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Lancia: il marchio italiano che ha fatto storia nel mondo dell’automobile

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Eleganza, audacia tecnica e un pizzico di geniale follia: è la miscela che ha reso Lancia un’icona riconosciuta ben oltre i confini italiani. Dal 1906 il brand fondato da Vincenzo Lancia ha saputo trasformare intuizioni d’avanguardia in auto capaci di correre (e vincere) in pista, ma anche di conquistare le strade di tutti i giorni con soluzioni meccaniche raffinate e linee da gran signora.

Preziose come opere d’arte e spesso costose, queste vetture hanno continuato a far innamorare gli automobilisti fino ai giorni nostri, tempo in cui un’assicurazione auto personalizzata, oltre che un obbligo, è anche una forma di tutela cucita su misura per proteggere al massimo delle possibilità un bene tanto esclusivo quanto innovativo.

Lancia nella storia: dalle origini alla Lambda rivoluzionaria

Tra i corridoi polverosi della piccola officina di via Ormea nascono la 12 HP “Alfa” e successivamente modelli come Beta, Gamma e Delta, ma è la Theta del 1913 a segnare il primo vero punto di svolta: impianto elettrico completo di serie quando molti rivali arrancavano ancora con manovella e fanali a carburo.

Il successo arriva però nel 1922: la Lambda presenta telaio autoportante e sospensioni anteriori indipendenti, tecnologie anticipate di decenni. Nello stesso periodo l’azienda cresce: la fabbrica di via Monginevro diventa un cuore pulsante di creatività ingegneristica che batterà fino agli anni Sessanta.

L’epoca dell’eleganza sportiva: dall’Aurelia alla Flaminia

Dopo la scomparsa di Vincenzo Lancia (1937) il testimone passa al figlio Gianni, che nel 1950 presenta l’Aurelia: prima auto al mondo con motore V6 a 60°, carrozzeria sinuosa e interni degni di un salotto. Dalla berlina nascono la B20 GT e la spider B24, protagonista indiscussa di miti e pellicole. I successi sportivi (Mille Miglia, Targa Florio, Monte Carlo) spingono il blasone Lancia in alto.

Gli anni Cinquanta portano però un’altra perla: la Flaminia (1957). Sospensioni anteriori su telaietto, motore V6 da 2,5 litri (poi 2,8) e la firma Pininfarina regalano all’ammiraglia un’aura da haute couture su ruote. Coupé, Convertibile Touring, Sport Zagato: ogni declinazione diventa un oggetto del desiderio per collezionisti di ieri e di oggi.

In questo decennio la parola chiave sembra essere “qualità assoluta”: materiali nobili, finiture maniacali e soluzioni ancora pionieristiche, come il freno a disco sull’Aurelia e la prima trazione anteriore italiana con boxer orizzontale sulla Flavia (1960).

Gli anni di Lancia nei rally: Fulvia, Stratos, Delta

Se l’eleganza è sempre stata la prima donna in casa Lancia, la passione per la gara non è mai rimasta in disparte. Con la Fulvia Coupé HF (1965) si apre la stagione dei rally vittoriosi: la piccola V4 1.3 HF domina la serie FIA e regala il primo titolo mondiale nel 1972.

Pochi anni dopo, la scena la ruba la Stratos: motore Dino Ferrari V6, passo corto, aerodinamica da astronave. Campionessa del mondo rally ‘74, ’75 e ’76, diventa simbolo di un’epoca in cui ingegno e coraggio contano più dei regolamenti.

Nel 1979 arriva la Delta firmata Giugiaro: le versioni integrali HF 4WD, Integrale 8 valvole e 16 valvole, fino alla superlativa Evoluzione, conquistano sei titoli costruttori consecutivi (1987-1992), un record che ancora resiste. Grazie a loro il logo Lancia si fissa per sempre nella memoria degli appassionati.

Il declino, la rinascita e la sfida elettrica

Gli anni Novanta vedono il marchio scivolare verso il segmento premium-comfort senza il sostegno di una vera gamma sportiva. Modelli come Kappa, Thesis e Musa mantengono lo charme, ma senza l’aura tecnica delle antenate. La città scopre però la Ypsilon (1995), che in diverse evoluzioni resterà bestseller fino a oggi, unico modello ancora in listino e regina del segmento B italiano.

Con la nascita di Stellantis (2021) Lancia riceve nuova linfa: la strategia prevede solo motorizzazioni elettriche dal 2028 e il debutto di tre modelli chiave. Dopo la Ypsilon elettrica nel 2024 arriveranno la nuova Gamma crossover di segmento D e una Delta a batterie, promessa a una generazione che sogna di rivivere emozioni da rally in versione zero emissioni.

Il design del futuro strizzerà l’occhio al passato, tra linee tese, calandra scudata e firma luminosa a calice, ma i contenuti saranno fatti di software, piattaforme STLA e sostenibilità.

Che sia la Lambda del 1922 o la Delta elettrica del 2028, ogni Lancia porta comunque con sé l’idea di andare oltre l’ordinario. È questo il filo rosso che unisce decenni di innovazione e di stile italiano: un’eredità da proteggere a ogni costo, magari con la copertura di un’assicurazione auto scelta con la stessa cura riservata alla vernice bicolore o alla plancia in legno.

*articolo a pagamento