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Intervista ad Alma Zanni

Al via il progetto “In cammino verso l’autonomia”

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Alma Zanni è presidente dell’associazione Fa.Ce.(Famiglie Cerebrolesi) e referente del progetto “In cammino verso l’autonomia”, un’iniziativa rivolta a ragazzi con disabilità, finalizzata a promuovere percorsi di autonomia e inclusione sociale attraverso esperienze di vita indipendente in appartamento.

L’intervista che segue approfondisce obiettivi, attività e prospettive di questo importante progetto.

 Com’è nato il progetto “In cammino verso l’autonomia”? 

Il progetto nasce dalla necessità, avvertita da tempo, di costruire percorsi di autonomia per ragazzi con disabilità. Per le famiglie è spesso molto difficile affrontare il pensiero del “dopo di noi”, e le uniche prospettive esistenti sembravano essere istituti o soluzioni lontane dalla quotidianità. Nel 2017, grazie alla Fondazione Durante e Dopo di Noi, è stata ristrutturata una struttura a Cavola per avviare una “palestra dell’autonomia”, dove i ragazzi potessero sperimentare la vita quotidiana in casa. Questo ha dato il via a un’esperienza concreta e strutturata. Successivamente, anche a Castelnovo è nata l’opportunità di utilizzare un appartamento, messo a disposizione dalla mia famiglia, per ampliare l’offerta e coinvolgere più ragazzi del territorio montano.

Quali sono gli obiettivi principali dell’iniziativa?

L’obiettivo principale è quello di accompagnare i ragazzi verso un’autonomia possibile, sempre tutorata e supportata da operatori, data la loro condizione. Si intende prepararli a una vita adulta che possa essere il più serena e indipendente possibile, anche in assenza delle famiglie.

Quali sono i partner coinvolti nel progetto? 

I principali partner sono l’associazione Fa.Ce., che ha concesso gratuitamente in uso l’appartamento, i servizi sociali dell’Unione dei Comuni e la cooperativa sociale Il Ginepro, che gestisce le attività educative attraverso i propri operatori.

Quali attività svolgono i ragazzi negli appartamenti? 

Le attività sono strutturate per simulare la gestione quotidiana della casa: si fa la spesa, si decide insieme il menù, si prepara la cena, si riordina, si pulisce, si usa la lavatrice e si curano gli ambienti comuni. Questi compiti sono affrontati in un’ottica educativa, per favorire la responsabilizzazione e lo sviluppo di competenze pratiche.

Quanti sono i ragazzi coinvolti attualmente?

Attualmente partecipano quattro o cinque ragazzi per ciascun pomeriggio, distribuiti su quattro pomeriggi alla settimana. Il gruppo iniziale, definito “storico”, è composto da tre ragazzi che già avevano partecipato all’esperienza di Cavola. Progressivamente, altri ragazzi del territorio si stanno inserendo nel progetto.

Qual è il ruolo delle famiglie nel progetto? 

Le famiglie sono invitate a partecipare attivamente, condividendo il percorso educativo e sostenendo i propri figli anche a casa, affinché le competenze apprese vengano consolidate. L’avvio non è stato semplice, perché la tematica del “dopo di noi” genera ansia. Tuttavia, si è cercato di lavorare insieme per costruire un futuro più sereno per i ragazzi.

 Qual è il ruolo della cooperativa Il Ginepro? 

La cooperativa Il Ginepro è il gestore operativo del progetto. Si occupa dell’organizzazione delle attività e mette a disposizione educatori formati, che seguono i ragazzi durante i momenti di autonomia simulata e, in alcuni casi, anche durante le notti in appartamento.

Perché avete organizzato una raccolta fondi?

Le raccolte fondi servono ad aumentare le risorse disponibili, in particolare per garantire più ore di attività e quindi coinvolgere un maggior numero di ragazzi. I fondi permettono di coprire i costi degli operatori e delle utenze, entro i limiti stabiliti dalle convenzioni con i servizi.

Cosa rappresenta per voi l’apertura dell’appartamento a Castelnuovo? 

È un importante traguardo, motivo di grande orgoglio. Vedere la settimana piena di attività e sapere che sempre più ragazzi potranno accedere a questa opportunità ci conferma che la direzione intrapresa è quella giusta. È il risultato di un lungo lavoro di sensibilizzazione, collaborazione e impegno condiviso.

Come possono i cittadini e le realtà del territorio sostenere il progetto? 

Innanzitutto, attraverso il sostegno economico, partecipando alle raccolte fondi. Ma soprattutto favorendo l’inclusione sociale: conoscendo il progetto, superando pregiudizi, valorizzando le capacità dei ragazzi. Le porte sono aperte a chiunque voglia avvicinarsi, conoscere e collaborare.