È una campana della pace, fusa nella storica Fonderia Capanni di Castelnovo, il simbolo che accompagna quest’anno le commemorazioni della fine della Seconda guerra mondiale a Kahla, in Germania. Un oggetto carico di significato, portato in dono dalla delegazione castelnovese come segno di memoria, riconciliazione e amicizia tra due comunità segnate dalla tragedia del conflitto.
Proprio in questi giorni, una delegazione proveniente da Castelnovo – composta, tra gli altri, dall’assessore alla cultura Erica Spadaccini e dall’assessore alla pace e ai diritti Silvia Dallaporta – si trova a Kahla per partecipare alle commemorazioni che si svolgono nei pressi del memoriale dedicato alle vittime del campo di lavoro forzato ReiMaHg. In questa fabbrica sotterranea, costruita negli ultimi mesi della guerra dalla Germania nazista ormai sotto i bombardamenti alleati, venivano assemblati i caccia a reazione Me 262 utilizzando la forza lavoro di deportati provenienti da tutta Europa.
La nuova campana, realizzata appositamente per l’occasione e inaugurata nel corso del viaggio, è un ulteriore tassello del forte legame che unisce oggi Castelnovo e Kahla, formalizzato nel 2023 con un patto di gemellaggio. Un rapporto nato dalla sofferenza, ma reso possibile dalle ricerche avviate già negli anni Novanta dai familiari delle vittime italiane del campo, una volta aperti gli archivi dell’ex Germania Est.
Il campo ReiMaHg è tristemente noto per le durissime condizioni di lavoro e per l’alto numero di vittime: si contano almeno 805 morti, di cui 460 italiani. Tra questi, sette cittadini di Castelnovo Monti non fecero mai ritorno: Inello Bezzi, Roberto Carlini, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi.
Una targa commemorativa, già presente nell’area del memoriale, ne ricorda da anni il sacrificio.