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Per la Bonifica la montagna è inCantata

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“La crisi economica e finanziaria e i disagi dovuti al sisma non fermeranno gli impegni del nostro Consorzio, soprattutto quelli che riguardano le opere consortili lesionate dal terremoto”. Parole di Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale, che tira le somme sul bilancio preventivo del 2013. “La sistemazione di canali e impianti lesionati sono al primo posto nella nostra agenda - afferma Zani -. Come primo impegno, ci adopereremo per il completamento delle opere provvisionali di messa in sicurezza degli impianti lesionati dal sisma del maggio scorso e per la progettazione degli interventi di sistemazione definitiva delle opere lesionate, tra cui il nuovo impianto di Mondine, che stiamo ultimando nella fase preliminare”.
Complessivamente il Consorzio mira a migliorare il livello di sicurezza idraulica del proprio comprensorio, messo a rischio dalle lesioni causate agli impianti dal terremoto.
Un bilancio che, per la prima volta, è stato preceduto dall’introduzione di un sistema di pianificazione economica e finanziaria triennale per il 2013 – 2015 in linea con un’ottica lungimirante rispetto agli impegni in agenda.
Certo, si deve fare i conti con una situazione di difficoltà i progetti sul prossimo anno del Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale. Non solo per la ferita il terremoto ha inflitto sul nord Italia, ed in particolare sulle opere in gestione al Consorzio, ma anche sulla crisi economica e finanziaria che ha colpito l’intero Paese. Infine, non meno rilevante è l’aumento di alcune tipologie di beni (energia elettrica, carburanti, ecc.) che hanno una particolare incidenza sul conto economico consortile.

In pianura e in collina
“Con un importo complessivo di 19.600.000 euro - dice Domenico Turazza, direttore del Consorzio -, verranno avviati i lavori previsti dai tre progetti finanziati dal Piano irriguo nazionale”; inoltre, verrà presa in analisi la risoluzione delle problematiche di attingimento dalla presa dal Po a Boretto. “Ma non è tutto - continua Turazza -, perché ci applicheremo anche nello studiare, e possibilmente avviare, alcune iniziative finalizzate ad ottimizzare l’uso della risorsa idrica in pianura mediante l’adozione di nuove misure di organizzazione del servizio irriguo”. D’intesa con la Regione, con la Provincia di Reggio Emilia, i Comuni e con gli altri enti interessati, avanzerà poi la progettazione di alcuni invasi collinari nella zona di alta pianura, lungo l’asta dei fiumi Enza e Secchia ed in corrispondenza di alcune cave in via di dismissione. Verrà infine avviato un importante progetto finanziato dai fondi comunitari LIFE per il riutilizzo a fini irrigui delle acque depurate.
L’insieme di tutte queste iniziative porterà ad un significativo miglioramento della rete irrigua consortile, che costituisce un’infrastruttura strategica per lo sviluppo della produzione agricola della nostra pianura, uno dei pochi settori in crescita nell’economia locale che non si presta, per forza di cose, ad essere de localizzato.
Quasi 1,2 milioni di euro: questo il budget destinato invece alle zone collinari. Con il finanziamento del progetto Life Rii verrà infatti avviata la riqualificazione dei rii di alta pianura e di prima collina. “Si tratta dei primi progetti consortili finanziati dai fondi comunitari Life – dice Turazza -, a cui altri potrebbero farne seguito, tra cui quello connesso alla valorizzazione del torrente Modolena promosso dal Comune di Reggio Emilia, a cui partecipa anche la Regione.

In montagna
Il Consorzio aumenterà nel 2013 il proprio impegno economico nelle zone montane del comprensorio. Punta soprattutto sulla valorizzazione complessiva del territorio, in collaborazione con altri enti e soggetti che operano in montagna, il programma di attività destinato a questa zona del comprensorio consortile, che vedrà replicarsi l’iniziativa “La montagna inCantata, estendendola ad entrambi i versanti dell’alta vallata del Dolo, reggiano e modenese.

