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“Foto a Predappio, Roffi non può rappresentare il Comune”

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Ieri sui giornali (Gazzetta di Reggio) un ampio articolo che riportava il caso di Lucio Roffi, consigliere comunale di Carpineti, che in Facebook aveva postato una foto scattata all'uscita del mausoleo di Predappio, la tomba di Mussolini. Nella sua difesa, il consigliere ricordava di avere visitato e rappresentato il comune in tante occasioni storiche di rievocazioni e luoghi legati alla Resistenza. E' di oggi, però, la nota della minoranza che segnala un nuovo post (rimosso) dello stesso consigliere.

"Diversi cittadini di Carpineti - scrivono Dario Bottazzi, segretario Pd e Stefano Baldelli, capogruppo Pd in consiglio comunale - ci hanno segnalato le foto di Roffi a Predappio. Al di là della nostra opinione su fotografie che ci sembra si commentino da sole, ci colpiscono le dichiarazioni con cui il consigliere prova a liquidare l’intera vicenda. Roffi confonde Predappio con Casa Cervi, il busto di Lenin con il Colosseo. Si sorprende di come ancora oggi, dopo tanti anni, ci si occupi del fascismo e della ragione per cui i cittadini sottolineino atteggiamenti che non ritengono consoni per chi dovrebbe rappresentarli. Inoltre, indispettito dall'attenzione della stampa commenta sul profilo Facebook dicendo: 'Adesso vado a picchiare tre marocchini così almeno possono scrivere qualcosa di intelligente'".

"Queste affermazioni sono inqualificabili - aggiungono Bottazzi e Baldelli - . Per noi la cripta di Mussolini non è uguale a Casa Cervi. Per noi non si può confondere una scampagnata con una visita a la Bettola o a Monte Sole. Noi crediamo che per nessuna ragione, nessuno mai possa fare dichiarazioni come quelle di Roffi che con tanta leggerezza evoca violenza e razzismo. Noi pensiamo che l’antifascismo e l'antirazzismo siano un valori da custodire senza cedimenti e ambiguità mantenendo viva la coscienza civile della comunità. È per questo motivo che tanti carpinetani hanno mostrato indignazione di fronte a foto e commenti che ci sembrano inappropriati per chiunque, ma sono inaccettabili se vengono da chi pro tempore ricopre un ruolo istituzionale".

"Chiediamo che il sindaco di Carpineti prenda pubblicamente una posizione sulla vicenda e crediamo opportune e doverose le dimissioni del consigliere. Roffi non è adatto al compito e non può rappresentare il Comune".

29 COMMENTS

  1. Quindi uno che si fa una foto davanti al busto di Lenin va bene, mentre a Predappio no? Lo decide il PD di Carpineti? Al di là delle due ideologie (morte e stramorte) è un ragionamento ridicolo. Se vado a farmi una foto davanti al mausoleo di Mao a Pechino devo subire le critiche del PD, o quello va bene? Polemiche inutili.

    (Mattia Casotti)

    • Firma - Mattia Casotti
    • Caro Mattia, chi ha scritto che la foto davanti al busto di Lenin va bene? Nell’articolo non lo trovo proprio, me lo indicheresti per cortesia? Imparate a leggere e a comprendere prima di scrivere totalmente fuori tema e travisando le parole (viene accostata Predappio a Casa Cervi, il busto di Lenin al Colosseo). Mi sembra proprio che la tua polemica sia inutile, caro Mattia, dato che polemizzi contro te stesso.

      (Diego)

      • Firma - Diego
  2. Bravo Mattia, mi hai tolto le parole di bocca. Non è giusto mettere alla gogna una persona per le sue idee, per una foto o quant’altro; contano le capacità, le azioni, la professionalità. Fatevi l’esame di coscienza e poi vediamo chi dovrebbe dimettersi.

