Castelnovo ne’ Monti celebra uno dei suoi artisti più iconici con una serata speciale intitolata “Tra Futurismo e Metafisica. Il Giro e l’arte di Benevelli”, un evento che unirà arte, memoria e musica in un percorso attraverso le opere pubbliche di Giorgio Benevelli, nel centenario dalla sua nascita.
L'iniziativa, che prenderà il via lunedì 12 maggio, alle ore 19.30, dal Parco pubblico accanto a Palazzo Ducale (via Roma 12), propone una passeggiata artistica alla scoperta delle sue opere monumentali. Si partirà dal Monumento alla Donna Partigiana, accompagnati dalle letture dell’attrice Cecilia Antichi e dalle improvvisazioni musicali di Maddalena Boni.
Il percorso toccherà poi il Monumento ai Deportati all’Isolato Maestà, il grande rilievo dedicato a Castelnovo Monti nella sala del consiglio comunale, e due importanti opere religiose custodite nella Chiesa della Resurrezione: la Madonna con Bambino in pietra e il maestoso Crocifisso, considerato uno dei capolavori assoluti dell’artista. Proprio all'interno della chiesa si terrà il momento conclusivo dell’evento, con una meditazione finale.
La storia personale di Benevelli è strettamente intrecciata al suo percorso artistico: autodidatta, ha imparato l’arte attraverso mestieri manuali, dall’aiuto barbiere al meccanico, fino a diventare un raffinato artigiano del metallo. Le sue opere in bronzo e ferro, spesso di grandi dimensioni, raccontano una continua tensione tra forma e spiritualità, con echi evidenti del Futurismo e suggestioni metafisiche.
Quando l’età e la fatica fisica gli impedirono di continuare la lavorazione dei metalli, Benevelli non smise di creare, dedicandosi con passione alla scultura in legno e ad altre tecniche. Un segno della sua inesauribile urgenza espressiva, che Castelnovo ricorda e celebra con affetto e gratitudine.
Nato a Collagna il 3 maggio 1925 e scomparso nel 2017 nella sua casa di viale Enzo Bagnoli, Benevelli è stato un protagonista silenzioso ma potentissimo della scena artistica reggiana. Scultore visionario e pittore originale, ha lasciato un segno profondo nel paesaggio urbano di Castelnovo, dove si era trasferito con la famiglia nel 1930.
Ciao Giorgio, finalmente se ne sono accorti, meglio tardi che mai!