Un macchinista 57enne è stato investito e ucciso sui binari da un treno in corsa allo scalo merci di Rubiera. È successo intorno alle 20,40 di mercoledì notte. La circolazione della linea Milano-Bologna è stata sospesa diverse ore.
Sembra, secondo una prima ricostruzione, che l’uomo, un manovratore di Mercitalia, stesse camminando a piedi lungo i binari per arrivare in stazione dopo aver finito il turno di lavoro e si sarebbe, avvicinato troppo venendo investito da un treno regionale in transito.
La nota Cisl Emilia Centrale
«Una tragedia. Una tragedia enorme che ha spazzato via la vita di un lavoratore di grande talento e un collega del nostro sindacato, Fit Cisl. Alla sua famiglia vogliamo mandare l’abbraccio più grande di questo mondo, ben sapendo che nessuna parola potrà cambiare il corso degli eventi».
Così Gaetano Capozza, segretario della Fit Cisl di Reggio Emilia, la categoria che lavora proprio a supporto del personale impegnato nei trasporti su gomma e su ferro.
«Lo dico come ferroviere, come sindacalista e come padre di famiglia. Sono queste le ragioni della mia vita esattamente come lo sono state per Guglielmo. Il nostro non è un lavoro semplice: guadagnarsi da vivere a bordo di un treno che ti porta ogni giorno lontano da casa con sacrifici enormi, richiede passione, richiede di amare nel profondo questo mestiere, nel quale non ti puoi improvvisare – prosegue Capozza –. Guglielmo era uno di noi e oggi non possiamo fare altro che piangere e prendercela col destino. Gli accertamenti e le indagini diranno cosa è successo nel dettaglio ma ora conta solo che una persona è caduta in servizio, mentre lavorava per portare a casa dignità e serenità per sé e per la sua famiglia».
Alla solidarietà di Fit Cisl Reggio si aggiunge quella del sindacato confederale.
«L’11 dicembre è stata una giornata nera per tutta la comunità dei lavoratori. In quattro ore sono rimasti uccisi due professionisti, uno a Finale Emilia, nel modenese, e uno a Rubiera–spiega Rosamaria Papaleo, segretaria generale della Cisl Emilia Centrale –. Facciamo sindacato per proteggere chi lavora, lottiamo ogni giorno per la dignità e la sicurezza e credere in questo impegno, fino in fondo, significa provare un dolore enorme quando sai che un lavoratore non c’è più.
Un dolore che abbiamo il dovere di trasformare in azione, per ottenere le conquiste a favore della salute e della sicurezza che la comunità dei lavoratori chiedono e aspettano da tempo.
E’ un fatto di civiltà e di rispetto, tocca a tutti noi non cedere di un millimetro di fronte al muro di gomma di un Paese che non investe abbastanza e non offre tutti gli strumenti alle Istituzioni che sul campo continuano a svolgere, con dedizione, una missione enorme. Guardate i numeri di questo 2024, un altro anno brutto con sette morti sul lavoro a Reggio (+16.7% rispetto al 2023) e 7.683 infortuni denunciati da gennaio ad ottobre. Difendere la cultura del lavoro significa difendere la vita. Alla fine questa è la bussola da seguire»
Morti sul lavoro, On. Malavasi: “Così non si può andare avanti, la situazione sulle reti ferroviarie è molto grave”.
«Un nuovo drammatico incidente sul lavoro - una terribile dinamica, rispetto alla quale attendiamo l’esito della relativa inchiesta - si aggiunge alla lunga lista di questo anno, ancora terribile sul fronte della sicurezza. Sono a porgere le mie condoglianze alla famiglia, agli amici, ai colleghi del macchinista travolto e ucciso da un treno nei pressi di Rubiera».
Così l’On. Ilenia Malavasi, deputata reggiana della Commissione Affari Sociali della Camera.
«Morire in questo modo non è tollerabile, lo abbiamo ripetuto già troppe volte. Le denunce per incidenti mortali sul lavoro presentate all’Inail nei primi dieci mesi del 2024 sono state 890, un dato che riflette una vera e propria “strage infinita”, con un incremento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Pensando anche a quanto avvenuto a Calenzano, non si può ignorare il fatto che la gran parte degli ultimi incidenti più gravi - che hanno causato stragi e che hanno scosso profondamente il Paese - hanno visto coinvolte aziende partecipate dallo Stato.
Questi sono settori dove si può e si deve intervenire subito, rivedendo un modello imprenditoriale che non può avere come solo obiettivo l’utile derivato da una compressione dei costi: perché questo, tramite il largo utilizzo di appalti e subappalti, si traduce, nei fatti, in una forte riduzione delle tutele di sicurezza per i lavoratori. Nello specifico, poi, credo sia necessaria una riflessione urgente sullo stato dei trasporti e delle manutenzioni alle reti ferroviarie nel nostro Paese, perché avanti così non si può andare: le cronache testimoniano che quasi ogni giorno milioni di pendolari si scontrano con ritardi e disservizi e questo mentre, nello stesso momento, migliaia di lavoratori operano in condizioni di scarsa o nulla sicurezza, proprio per riparare guasti alle infrastrutture.
Al doveroso cordoglio - che sempre accompagna episodi come questo - ci aspettiamo, dunque, che le autorità e i Ministeri competenti, a partire dal Vicepremier, ci informino sulla situazione e su quanto si sta facendo a tutela dei lavoratori, dei cittadini e dei viaggiatori».