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Il tratto terminale che porta al Passo di Pradarena è chiuso da un’ordinanza provinciale

SP18: lavori al via il 13 maggio. Rimozione del divieto prevista entro il 20

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Divieto a moto e bici sul Passo di Pradarena proteste in Appennino e incontro in ProvinciaDopo giorni di polemiche, arriva una svolta nel caso della strada provinciale SP18.

Il tratto terminale che porta al Passo di Pradarena, chiuso da un’ordinanza provinciale a moto e biciclette per motivi di sicurezza, sarà oggetto di un intervento urgente.

La Provincia di Reggio Emilia ha infatti annunciato un primo stanziamento di 150.000 euro per avviare i lavori già da martedì 13 maggio e la rimozione del divieto entro lunedì 20 maggio, restituendo così piena accessibilità a una delle direttrici più amate e strategiche dell’Appennino reggiano.

E' quanto deciso oggi dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, che non appena è stato informato dal sindaco di Ventasso delle preoccupazioni di cittadini ed operatori economici, insieme al Servizio Infrastrutture ed al consigliere provinciale delegato per la Montagna, Elio Sassi, si è immediatamente mosso per individuare una soluzione che salvaguardasse la sicurezza e contestualmente desse immediata certezza a un comparto strategico per l’Appennino come quello turistico.

Il piano operativo – che è stato condiviso oggi con lo stesso sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti - prevede lavori di ripresa degli avvallamenti, dei tagli longitudinali ed in particolare nella messa in sicurezza provvisoria del tornante della fontana.

Sullo stesso tratto sono inoltre in fase di progettazione ulteriori interventi già programmati, per un importo complessivo di quasi un milione di euro, che inizieranno entro l’estate, riguardanti il ripristino di vari tratti dei muri di sostegno di valle in sasso con l'inserimento di nuove barriere stradali su cordoli.

Soddisfatti i sindaci Ferretti e Sassi

«Desidero ringraziare la Provincia per la tempestività con cui si è fatta carico della situazione, mettendo in campo una soluzione adeguata e di immediata realizzazione, che trova il nostro pieno sostegno, commenta il sindaco di Ventasso Enrico Ferretti. Soddisfazione anche da parte del consigliere delegato per la Montagna Elio Ivo Sassi «per gli interventi individuati grazie ad un bel gioco di squadra, al pragmatismo e forza della politica e di conferma dell’attenzione che da sempre mostra la Provincia per il nostro Appennino».

Il presidente Zanni: «Una risposta puntuale e celere alle istanze di cittadini ed operatori economici del territorio»

«Investiremo dunque complessivamente oltre 1 milione e 100.000 euro per la manutenzione straordinaria di una direttrice strategica per il nostro Appennino e i collegamenti con la Toscana, anticipando immediatamente le risorse necessarie per il ripristino delle condizioni in sicurezza di una strada fortemente danneggiata dalla stagione invernale e dalle intense piogge di queste primavera», aggiunge il presidente Zanni sottolineando come «tutti gli interventi siano frutto di un percorso condiviso con gli amministratori per dare una risposta puntuale e celere alle istanze di cittadini ed operatori economici del territorio preoccupati dall’introduzione del divieto, perché ciò che interessa agli amministratori reggiani è risolvere concretamente i problemi, non cercare spazio sui giornali con polemiche fini a se stesse».

 

1 COMMENT

  1. Personalmente non apprezzo questo modo di intervenire e operare, mi profuma di teatralità e colpi di scena un adeguatamente romanzati.

    1 – Dopo che l’inverno e le recenti precipitazioni primaverili hanno danneggiato il manto stradale e compromesso le barriere di protezione, per garantire la sicurezza degli utenti a due ruote e consapevoli di essere soli al mondo decidono unilateralmente di vietare dal 23 Aprile il transito ai suddetti veicoli.

    2 – Inaspettatamente (immagino) un’ondata di malcontento tra gli operatori turistici, le amministrazioni locali e numerosi frequentatori della zona, soprattutto in vista della stagione primaverile ed estiva, periodi cruciali per l’economia dell’Appennino, che coglie completamente di sorpresa la Provincia e facendo loro scoprire di non essere soli al mondo.

    3 – Viene allora emessa una nota ufficiale, l’ente sta lavorando alla progettazione dei lavori, con l’obiettivo di aprire il cantiere tra luglio e agosto, compatibilmente con i tempi tecnici della gara d’appalto, per terminarli… non ci è dato sapere quando (dies certus an incertus quando).

    4 – La nota non è sufficiente e le rimostranze persino del presidente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano (in Provincia si saranno chiesti se questo parco con questo nome strano ha a che fare con la Provincia di Reggio Emilia) consolida sempre di più l’idea che la parte terminale della Provincia di Reggio Emilia “là in alto” è abitata, lavorata, transitata e in un certo senso goduta anche da turisti .

    5 – Al centralino della Provincia scoprono contestualmente che le chiamate che arrivano da alcuni giorni non sono quelle di Call Center per la vendita di nuovi contratti luce e gas ma arrivano dal il Sindaco di Villa Minozzo e del Ventasso e si vedono costretti ad organizzare un incontro per Lunedì 05 Maggio.

    6 – Al termine dell’incontro terminato a Pizza e fichi (i fichi sono ancora un pò indietro e duri da digerire) esce questo comunicato dove trionfalmente il Presidente della Provincia annuncia nell’ordine Stanziamento lavori, Inizio Lavori, Fine Lavori e termine divieto.

    Ora mi pare che essere felici per la risoluzione del problema ci sta, ma prendersene merito quando il problema è stato creato non dalle pioggie ma dalla gestione un pò “creativa” dello stesso non mi piace.

    Sembra solo a me che si sia corso ai ripari un pò frettolosamente?
    Ma veramente in Provincia hanno pensato che potevano vietare il transito noncuranti degli effetti su chi quel territorio lo vive e lo lavora e poi con calma programmare i lavori come nel loro primo comunicato?

    Il mio non vuole essere un attacco alla Provincia, ma in quor mio penso che il giorno che si è scoperto le problematiche sulla strada si dovevano attivare i canali di comunicazione tra Provincia e Comuni interessati e poi a cascata con chi lo abita e lo lavora, per uscire con un piano di lavoro condiviso tra le parti.

    Farlo a posteriori solo perchè si è attivata l’ondata di malcontento è molto triste.

    • Firma - Maximiliano Giberti