Nella cultura, per l’ambiente 
Per valorizzare il legame tra la bonifica ed il territorio si completerà il progetto, finanziato dalla Fondazione Telecom denominato “Il paesaggio della bonifica – un itinerario naturalistico, culturale, multimediale, sociale, per un turismo consapevole” che prevede un percorso di mobilità dolce per collegare le principali opere di bonifica di bassa pianura (Boretto, Torrione, Mondine e San Siro) che parte da Boretto ove sarà realizzato un museo multimediale. Proseguirà, inoltre, l’impegno del Consorzio volto a rendere maggiormente fruibili al pubblico le opere di bonifica mediante una rete di piste ciclabili lungo i canali, da realizzarsi in collaborazione con gli enti locali.

4 COMMENTS

  1. Quanto corrisponde l’impegno economico per la montagna?, e che tipo di interventi sono previsti? ,e in quali territori comunali sono previsti? Sono le domande di un contribuente che vive in montagna. Grazie.

    (Romeo Bucci)

    • Firma - RomeoBucci
    • Concordo con Romeo. Ho partecipato alla “Montagna incantata” lo scorso anno e, per quanto encomiabile iniziativa di animazione, mi pare che la Bonifica vada fuori tema. L’animazione la lascerei al Parco nazionale che, in questo, è molto attivo. Se anche la Bonifica rinuncia a fare le opere e si mette a fare politica/animazione…

      (M. Ferrari)

      • Firma - M.Ferrari
  2. Provate a installare un frutteto e chiedere alla bonifica un sistema per innaffiare… risposta: noi i nostri impianti li abbiamo solo in pianura, quindi non so come fare; Iren (o chi per lei allora) non ti fa nessun allacciamento perchè è per uso potabile (giustamente), risultato: se uno volesse coltivare banalmente l’orto deve pregare che l’acqua cada dal cielo. E, comunque, continuiamo a pagare la tassa per la raccolta delle acque superficiali, però se viene una frana “loro” non sanno niente… povera Italia… e un po’ più in piccolo poverissima Montagna Reggiana!

    (Mauro)

    • Firma - mauro
  3. Se il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale volesse veramente aiutare la montagna, dovrebbe riuscire a riprendere i lavori di costruzione della Diga di Vetto. Nel 1988 il Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza iniziò la costruzione di quest’opera, sostenuta dal Partito Comunista di allora e dal Governo, che definì la Diga di Vetto “urgente ed indifferibile” per gli usi irrigui delle terre del Parmigiano Reggiano. Dopo la sospensione dei lavori nel 1989 il Consorzio non si arrese ed ebbe piena ragione su tutti i fronti; la Suprema Corte di Cassazione annullò tutti i ricorsi al TAR e lo stesso Ministro dell’Ambiente espresse parere favorevole alla Diga di Vetto. Ora il Comitato sa bene che non compete al Consorzio la ripresa dei lavori e che il progetto può ripartire solo se le Provincie interessate e la Regione inseriscono l’opera nei piani irrigui (cosa che non fanno); pur avendo un Governo disposto ad inserire la Diga di Vetto nelle prossime finanziarie (lettera del Governo al Comitato del 15 10 2012). Ma il Comitato non accetta il silenzio del Consorzio di fronte allo spreco di centinaia di milioni di metri cubi di acqua di montagna e che per gli usi irrigui siano usate le acque del Po, uno dei grandi fiumi più inquinati d’Europa, con consumi spaventosi di energia per il pompaggio di queste acque, basti pensare che solo l’impianto di Boretto solleva annualmente il doppio delle acque della capacità idrica della Diga di Vetto, e qualcuno ha il coraggio di sostenere che la diga di Vetto non serve. Se un giorno, forse non molto lontano, qualche Direttiva Europea, Arpa o Efsa vieteranno l’uso delle acque del Po per gli usi irrigui, qualcuno capirà che la Diga di Vetto serviva; non solo per l’acqua, per l’energia o per i posti di lavoro che darebbe, ma allora sarà troppo tardi, sia per l’agroalimentare di Reggio e Parma che per i paesi dei Comuni montani, spopolati e dissestati. Solo se il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale si impegnerà per quest’opera, avremo la certezza, e le prove, del suo attaccamento alla montagna.

    (Lino Franzini – Presidente del Comitato pro Diga di Vetto)

    • Firma - FranziniLino