    (Ma Ghinoi)

    • Firma - MaGhinoi
  3. Condivido in pieno con voi! Se uno posta una foto di Lenin, Stalin, Che Guevara ecc., ecc., tutto va bene, ma del museo di Mussolini no? Vorrei ricordare a chi ha le classiche fette di prosciutto davanti agli occhi e anche sulle orecchie, che il comunismo come il nazismo e non il fascismo (due cose distinte ma che spesso fate finta di non sapere) abbia fatto milioni e milioni di morti nel mondo! Esiste il giorno della memoria delle vittime naziste, più che giusto, visto che mai e poi mai devono riaccadere certe cose, ma per quale motivo allora non esiste anche la giornata delle vittime del comunismo? Questa me la chiamate par condicio? Secondo me no, e la considero molto ipocrita come cosa! Le vittime sono tutte vittime, alla stessa maniera, sia di un partito, sia dell’altro e vi ricordo inoltre che il comunismo, ancora oggi, in alcuni paesi sopprime e mantiene in regime dittatoriale il proprio popolo. Allora basta con queste “pagliacciate” di partito debite solo a disputare inutili polemiche, solo per il gusto di dare contro ad uno o all’altro! Parlate di par condicio? Allora siate coerenti con quello che dite e fate!

    (Giuseppe Aldini)

    • Firma - ALDINI GIUSEPPE
    • “Non il fascismo”?! Aldini, ma lei è mai andato a scuola o aperto un libro di storia? Oppure il suo si tratta di puro revisionismo storico?! Sono veramente allibito davanti all’affermazione che il fascismo non ha fatto milioni di vittime. Si vergogni!

      (Memoria)

      • Firma - Memoria
    • Totalmente d’accordo con “Memoria”. Che vergogna negare i morti del fascismo! Inoltre continuo a non capire questo “tirare in ballo” il Comunismo cui, nell’articolo, nessuno fa riferimento. Chi sta negando, nell’articolo, i morti dei regimi totalitari comunisti sovietici? Nessuno, mi sembra. L’argomento è un altro. Sei totalmente fuori tema pure tu, Giuseppe. Forse è anche inutile scriverlo.

      (Diego)

      • Firma - Diego
  4. Finché si tratta di parlare, ognuno ha diritto di parlare, qualsiasi cosa pensi: è quando si passa ai fatti che ciascuno deve mantenersi entri i limiti stabiliti. Dunque, nulla di illegale o illegittimo in questa storia. Detto questo, credo che quanti chiedono le dimissioni, abbiano ragione. Ma non per apologia di fascismo, perché il fatto non sussiste: ma per ignoranza. Constatare che oggi giorno ci sono ancora persone che trovano tutto sommato positiva o che comunque non riconosco la vera portata del fascismo, quando in sede storica è stato ben appurato che esso ha recato danni spaventosi alla natura umana, è oltremodo avvilente. Si trattasse di un ragazzino di 16 anni, si potrebbe capire, ma qui parliamo di un uomo maturo o che tale dovrebbe essere. Per giunta un consigliere comunale. Le dimissioni sono necessarie: ma per ignoranza.

    (Un cittadino)

    • Firma - Un cittadino
  5. Innanzi tutto signor Memoria abbia il coraggio di firmare le ignoranze che scrive, invece di nascondersi dietro a nick name di pura invenzione! Ma la capisco, quando si ha la coda di paglia è normale volersi nascondere! E al contrario suo io ho studiato, ma non solo i libri del partito che mi interessa come invece ha fatto lei. Lei confonde il Fascismo con il Nazifascismo, cosa che come ribadisco voi, con le fette di prosciutto su occhi e orecchie, confondete! E ribadisco che nelle sue offese continua a non ricordare le vittime del Comunismo! Di ieri e di oggi, ma come sempre per voi queste vittime non sono mai esistite! Veda lei di aprire un libro, un libro che non sia solo rosso, perché lei ha letto e visto solo il rosso, evidentemente. È lei che si deve vergognare! Uno perché non ha il coraggio di firmarsi e due perché in materia è ignorante (tengo a specificare nel senso che ignora di cosa si parla, perché non adeguatamente informato).

