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Per cambiare le abitudini degli italiani

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Lo scorso lunedì, nel foyer del Teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti, interessante serata organizzata dall’assessore all’ambiente Nuccia Mola con il piemontese Roberto Cavallo, scrittore, blogger, appassionato di montagna e di ambiente, autore del libro “Meno 100 chili – Ricette per la dieta della nostra pattumiera”, intervistato per l’occasione da Emanuele Ferrari.

Roberto Cavallo è anche autore, e attore, dell’omonimo spettacolo teatrale, e come tale è abile comunicatore ed intrattenitore, capace di affrontare temi e questioni di carattere tecnico-scientifico con un approccio leggero e colloquiale, e per questo estremamente efficace.

L’edizione 2012 di “Alta Energia” si pone l’obiettivo di ampliare il numero di persone interessate ai temi ambientali e si propone di farlo attraverso modalità e linguaggi differenti, anche innovativi.

L’idea è pienamente condivisibile perché la vera sfida sta proprio nel convincere la gente che l’ambiente è la casa di tutti e tutti dobbiamo prendercene cura. Ma per far passare questo messaggio occorre proporre con decisione, anche al di fuori dei tavoli tecnici per soli “addetti ai lavori”, dei modelli di vita e di consumo alternativi a quelli attuali.

“Facciamo capire alla gente che ridurre, differenziare, riutilizzare è figo!!” ha detto Roberto Cavallo, e ce l’hanno detto anche Mauro Corona eLuca Mercalli lo scorso marzo a Casina. Se passa questo messaggio, far adottare stili di vita e di comportamento sostenibili diventa più facile.

Insomma, per cambiare le abitudini degli italiani ci vuole una costante e capillare opera di ri-educazione e un nuovo paradigma sociale fondato sui valori della condivisione, della responsabilità,  della sobrietà, del rispetto, del senso del limite. Per dirla con Mercalli, occorre un nuovo “immaginario collettivo: da 'grosso e potente è bello' a 'piccolo ed efficiente è meglio'!”. E la politica, in questa direzione, ha una grande responsabilità, ma anche la possibilità di mettere in campo risorse.

Bene allora gli appuntamenti castelnovesi di “Alta Energia”, così come le iniziative che l’assessorato ambiente di Casina promuove con regolarità da alcuni anni nell’ambito dell’iniziativa “Con Demetra”.

L’auspicio è che anche le altre amministrazioni del territorio montano comprendano l’importanza di investire nella promozione di una cultura ambientale diffusa, magari condividendo idee, progetti, iniziative che si rivolgano ad un numero ampio e diversificato di destinatari, a partire dai bambini e dai ragazzi.

Il VII Rapporto MOPAmbiente (“Monitoraggio degli orientamenti e delle politiche per l’ambiente”) condotto annualmente dalla società GfK Eurisko per calcolare la sensibilità ambientale dei cittadini e pubblicato proprio in questi giorni (rilevazione marzo 2012), conferma un’elevata attenzione alle tematiche ambientali da parte dell’opinione pubblica italiana.

E’  dunque necessario ed opportuno che anche i rappresentanti del mondo politico diano precisi e incisivi segnali in questa direzione, dimostrando altrettanta sensibilità e interesse.

La società civile, dal canto suo, non sta solo a guardare e nel frattempo si attiva con iniziative anche coraggiose e lungimiranti.

A Reggio Emilia cominciano a vedersi i primi “negozi dello scambio” dedicati all’abbigliamento, dove è praticamente possibile rifarsi il guardaroba a costo zero attraverso la formula del baratto. Ed è curioso che questa formula, molto diffusa nel mondo anglosassone, trovi consenso in una fascia medio-alta di clientela, tanto da essere considerata una vera e propria “tendenza” del momento. Che sia semplice moda o che risponda ad una precisa scelta ecologista i suoi vantaggi ambientali, in termini di minore produzione e riduzione degli scarti, così come quelli derivanti dal risparmio economico e dalla creazione di nuove occasioni di socializzazione, sono innegabili.

I centri del riuso, dove si possono trovare mobili ed accessori usati ancora funzionanti, rappresentano un’altra interessante sperimentazione che si sta diffondendo in diversi Paesi e che vede anche molti giovani tra i suoi abituali frequentatori.

E poi ci sono i B&B&B (Bed, breakfast e baratto), strutture ricettive dove è possibile barattare il soggiorno in cambio di beni o servizi, privilegiando l'aspetto umano dell'ospitalità.

Per quanto riguarda la montagna, si riappropri della sua identità, torni a riallacciare un legame sincero con la natura e il suo territorio e faccia eventualmente tesoro di queste esperienze (sono replicabili anche qui da noi) piuttosto che pensare ad un modello di “sviluppo” basato su rotonde e superstrade.

Si incentivino gli orti familiari, la raccolta dell’organico, la differenziazione e la riduzione dei rifiuti, la distribuzione di prodotti alla spina, l’acqua di fonte o di rubinetto (quanta plastica in meno e quanto risparmio!!), le passeggiate sui monti piuttosto che le gite ai centri commerciali.

Per fortuna non mancano occasioni e momenti di riflessione, come riporta bene Enrico Bussi nel suo recente intervento pubblicato su Redacon con il titolo “Metà dei montanari è felice di stare in montagna”. E vanno certamente in questa direzione gli appuntamenti promossi da Impresa Montagna e altre associazioni nelle giornate del 3 e del 18 maggio prossimi (al primo, quello dello scorso 19 aprile, purtroppo non ho potuto partecipare).

Forse un vantaggio da questa crisi verrà, e sarà proprio la maggiore diffusione e il consolidamento di stili di vita e pratiche fondati sulla riscoperta dei valori autentici della solidarietà e della condivisione. Chi saprà fare di necessità virtù preserverà la qualità della sua vita e la Terra lo ringrazierà.  Tutti gli altri dovranno rimboccarsi le maniche e per loro la ripresa sarà molto, molto più dura.

(Lucia Manicardi)