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Castelnovo ne’ Monti / Studente sospeso irrompe a scuola, interrompe le lezioni e minaccia gli insegnanti

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Storie di desolazione a scuola

Una storia che ha poco a che vedere con la scuola, se non per il luogo in cui si è verificata e per gli interpreti: da una parte uno studente, a dir poco indisciplinato, e dall’altra gli insegnanti e responsabili dell’istituto scolastico vittime dell’irriverenza del giovane.

Questa la premessa di una vicenda che ha visto i carabinieri della stazione di Castelnovo ne' Monti denunciare alla Procura reggiana uno studente ritenuto responsabile dei reati di interruzione di pubblico servizio, per aver più volte interrotto le lezioni, e di minaccia a pubblico ufficiale nei confronti dei docenti fatti oggetto di gravi minacce (anche in relazione al suo scarso profitto) e violenze.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione castelnovese, informati di quanto da tempo accadeva dal dirigente scolastico, il giovane durante l’ultima di una serie di provvedimenti di sospensione dalle lezioni si è presentato pretendendo di entrare ugualmente a scuola.

Riuscitoci con prepotenza si è quindi, per più giorni, recato in classe interrompendo le lezioni anche con minacce al corpo docente, tra cui quella diretta ad un insegnante oggetto di possibili ritorsioni, all’esterno della scuola, qualora non avesse provveduto ad alzargli la media nella sua materia.

Gravi condotte delittuose quelle commesse dal giovane che, riscontrate in maniera incontrovertibile dai carabinieri della stazione di Castelnovo ne' Monti, sono confluite in una segnalazione alla competente autorità giudiziaria.

10 COMMENTS

  1. Mi dispiace, ma in questi casi bisognerebbe tornare ai tempi delle bacchettate, l’educazione e il buon senso sono venuti meno, non bisogna sempre dare tutto ai figli e in ogni occasione difenderli a spada tratta; queste situazioni andrebbero domate fin dalle mura domestiche, mi dispiace ma bisognerebbe fare un passo indietro, non con metodi come ho detto prima, ma che anche gli insegnanti potessero avere anche un ruolo educativo come ai miei tempi; invece oggi basta un banale rimprovero per beccarsi una querela, questo mi sembra un po’ esagerato.

    (Commento firmato)

    • Firma - anonimo
    • Cara “docente”, è vero che la prima educazione deve, o dovrebbe venire, dalla famiglia, ma è soprattutto la scuola che deve, o dovrebbe, educare i (futuri) cittadini: o almeno così era sino ai tempi di Foucault; ultimamente molti docenti sembrano aver dimenticato questo loro ruolo, presi come sono dal mero nozionismo. Il punto è che se non mi ricordo cos’è un integrale o il preciso significato di dispotismo non è un gran problema per gli altri, ma se non so stare nei luoghi della società il risultato è sopra evidenziato. Ovviamente tutto questo non toglie la grave responsabilità delle famiglie.

      (Un cittadino)

      • Firma - Un cittadino
  2. Da quello che so io attraverso mia figlia che fa quella scuola quel ragazzo non ha una famiglia, era in comunità, ora ha 18 anni quindi non vive più lì, ora nessuno sa dove vive questo ragazzo. Mi chiedo e mi domando: secondo voi come può essere cresciuto questo ragazzo sapendo di essere stato abbandonato dai genitori?

    (Anna)

    • Firma - Anna
  3. Ecco, appunto, concordo con Anna, proviamo a guardare oltre e capire come fare per aiutarlo (docenti, persone che lo conoscono) senza fare polemiche. Forse non ha nessuno che gli vuol bene, o forse è questo che lui prova.

    (Rosanna)

    • Firma - rosanna
  4. A proposito dei ruoli educativi, che ognuno mette in capo all’uno o all’altro “soggetto” a seconda dei rispettivi punti di vista, qualche tempo fa mi è capitato di leggere un titolo di stampa del quale non ricordo più le esatte parole, ma il cui senso diceva grosso modo che non esistono più né famiglia, né scuola, né società, per andare in ordine alfabetico, ossia una tesi se vogliamo abbastanza paradossale ma che metterebbe pari un po’ tutti i “protagonisti”. Ma al di là di tale “parificazione”, se quel titolo, pur nella sua inevitabile sinteticità e semplificazione, avesse colto per così dire nel segno, o non esserci andato più di tanto lontano, ci potremmo dilungare all’infinito nell’individuarne le cause e avere al riguardo forti diversità di pensiero e in questa analisi ciascuno potrebbe anche avere una parte di ragione, ma alla fine il risultato sarebbe comunque lo stesso. Ci sono ovviamente tutte le eccezioni del caso e potrebbero anche essere in buon numero, come possiamo auspicare, ma se nell’insieme, ossia come fenomeno complessivo e collettivo, fosse effettivamente venuta meno la suddetta “triade”, ovvero famiglia-scuola-società, quest’ultima intesa come modello di riferimento, avremmo davanti a noi un “vuoto” piuttosto scoraggiante che non fa ben sperare per il futuro (a meno di non riuscire a fare una qualche inversione di marcia).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.