    (Giuseppe Aldini)

    • Firma - Giuseppe Aldini
    • Signor Aldini, lei giustamente sottolinea la differenza fra fascismo da una parte, e nazismo, nazifascismo e stalinismo dall’altra, sostenendo, sempre correttamente, che il fascismo riuscì meno peggio degli altri: in effetti, il fascismo non fece milioni di morti. Tuttavia, il fatto che riuscì meno peggio non dipende dal fatto che in sé fosse meno peggio del nazismo, ma da motivi contingenti. Fu soprattutto la Chiesa cattolica ad arginare e frenare il sistema totalitario, tanto che alcuni autori, come Arendt, non considerano il fascismo totalitario. In sé però il fascismo è un’ideologia totalitaria e se avesse potuto avrebbe fatto molti più danni di quelli che riuscì a fare. In fin dei conti, furono semplicemente meno efficienti. Il nazismo sviluppò i campi di sterminio; il fascismo si limitava a inviare la milizia personale di Mussolini a manganellare e umiliare gli oppositori o presunti tali (anche sulla sola base di una delazione inverificata o di un sospetto) perché non la pensavano come loro: violenza sistematica, terrore, imposizione di una verità: tutti elementi che a mio avviso bastano a definire totalitario il fascismo considerato come ideologia in sé, prescindendo dall’effettive realizzazioni. “Ma i treni arrivavano in orario quando c’era il Duce!”. Se per quello anche oggi: giusto ieri ero alla stazione centrale di Bologna, dove ho visto due Frecciarossa, un Frecciarossa1000 e un Frecciabianca, tutti in orario: anche l’ordinario per Reggio che ho preso era in orario. Al tempo del duce, però davano in omaggio due botte: vuole mettere?

      (Il “primo” cittadino)

      • Firma - Il primo cittadino
  6. Il partito Fascista è stato bandito dalla nostra Costituzione, è fuorilegge, mi stupisce l’ignoranza di chi mette la propria faccia al servizio della comunità con impegni istituzionali dovendo rappresentare tutti i cittadini, è inammissibile per il ruolo pubblico che ricopre, questa provocazione specialmente per ciò che rappresenta, è offensivo per chi crede nei valori della Resistenza e della libertà. Come cittadino di Carpineti mi sento di dare un consiglio alla giunta: “fuori i fascisti dal comune”.

    (Gigio)

    • Firma - gigio
  7. Ritengo opportuno esprimere la mia solidarietà al Consigliere Luciano Roffi per essere stato oggetto di una goffa critica, ingiustificata, da parte dei post comunisti di Carpineti. Sarebbe interessante sapere la loro posizione (all’epoca sulla stampa non ho letto nulla!) riguardo al sindaco PD di Cavriago, con fascia tricolore, in posa deferente davanti al busto del “compianto” Lenin!

    (Gianni)

    • Firma - Gianni
  8. Il revisionismo è un arte seria, intelligente e delicata, non percorribile dal goffo Roffi. Il sindaco di Carpineti non credo avrà il candore di depennarlo. Ci può stare una visione diversa del personaggio, goffo anche lui per buona parte del suo mandato, ma da lì a farsi un selfie… Ancora peggio esternare una serie di sgangherate dichiarazioni su Facebook. Roffi: bocciato. Torni a coltivare la terra.

    (Serb)

    • Firma - Serb
  9. Leggo di progressisti che chiedono le dimissioni del consigliere di Carpineti sulla base di una foto che lo ritrae contro il muro della cripta di Mussolini, senza chiedersi qual è il suo pensiero sul ventennio, tra l’altro da lui ben esplicitato nell’intervista sulla Gazzetta dove dice di non essere fascista. Mi domando, se lo stesso consigliere fosse stato fotografato davanti alla tomba di Prospero Gallinari (o al suo funerale), noto brigatista che faceva parte del commando che assassinò gli uomini inermi della scorta di Moro, questi benpensanti chiederebbero ugualmente le dimissioni di Roffi dal consiglio comunale?

