, in ciò che si mangia, dove si sceglie di vivere. Scegliere sempre il BENE ed essere guidati dall’amore per l’altro da sè e per sè stessi.
Intelfade APS è nata ai piedi del monte Ventasso, a Nismozza , nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, a gennaio 2023. È nata dalla comunità. È un’associazione di promozione sociale affiliata ad ARCI che crede nella possibilità di contrastare lo spopolamento e l’abbandono del territorio attraverso gli strumenti della cultura e dell’arte. Intelfade offre attività di teatro, danza, educazione al movimento somatico per tutte le età, puntando a rivitalizzare la comunità locale in un senso inclusivo e intersezionale.
Cos’è Flags no flags?
Flag No Flags Associazione per l’Arte Contemporanea avvia l’attività nel 2010 grazie alla concessione in uso della Chiesa dei SS Carlo e Agata da parte della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla. In una prospettiva ampia Flag No Flags considera che il progetto di generare arte debba misurarsi con alcuni fenomeni globali incombenti e con i contesti inediti che sono all’origine dei processi di crescita e sviluppo delle aree urbane, dell’aumentata mobilità fisica e virtuale delle persone, dello straordinario sviluppo degli scambi sociali.
A questi scenari Flag No Flags rivolge attenzione, proponendo le diverse rappresentazioni con l’intento di favorire via via la comprensione delle condizioni per cui - in particolare conformità con la tradizione espressiva affermatasi dal secondo dopoguerra dello scorso secolo - soggetti e materia dell’arte sono divenuti le interazioni umane, gli ambiti collettivi e le forme di esistenza. Impegnandosi, quindi, nel sostenere i tratti di un’arte in cui la profonda volontà di servizio, l’attenzione posta al mutare delle condizioni storico-sociali ed ambientali, l’essere soggetti concretamente attivi nei processi di mutamento, prevalgono su di ogni altro aspetto.