Riceviamo e pubblichiamo
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Nell’articolo che ho menzionato nell’avvio di queste righe, il suo autore sottolineava meritoriamente l’oggettività che deve ispirare la narrazione degli eventi trascorsi, a motivo che, sempre a suo dire, la storia è una materia seria e come tale va maneggiata, concetto senz’altro ineccepibile, quantomeno sulla carta, al che, in un mio relativo commento, mi sono permesso di chiedermi quanta oggettività ci sia stata nel ricordare le vittime delle Foibe (una storia dimenticata, come viene talora definita), stante il ritardo con cui ne siamo venuti a conoscenza (mentre quei dolorosi e tragici fatti erano verosimilmente noti da non poco tempo).
Restando nel concreto, allorché veniamo a conoscere aspetti e particolari “inediti” (in ordine a quanto ebbe a succedere allora nei nostri luoghi), perché c’è qualcuno che li segnala, viene da domandarsi se il loro anteriore “oblio” sia dipeso dal non esserne al corrente, da parte di chi ne aveva scritto in precedenza, o vi siano a monte altre ragioni, non proprio involontarie, a dispetto della oggettività, e benché detto interrogativo sia per solito destinato a rimanere tale, ossia senza riposta, io credo che ogni pezzo aggiuntivo circa le nostre storie aiuti la comprensione di quegli anni così tormentati e sofferti (e possa pertanto risultare utile).
Oggettività vorrebbe che ………
E del resto oggettività vorrebbe (salvo lo smentirsi, e a meno che abbia ad essere una parola di mera circostanza) che si accettasse ogni ulteriore “integrazione” o supplemento, inerente a quel periodo storico, rispetto a quanto già possiamo sapere, senza che ciò comporti il chiamare immediatamente in causa propositi di “revisionismo”, o supposte tentazioni nostalgiche, anche perché non viene comunque meno la possibilità di contestare le “integrazioni”, o ricusarle, dopo di che ciascun lettore valuterà a proprio modo, e col proprio metro, l’insieme delle notizie apprese, anche in base alle rispettive simpatie politiche e convincimenti ideologici.
Sempre in argomento, se ampliamo la panoramica, e pur sapendo di entrare in un terreno oltremodo delicato, non mancano di certo i motivi di parlar male del fascismo e del Ventennio, ma per non venir meno all’oggettività andrebbe pure ricordato che risale a quell’epoca la nascita di ONMI, IMI, INPS, INAIL, IRI, Ente Comunale Assistenza (ECA), rete degli edifici scolastici, ossia strumenti di riconosciuta valenza sociale, che non riscattano e riabilitano di certo il fascismo, ma il volerlo semmai dimenticare credo porti acqua al mulino di quanti del Ventennio intendono abiurare soltanto le colpe di cui si è macchiato (e non la sua totalità).
P.B.