Home Cultura “Resistenza, ricordiamoci anche degli Imi”. La storia dell’Alpino Sestore, di Vetto
APPELLO DI UN LETTORE / PUBBLICHIAMO L'ELENCO DEI CADUTI REGGIANI IMI

“Resistenza, ricordiamoci anche degli Imi”. La storia dell’Alpino Sestore, di Vetto

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I temi della Liberazione animano gli animi di diversi lettori che, in queste ore, commentano gli articoli a riguardo apparsi sulla nostra testata.

Tra questi quello del lettore VP che intende ricordare gli Imi, i cosiddetti schiavi di Hitler. Questi militari furono posti davanti a una scelta: continuare a combattere al fianco dei nazifascisti o essere deportati nei lager nazisti. Circa 600.000 di loro rifiutarono di collaborare con il regime nazista, scegliendo la prigionia e i lavori forzati piuttosto che tradire i propri ideali. Il cambiamento era, infatti, arrivato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando l’Italia firmò una pace separata con gli alleati anglo-americani. I soldati italiani che su vari fronti si trovavano impegnati assieme alle truppe tedesche vennero messi di fronte a un’alternativa secca.

L’esumazione dei militari italiani a Kassel uccisi nell'omonima strage – Kassel Exhumierung italienischer Kriegsgefangener am Bahnhof Wilhelmshöhe (tratto da Stadt Kassel; Foto Stadtarchiv, Signatur E1P_ExhumierungC)

Il loro status giuridico fu degradato da "prigionieri di guerra" a "internati militari", una mossa che li privò delle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. Nei lager, furono sottoposti a condizioni disumane, tra cui fame, freddo e lavori estenuanti, ma la loro resistenza morale e fisica rappresentò un atto di coraggio e dignità.

I reggiani sotto le armi che rifiutarono la proposta sono quasi ottomila, moltissimi fra loro sono morti in diversi campi di lavoro di quello che all’epoca era il territorio nazista, molto più ampio rispetto all’attuale perimetro della Germania. I montanari Imi furono alcune centinaia. C'è un archivio online (Lessico Biografico Imi) dove, conoscendo il cognome, si può rintracciarli.

"Rilevo - ci scrive il lettore - che quando si parla delle vittime del dopo ‘43 ci si dimentica sempre degli Internati Militari Italiani, i cosiddetti 'schiavi di Hitler' , soldati italiani che si sono rifiutati di combattere a fianco dei nazifascisti e per questo sono stati internati nei lager e condannati ai lavori forzati. Il futuro segretario del PCI Natta, un IMI, scrisse un libro sulla sua esperienza nel lager: 'l’altra Resistenza' pubblicato anni dopo da Einaudi , Editori Riuniti si rifiutò di pubblicarlo. Gli IMI sono stati circa 650.000 e il dieci per cento non tornò . Tantissimi erano del nostro Appennino, tra cui mio padre. Peccato nessuno si ricordi di queste tantissime vittime".

Va detto, però, che da alcuni anni la memoria di queste persone è stata riscoperta anche grazie a diverse ricerche e a diversi Viaggi della Memoria di Istoreco, che hanno portato alla posa di diverse pietre d’inciampo, alla mostra “I soldati che dissero No” e a visite a diversi campi, fra cui il memoriale di Schoeneweide a Berlino, uno dei principali centri di documentazione tedesco sugli Imi.

Oggi ne ricordiamo uno, per ricordarli tutti. Si chiamava Sestore Ruffini, era nato il 2 gennaio del 1921, l'anno in cui nasceva il Pci e Benito Mussolini diveniva deputato. Sestore era un soldato del Sesto Reggimento Alpini e, catturato, divenne Imi. Morì, purtroppo, il 13 maggio del 1945 sul fronte tedesco (Milano e Torino, invece, furono liberate il 25 aprile di 80 anni fa e la Germania si arrese ufficialmente pochi giorni prima del suo decesso).  Il suo primo luogo di sepoltura fu nel cimitero di Heidelberg (liberata dagli americani il 30 marzo), il Gemeindefriedhof Rohrbach,  E' sepolto a Francoforte sul Meno, nel Cimitero Militare Italiano d'Onore (Riquadro B - Fila 4 - Tomba 11).

 

IL PROGETTO "DIMENTICATI DI STATO"

L'imprenditore Roberto Zamboni ha fatto un lavoro meticoloso e sul suo sito ha raccolto  e raccoglie l'elenco dei caduti Imi e anche numerosissime storie, comprese quelle di stragi dimenticate.

Ecco di seguito l'elenco degli Imi reggiani caduti in Germania, Austria e Polonia.

