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La testimonianza di Giorgio Ferrari

La guerra a casa nostra: I denti d’oro

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Rubrica a cura di Marco Capriglio in collaborazione con Associazione Studi Militari Emilia Romagna APS

Mia nonna Adua mi raccontava spesso che durante la Seconda Guerra Mondiale, una notte a Guastalla sentirono delle forti esplosioni in lontananza. Era buio e nessuno sapeva cosa stesse succedendo. Quando arrivò il mattino, uscirono di casa e si accorsero che il ponte sul Po non c'era più. Era stato distrutto, si diceva fosse stato Pippo.

Poco tempo dopo, quando i tedeschi si stavano ritirando, la situazione divenne ancora più caotica. Con i ponti interrotti, molti di loro cercavano di attraversare il Po a nuoto. Gli Alleati, che erano già vicini, sparavano per impedirglielo. Mia nonna mi raccontava che alcuni di quei soldati tedeschi non riuscivano ad attraversare e i loro corpi venivano trascinati dalla corrente o si fermavano sulle rive del fiume.

C’era una persona in paese, un uomo con una barca, che approfittava di quei momenti. Andava sulle rive o vicino ai corpi galleggianti per cercare denti d’oro. Mia nonna lo ricordava con disgusto, ma diceva che in guerra succedevano cose terribili, anche da parte della gente comune.

Erano momenti duri, mi diceva, e quelle immagini non le erano mai uscite dalla testa.

Giorgio Ferrari