In risposta all'intervista della Fornili da parte del Circolo FDI Alto Crinale, Ventasso, Villa e Vetto
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Viabilità allo sfascio, sanità al collasso: la montagna ha bisogno di risposte, non di scuse
Abbiamo letto le dichiarazioni della consigliera Fornili sulla manutenzione stradale e sul sostegno alle imprese montane. Parole che, ancora una volta, risuonano come l’ennesima promessa mancata. È giunto il momento di dire le cose come stanno: la Regione Emilia-Romagna ha abbandonato le zone montane al loro destino, e i cittadini non ne possono più.
Viabilità: uno stato vergognoso
Le condizioni della rete viaria nell’Appennino sono ormai intollerabili. Strade dissestate, frane mai rimosse, rattoppi temporanei che cedono dopo pochi giorni. La frana in località Terminaccio è solo l’ultimo esempio di un approccio fatto di interventi tampone, privi di visione e progettualità. Ma ancora più scandalosa è la situazione in località Pianello, dove una strada resta chiusa da quasi un anno, isolando intere famiglie e mettendo a rischio i servizi essenziali. Oggi in fase di riapertura solamente per le tempistiche che riguardano il Giro D’Italia.
L’assessore parla di manutenzione “fondamentale”, ma nella realtà quotidiana dei cittadini non si vede nulla di tutto questo. Se questa è la gestione regionale della montagna, allora forse sarebbe meglio che qualcuno si facesse da parte.
Le condizioni della rete viaria nell’Appennino sono ormai intollerabili. Strade dissestate, frane mai rimosse, rattoppi temporanei che cedono dopo pochi giorni. La frana in località Terminaccio è solo l’ultimo esempio di un approccio fatto di interventi tampone, privi di visione e progettualità. Ma ancora più scandalosa è la situazione in località Pianello, dove una strada resta chiusa da quasi un anno, isolando intere famiglie e mettendo a rischio i servizi essenziali. Oggi in fase di riapertura solamente per le tempistiche che riguardano il Giro D’Italia.
L’assessore parla di manutenzione “fondamentale”, ma nella realtà quotidiana dei cittadini non si vede nulla di tutto questo. Se questa è la gestione regionale della montagna, allora forse sarebbe meglio che qualcuno si facesse da parte.
Fiscalità di vantaggio: da anni si annuncia, mai si realizza
Non è più credibile neppure la narrazione sulle misure per le imprese montane. La legge sulla fiscalità di vantaggio è ferma in Parlamento? Bene, ma la Regione cosa ha fatto in concreto? Un’unica risoluzione per "attivare bandi", che di fatto si traducono in briciole e nella solita burocrazia che scoraggia chi, con fatica, cerca di fare impresa in montagna.
Le imprese non chiedono assistenzialismo, ma pari dignità e condizioni per competere. Invece, la Regione continua a ignorare la realtà: mantenere il lavoro in montagna significa garantire infrastrutture, accessibilità e servizi, non fare passerelle con cifre e progetti che poi non trovano attuazione.
Le imprese non chiedono assistenzialismo, ma pari dignità e condizioni per competere. Invece, la Regione continua a ignorare la realtà: mantenere il lavoro in montagna significa garantire infrastrutture, accessibilità e servizi, non fare passerelle con cifre e progetti che poi non trovano attuazione.
Sanità: una crisi negata
La situazione sanitaria non è da meno. L’ospedale Sant’Anna, nonostante gli investimenti annunciati, non riesce a garantire tempi d’attesa accettabili per esami e visite specialistiche. La Regione continua a vantarsi di non avere liste d’attesa, ma è una mezza verità: le liste non ci sono perché le agende di prenotazione non vengono proprio aperte. Un trucco statistico che nasconde una realtà drammatica.
Per chi vive in montagna, accedere alle cure è sempre più difficile. Chi può permetterselo si rivolge al privato; chi non può, rinuncia o attende mesi, anche per prestazioni fondamentali. Altro che "sanità d’eccellenza": l’Emilia-Romagna non è più un modello, e la responsabilità è interamente politica.
La situazione sanitaria non è da meno. L’ospedale Sant’Anna, nonostante gli investimenti annunciati, non riesce a garantire tempi d’attesa accettabili per esami e visite specialistiche. La Regione continua a vantarsi di non avere liste d’attesa, ma è una mezza verità: le liste non ci sono perché le agende di prenotazione non vengono proprio aperte. Un trucco statistico che nasconde una realtà drammatica.
Per chi vive in montagna, accedere alle cure è sempre più difficile. Chi può permetterselo si rivolge al privato; chi non può, rinuncia o attende mesi, anche per prestazioni fondamentali. Altro che "sanità d’eccellenza": l’Emilia-Romagna non è più un modello, e la responsabilità è interamente politica.
Smettetela di dare la colpa al Governo
Infine, basta con il solito scaricabarile: ogni volta che qualcosa non funziona, la Regione dà la colpa al Governo centrale. Ma quando ci fu l’opportunità di ottenere maggiore autonomia, proprio per avere più strumenti e risorse, avete scelto di rifiutarla. La verità è che questa Regione, oggi, non è in grado di gestire il territorio in modo adeguato. Le aree montane sono considerate marginali, utili solo per le passerelle in campagna elettorale.
Noi diciamo basta. La montagna non può più aspettare. Servono interventi strutturali, piani seri e investimenti reali. Il nostro Appennino merita rispetto, non spot pubblicitari o dichiarazioni autocelebrative.
Noi diciamo basta. La montagna non può più aspettare. Servono interventi strutturali, piani seri e investimenti reali. Il nostro Appennino merita rispetto, non spot pubblicitari o dichiarazioni autocelebrative.