Albinea. Falaride Alvisi (9 febbraio 1915), Francesco Grasselli (1 settembre 1910), Walter Maffei (2 luglio 1924).

Bagnolo. Leonello Barilli (8 dicembre 1905), Arcadio Borciani (18 febbraio 1912), Cesarino Cocconi (17 settembre 1924), Bruno Fantini (28 gennaio 1901), Sveno Castellari (30 gennaio 1912), Renato Corradini (12 gennaio 1920), Ottavio Macchioni (6 settembre 1924), Ivo Pancani (8 ottobre 1914), Bruno Panciroli (17 luglio 1917).

Bibbiano. Giovanni Bernuzzi (28 febbraio 1922), Erio Ferrari (4 dicembre 1921), Piero Giavarini (3 dicembre 1923), Giuseppe Montanari (18 maggio 1897).

Brescello. Alfredo Bonini (21 giugno 1906).

Busana. Armando Bianchi (30 giugno 1909), Candido Roselli (11 novembre 1922).

Cadelbosco Sopra. Arturo Baraldo (16 settembre 1913), Alfredo Fantini (9 novembre 1921), Bruno Friggeri (2 marzo 1912), Dalmino Friggeri (8 luglio 1919).

Campagnola Emilia. Olinto Gualtieri (2 giugno 1909).

Campegine. Giuseppe Donelli (22 giugno 1922), Francesco Montanari (4 luglio 1920).

Carpineti. Onesto Fantini (27 dicembre 1919), Giuseppe Fontana (15 marzo 1919), Remo Pignedoli (10 marzo 1915), Raimondo Stazzoni (20 ottobre 1922).

Casina. Luigi Baroni (4 giugno 1895), Corso Dallari (23 novembre 1910), Ultimio Ferri (12 giugno 1906), Battista Gatti (1 ottobre 1914), Cesarino Giovanardi (11 dicembre 1924), Pasquino Pellicciani (8 aprile 1919).

Castellarano. Camillo Barchi (7 ottobre 1922), Mario Grappi (6 dicembre 1923), Carlo Meglioli (8 maggio 1919), Nello Prodi (3 settembre 1917).

Castelnovo Sotto. Palmiro Bertucelli (25 agosto 1920).

Castelnovo Monti. Fausto Antonelli (7 maggio 1924), Armando Casali (10 ottobre 1918), Lino Mailli (27 giugno 1923), Dino Peretti (13 giugno 1922), Pierino Peretti (20 dicembre 1909), Ultimio Rivolvecchi (23 marzo 1924).

Ciano d’Enza. Luigi Frignani (22 gennaio 1916), Flaminio Rodolfi (5 marzo 1908), Giovanni Viani (10 marzo 1919).

Collagna. Ezio Ginestri (22 settembre 1922).

Correggio. Combes Biagini (10 settembre 1920), Oreste Cattini (6 maggio 1899), Pietro Codeluppi (26 settembre 1910), Alberto Fieni (20 agosto 1913), Vittorio Fontanesi (18 settembre 1923), Pasquino Pazzi (16 aprile 1911), Cesarina Zanasi (15 marzo 1920).

Gattatico. Allenj Barbieri (21 marzo 1919), Guido Canetti (2 giugno 1920), Rosolino Conversi (7 marzo 1913), Amos Pasini (10 marzo 1907).

Guastalla. Giovanni Franzini (24 giougno 1911), Corrado Marastoni (15 ottobre 1924), Onofrio Regispani (13 agosto 1893), Guido Riva (21 marzo 1920), Glauco Rovesti (3 marzo 1898).

Ligonchio. Giuseppe Paglia (9 feb braio 1924).

Luzzara. Brenno Bortesi (13 maggio 1912), Dario Caleffi (9 marzo 1915), Mario Panizza (30 aprile 1910), Ivano Pasqualini (18 agosto 1915).

Novellara. Fernanda Barilli (1 febbraio 1929), Gianni Barilli (3 giugno 1907), Isolda Barilli (4 aprile 1927), Venerio Botti (31 gennaio 1920), Vittorio Busana (16 settembre 1906), Ivo Davolio (24 ottobre 1915), Angelo Diacci (20 settembre 1910), Pietro Papi (9 luglio 1023), Dante Vecchi (26 giugno 1923).

Poviglio. Ciro Bassi (8 giugno 1907), Lino Carpi (30 luglio 1914), Ermete Gombi (21 ottobre 1918), Agape Minari (17 febbraio 1916).

Ramiseto. Pellegrino Bragazzi (29 giugno 1910), Rubino Costi (8 gennaio 1906), Giacomo Torri (11 luglio 1920).