    (Un cittadino)

    • Firma - Un cittadino
  10. In uno dei commenti si legge che “ognuno ha diritto di parlare, qualsiasi cosa pensi”, ma poi capiamo che non è proprio così, perché se si va “fuori dal seminato” possiamo venir presi per disinformati o essere financo tacciati di “ignoranza”, e c’è chi decide per noi quando tutto ciò si verifica. Fuori dai singoli casi mi sono fatto l’idea che la nostra libertà di espressione, per non essere criticata e bacchettata, deve guardarsi bene dal contraddire il pensiero dei “politicamente corretti” di turno, i quali, ovviamente, hanno sempre la verità in tasca e non infrequentemente ritengono di avere qualcosa da insegnarci.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  11. Se il signore ha deciso di fare un giro in un posto diverso per scoprire un altro pezzo di mondo, non credo abbia fatto nulla di male, anche se il posto ha una certa rilevanza storica. Se ha una foto non vuole dire che penda per quell’ideale, su suolo italiano pubblico, se non si evade dal buon costume siamo liberi di andare dove vogliamo e premetto che io sono un uomo di sinistra, ma frequento anche la chiesa; mai mescolare la propria identità o credo politico con un luogo.

    (Anonimo)

    • Firma - anonimo
  12. È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista (Costituzione della Repubblica italiana, disposizioni transitorie e finali XXII). Così, per mettere un punto fermo. Per rispondere al signor Mattia Casotti utilizzo le parole del presidente Ciampi in visita a Marzabotto “…nessuno deve dimenticare che ogni generazione deve acuire di nuovo e ininterrottamente lo sguardo per individuare ideologie criminose piene di disprezzo per la vita umana… per combatterle prima che possano conquistare il potere sugli uomini”. Al signor Ghinoi consiglierei vivamente di leggere con attenzione l’articolo della Costituzione e le parole del presidente Ciampi che ho trascritto e capirà che è giusto chiedere le dimissioni del signor Roffi. Io sono assolutamente, convintamente antifascista, aggiungo: Carpineti è antifascista. Il signor Roffi avrebbe dovuto aver la delicatezza di tenere private le sue foto e i suoi commenti poiché ricopre un incarico istituzionale. Signor Giuseppe Aldini, dovrebbe davvero tornare a scuola. Vorrei citare le tante azioni squadriste, penso, ad esempio, all’assalto alla Camera del lavoro di Torino e alla redazione di “Ordine nuovo” con l’esecuzione di 22 persone, all’omicidio di Giacomo Matteotti, deputato socialista assassinato per aver denunciato le violenze e i brogli elettorali (Mussolini, in un discorso alla Camera, si assunse la piena responsabilità del delitto) All’epoca venne creata una speciale polizia politica, l’OVRA per la repressione degli antifascisti. Non vorrei che lei scordasse Carlo Rosselli, fondatore del movimento Giustizia e Libertà: venne assassinato con il fratello Nello Rosselli. Aggiungerei anche i tanti morti a causa delle leggi razziali (a Trieste il forno crematorio della Risiera di San Sabba dovrebbe farci riflettere). Come non scordare i 7 fratelli Cervi. Potrei continuare (purtroppo). Per concludere: non mi sento rappresentata dall’Amministrazione del mio paese poiché sta tentando di mistificare i fatti. Cordialmente.

    (Perplessa)

    • Firma - Perplessa
  13. Da cittadina carpinetana confermo che la foto del consigliere mi è sembrata davvero inopportuna, in quanto, essendo stato eletto, egli rappresenta non solo se stesso ma lo Stato! Dovrebbe astenersi, quantomeno per buongusto e rispetto della carica che ha, da certe espressioni che dovrebbero riguardare soltanto la sua sfera privata. Questo chiaramente prescinde dal sentimento politico affine e dalla memoria storica che deve rimanere; sarebbe di pessimo gusto e fuori luogo anche se l’episodio riguardasse icone comuniste o di altra sorta.

