L’esponente Fabio Filippi di Forza Italia commenta così l’esito referendario: “Per la sinistra e la Cgil il referendum si è rivelato un clamoroso flop, persino a Reggio Emilia, provincia storicamente orientata a sinistra, dove tuttavia non è stato raggiunto il quorum. Anche la maggioranza dei reggiani ha disertato le urne. Ora, su chi ricadranno i costi di questa tornata elettorale? Sui cittadini, già alle prese con il carovita, l’aumento delle bollette e l’incremento di bolli e ticket sanitari”.
“Ho grande rispetto per chi ha deciso di votare – precisa Filippi –, ma lo strumento referendario è stato sfruttato in modo ideologico dalla sinistra e dalla Cgil, trasformandolo in un’occasione di scontro politico. È stato un fallimento anche qui, dove la macchina organizzativa del Pd e del sindacato risponde sempre presente agli appuntamenti elettorali rilevanti. Questa volta, invece, qualcosa si è rotto: c’è uno scollamento tra le priorità dei cittadini e quelle di chi ha promosso e sostenuto il referendum. Sul quesito che riguardava la cittadinanza veloce agli immigrati, ben un elettore su tre, si presume di sinistra, si è addirittura espresso in modo contrario. Parlare quindi di corpo elettorale coeso in grado di battere il centrodestra è una semplice illusione”.
“Il bilancio è chiaro - conclude Filippi -: il Governo ne esce rafforzato, mentre opposizione e Cgil escono indebolite. Sarebbe stato utile riportare il tema del lavoro al centro del dibattito politico, ma non è successo perché si è preferito politicizzare il voto, come spesso accade in Italia ogni volta che il centrodestra è al Governo. Il risultato è stato quello di allontanare ancora una volta gli elettori dalle urne”.
Eh, un po’ di sano populismo ci mancava.
Il costo io lo addebiterei a chi ha invitato i cittadini a rinunciare ai propri diritti, a chi ha invitato i cittadini a disertare le urne.
Comportamento scellerato questo.
La destra gioisce come se si fosse giocata una partita di calcio.
Dall’altra alla sinistra, sconfitta pesantemente, rimane un grande dato da cui ripartire: 30% di persone che sono andate a votare. Di queste probabilmente molto non erano neanche andate a votare alle politiche. Se la sinistra sarà in grado (anche se dubito) di capire il risultato allora saranno guai seri per le prossime elezioni per l’attuale forza di maggioranza.
Il commento di “montanaro” dà la misura della voglia di rivincita dei sostenitori del Referendum, laddove dice “allora saranno guai seri per le prossime elezioni per l’attuale forza di maggioranza”, parole che danno l’idea, e la conferma, di quanto fosse alto il livello di politicizzazione di questo voto, peraltro espresso di fatto da quegli esponenti della sinistra che lo vedevano e presentavano quale mezzo per dare una “spallata” o lo “sfratto” al Governo di centrodestra.
A fronte della “piega”, o significato, che aveva dunque preso questa consultazione referendaria, era pertanto più che legittima e comprensibile la decisione di non recarsi alle urne da parte di chi è invece favorevole al Governo in carica, o di quanti non intendevano dare a questo voto una valenza politica, e se c’è chi ha inteso giocare una “partita di calcio” a me paiono essere piuttosto coloro che ora cercano la rivincita (come è appunto il caso di “montanaro”).
Circa il “comportamento scellerato”, non ricordo che siano state usate espressioni simili all’epoca dei Referendum del giugno 2022, la cui partecipazione superò di pochi decimali il 20%, ma chi li aveva promossi prese semplicemente atto del risultato, e c’è ragionevolmente da supporre che se i simpatizzanti della sinistra si fossero allora recati alle urne la percentuali dei votanti avrebbe avuto altri numeri (ma, forse, ciò che è consentito alla sinistra non lo è per la destra).
P.B. 11.06.2025