Reggio Emilia. Tullio Anceschi (5 settembre 1923), Omero Bagni (3 novembre 1915), Giuseppe Beghi (2 dicembre 1906), Ivo Bertacchini (11 gennaio 1909), Severino Bigi (22 giugno 1911), Lodovico Bondavalli (24 gennaio 1916), Guido Burani (8 agosto 1923), Erminio Calzolari (10 febbraio 1907), Luigi Catellani (2 ottobre 1898), Annibale Davoli (20 agosto 1914), Edoardo Del Fiore (25 dicembre 1914), Fernando Denti (21 aprile 1915), Italiano Donati (4 giugno 1923), Guerrino Ferrari (13 settembre 1920), Silvio Ferretti (7 dicembre 1921), Paride Gemmi (10 agosto 1916), Ardo Giaroli (12 maggio 1924), Dino Giovanardi (20 giugno 1930), Adelmo Lusetti (11 ottobre 1906), Vittorio Mariani (27 ottobre 1921), Eviardo Mazzoni (2 marzo 1921), Mario Merlatti (22 marzo 1921), Ivaldo Nizzoli (16 luglio 1906), Bruno Prandi (9 settembre 1906), Renato Prandi (15 febbraio 1911), Adelmo Rinaldini (6 settembre 1919), Adolfo Rossi (22 agosto 1924), Mario Sguazzini (5 giugno 1911), Armando Sirotti (12 giugno 1888), Enzo Spaggiari (14 luglio 1914).

Rio Saliceto. Geo Pellicciari (30 gennaio 1911).

Rubiera. Vito Annovi (2 agosto 1912), Marzio Valli (20 ottobre 1902), Fausto Vezzali (8 febbraio 1920).

San Martino in Rio. Luigi Busetti (1 giugno 1907).

San Polo d’Enza. Secondo Francia (15 luglio 1909), Giuseppe Morini (21 dicembre 1919).

Sant’Ilario d’Enza. Pierino Patterlini (18 novembre 1910), Otello Saccani (16 novembre 1920).

Scandiano. Sauro Bottazzi (24 ottobre 1924), Alseno Costi (17 gennaio 1921), Giovanni Ferrari (29 gennaio 1924), Emore Iemmi (26 aprile 1918), Franco Mammi (24 settembre 1907), Laura Medici (8 marzo 1909), Giacomino Prandi (25 settembre 1923).

Vetto. Giovanni Ferrari (15 settembre 1912), Decimo Morelli (9 gennaio 1924), Sestore Ruffini (2 gennaio 1920? 1?).

Vezzano sul Crostolo. Israele Cilloni (19 maggio 1923), Giacomo Fontana (25 gennaio 1921), Alessandro Leoni (4 ottobre 1922), Italo Prati (6 gennaio 1913), Emerenzio Valcavi (18 ottobre 1922).

Viano. Luigi Castagnoli (21 settembre 1924), Argisto Grimaldi (31 luglio 1920), Carlo Lanzi (15 settembre 1921), Vincenzo Montecchi (20 aprile 1921).

Villa Minozzo. Fortunato Albertini (16 settembre 1922), Primo Bianchi (10 dicembre 1924), Ciro Bucchi (4 agosto 1924), Guido Calvelli (26 aprile 1921), Mario Carini (9 settembre 1923), Ernesto Cavalletti (22 dicembre 1911), Samuele Gatti (12 settembre 1921), Albertino Piovuti (9 marzo 1920), Ivo Romiti (27 agosto 1920), Albertino Zucchini (16 luglio 1913).

 

 

2 COMMENTS

  1. Grazie dell’articolo molto bello e che mette in luce chiaramente il sacrificio degli Imi, e dell’altra resistenza che hanno praticato rifiutando di combattere con i nazifascisti contro altri italiani.
    Effettivamente il loro sacrificio viene da qualche anno ricordato ed è stata riconosciuta loro la Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica e per opera del Dott. Brando, presidente della sezione ANEI di Milano (Associazione Nazionale ex Internati) e’ stata scritto un articolo sulla Treccani.
    Per quanti volessero approfondire l’argomento il sito anei.it può fornire un valido aiuto.
    Grazie
    Vulzio Abramo Prati

    • Firma - Vulzio Abramo Prati
  2. Un altro valido aiuto per ricercare le storie dei soldati catturati dai nazisti è dato dal sito albi della memoria, dove sono pubblicati gli elenchi degli IMI, anche sopravvissuti alla prigionia, spesso corredati di fogli matricolari. Il sito è curato da Amos Conti di Istoreco.

    • Firma - Cleonice Pignedoli