    (Carpinetana)

    • Firma - carpinetana
  14. Uno dei “ragazzi di Mattei”, diventato quadro dirigente all’Agip, un giorno di tremila anni fa mi ha detto: “vedi, un uomo impiega una vita a farsi una reputazione, ma bastano i pochi secondi di una puttanata per mandare a puttana tutto”. Beh, aveva ragione.

    (mv)

    • Firma - mv
  15. Libertà, sempre e comunque, pensiero ed espressione, stop. Pregiudizi, preconcetti, azzardi, da censurare. Sicuramente assurdo, a parer mio, fustigare pubblicamente un gesto di questo tipo. Detto questo, però, permettetemi di dire che questo è il modo di far politica di tutti i nostri politicanti, dal Senato… al Consiglio comunale di Carpineti. Apparire, far parlare di sè, inventare flebili e assurde polemiche, tutto fuorchè risolvere problemi reali, problemi delle persone, quelle persone che li hanno… accasati. Chiudo immaginando che il signor Roffi, da persona onesta ed intelligente che è, nel momento che ha postato la foto incriminata era assolutamente cosciente del poi, quindi, avanti così. I piccoli scimmiottano i grandi politici e, ahimè, i risultati sono sotto i nostri occhi tutti i santi giorni. Saluti.

    (Luca)

    • Firma - LUCA
  16. Caro Dario Bottazzi e caro Stefano Baldellli, se per voi fare opposizione è questo modo di agire state sereni che per almeno 20 anni continueranno a governare Tiziano Borghi &. C. Per creare un po’ di visibilità attaccate una delle persone più belle ed impegnate di Carpineti, sempre attento verso i più deboli, sempre disponibile con tutti. Con i molti problemi presenti a Carpineti che dite di iniziare a lavorare e lavorare seriamente, senza creare inutili polemiche mediatiche come meglio indicato nel commento di Luca che ringrazio?

    (Un carpinetano felice)

    • Firma - Un carpinetano felice
  17. “Perplessa” ci impartisce una lezione di storia ed è così ferma e categorica, per non dire monolitica, nelle sue convinzioni al punto che chi non la pensa a suo modo mistifica i fatti e “dovrebbe davvero tornare a scuola”, affermazione questa piuttosto forte e che mi fa subito venire alla mente la “rieducazione” dei dissidenti messa in atto dai vari regimi nel corso del tempo. Ma anche volendo seguire il consiglio di “Perplessa” bisognerebbe innanzitutto che non ci trovassimo a dover frequentare una “scuola di partito”, che non è verosimilmente la più imparziale, e in ogni caso gli insegnanti dovrebbero “raccontarcela tutta”, come si usa dire, senza tacere i particolari. E i particolari non mancano, per quanto ci è dato sapere, quali ad esempio la convinta adesione al “regime” di personaggi divenuti poi anche famosi e che in seguito ne hanno preso le distanze, o si sono dichiarati da sempre ferventi antifascisti, oppure il caso di statisti stranieri dell’epoca che in primo momento pare avessero visto con favore la nascita e le iniziative del “regime”. Questo per dire che una lettura a tutto campo degli eventi di quegli anni, fatta senza reticenze e tenendo conto dell’uno e altro punto di vista, sembra consegnarci non poche contraddizioni, distribuite un po’ ovunque, diversamente dalle versioni più accreditate e “politicamente corrette” che mettono per solito il “buono” e il positivo in un solo versante, mentre il “peggio” sta sull’opposto lato. Del resto ogni Paese ha di norma momenti luminosi e altri che lo sono meno, sovente con un alternarsi di “luci ed ombre”, pur se il giudizio in proposito dipende spesso da chi lo formula e pronuncia, ma tutto ciò appartiene indissolubilmente alla storia di quel Paese e non mi sembra giusto il volerne separare ed “oscurare” la parte che non ci piace, così da far meglio risaltare l’altra. Da ultimo, nel nostro Belpaese sono abbastanza numerosi gli edifici, manufatti, ecc., risalenti al “Ventennio” e onde evitare di essere accostati ideologicamente a quel periodo andrebbe probabilmente evitato di avvicinarvisi troppo, quantomeno a quelli più rappresentativi sul piano simbolico, perché qualcuno potrebbe pensare che li stiamo inopportunamente ammirando (sto ovviamente esprimendomi con un paradosso, ma forse non più di tanto perché c’è chi pensa che in fondo anche le pietre possono avere la “colpa” di ricordarci ciò che dovremmo invece “ripudiare” e dimenticare).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
    • Caro P.B., quando ho frequentato il Liceo Scientifico, il corso di Storia era composto dalla parte puramente nozionistica su date, eventi, fatti e la storiografia, ovvero la lettura di “spezzoni” di libri di quegli autori (tedeschi, italiani, inglesi, francesi, americani, etc, etc) che alla Storia hanno dedicato la vita, documentandosi, studiando, riportandone i fatti e, per concludere, esprimendo un giudizio, oggettivo e soggettivo. Il fine di un corso così strutturato era quello di farci conoscere ciò che accadde e confrontarci, tramite la lettura delle loro opere, con dei professionisti della Storia, di sviluppare un personale senso critico. Ricordo accese discussioni, durante le letture e durante le interrogazioni, sulla parte storiografica, su quanto ci si trovasse d’accordo o in disaccordo con il giudizio di questo o quell’autore. Mai nessuno, però, si è permesso di negare i fatti, gli avvenimenti, i nomi, le date (abbiamo forse, tutti, sbagliato?). Questa lunga premessa per arrivare al punto. Lei dice che Perplessa “mistifica”. Le ricordo cosa vuol dire “mistificare”. Dal dizionario Treccani online:”mistificare: v. tr. alterare, per lo più deliberatamente, la realtà dei fatti, o anche una situazione o un concetto, in modo da suscitarne un’interpretazione distorta.” Spero di aver capito male a cosa lei si riferisca perchè, se Perplessa riporta dei dati storici precisi e veritieri, non mistifica nulla. E’ lei, a mio modesto parere, che fa inutile dialettica e critica chi, avendo consigliato a qualcuno che negava, in un intervento precedente, morti e misfatti documentati dalla Storia, di tornare a scuola (evidentemente a ripassare o a studiare i fatti storici, indiscutibili, che negava). Non ho nemmeno ben capito con “scuola di partito” a cosa lei, caro P.B., si riferisca, dato che i fatti, gli avvenimenti (come scrivevo poco fa) vengono riportati nella stessa medesima maniera (a parte qualche raro isolato caso), da tutti i libri di storia e da tutti gli storiografi, che essi siano russi, francesi, italiani, tedeschi, spagnoli, inglesi, olandesi, etc, etc.

      (Diego)

      • Firma - Diego
      • Che io sappia gli storici non dovrebbero dare giudizi di valore o morali, in quanto la storia è una scienza, quindi punta all’oggettività. La diversità delle interpretazioni dipende piuttosto dai presupposti e dall’impostazione, nonché dalle fonti disponibili e dal modo in cui si interpretano: in altre parole, si innesca una dialettica particolare tra tensione all’oggettività e soggetto, che fa della storia una scienza non-esatta. Ad esempio: se sto studiando la collocazione delle botteghe nelle città del Duecento e imposto il discorso anche sul nome attuale delle vie (ad esempio “Via dei Drappieri”), sarò portato a sostenere la tesi di una concentrazione dei mestieri; ma se rifiuto tale impostazione e mi baso su altre fonti, posso arrivare a sostenere la dispersione delle botteghe che svolgono lo stesso lavoro. Ma in ogni caso nessuno da un giudizio di valore. Ma fatta questa precisazione torniamo all’argomento in oggetto. La storia sicuramente è un elemento essenziale nel giudicare il fascismo. Ma una volta appurati i fatti e datane una interpretazione scientifica, nel momento in cui si tratta di giudicare quel fenomeno abbiamo travalicato i confini della storia propriamente detta, cioè come scienza, e ci siamo introdotti in un ambito diciamo filosofico o comunque di confronto soggettivo. Potremmo dire che l’elemento soggettivo diviene così preponderante da farci uscire dall’ambito scientifico. E qui si pongono i problemi:
        1. perché è oggi assai difficile vantare un fondamento oggettivo delle proprie idee;
        2. perché ognuno può pensare quel che vuole. Vorrei però riecheggiare H. Arendt, secondo cui i problemi iniziano quando gli uomini non sanno più distinguere il bene dal male. In altre parole, alcuni autori, tra cui Arendt, appunto, hanno sostenuto che il fascismo e, più in generale, i totalitarismi hanno offeso e cercato di distruggere la natura umana in quanto tale. E per questo motivo che in un commento precedente ho scritto che trovo oltremodo avvilente che uomini adulti guardino con favore queste esperienze. Detto questo, però non posso obbligarli a pensarla come me. Posso però sottoporre loro i fatti storici e le interpretazioni oggettive dei detti e da esse muovere in una riflessione più ampia.

        (Cittadino)

        • Firma - Cittadino
        • Grazie, Cittadino, per il suo commento. Vorrei solo precisare che esiste una distinzione tra storia propriamente detta (che è quella a cui lei si riferisce e a cui tutti, in generale, si riferiscono, parlando di Storia), ovvero la descrizione dei fatti accaduti, e quindi oggettiva, inequivocabile, e la storiografia (che poco sopra ho citato), che è descrizione dei fatti e interpretazione, quindi sia oggettiva che, inevitabilmente, soggettiva. H. Arendt, che lei cita, nel libro “La banalità del male” (che è l’unica, purtroppo, delle opere da lei scritte) fa storiografia, ovvero partendo da fatti storici appurati e verificati (la ricerca, la cattura e il processo a Eichmann), esprime un giudizio personale ma che, dialetticamente, si incontra, e cerca di divenire universale, di essere il più imparziale possibile.

          (Diego)

          • Firma - Diego
  18. Lascio “Diego” alle sue ferme convinzioni e alle sue “dotte” letture liceali, né metto in dubbio l’autorevolezza delle sue fonti storiografiche, ma non a caso pure lui parla di un giudizio degli autori consultati che era anche “soggettivo”, il che significa, se le parole hanno un senso, che i medesimi non si limitavano a fornire dati nozionistici nudi e crudi, ossia “neutri”, ma ne davano contestualmente la propria personale interpretazione. Ed è giustappunto nella interpretazione degli eventi che le rispettive posizioni possono non collimare, o addirittura divergere, anche tra chi storico non è ma non rinuncia a farsi un’idea sugli accadimenti, e d’altronde, partendo dall’Ottocento e andando a ritroso nel tempo – in modo da allontanarci quanto più possibile dai giorni nostri, per esserne meno “condizionati” – non si contano i casi in cui la storia di un determinato periodo viene “rivisitata” e pure “riveduta”, perché emergono aspetti nuovi ed inediti. Cosa, quest’ultima, che non dovrebbe comunque stupirci più di tanto se ha un qualche fondamento il noto aforisma “la storia è scritta dai vincitori”, risalente da quanto ne sappiamo a qualche secolo fa, o fors’anche prima, e che capita di sentir citato abbastanza spesso, così che l’ascoltare o conoscere anche la voce dei “vinti” può opportunamente aiutarci a “sviluppare un personale senso critico”, prendendo a prestito le parole di “Diego”.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.