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Il GAOM di ritorno dall’Etiopia: intervista ad Alberto Campari

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Giovedì 17 febbraio, dopo quasi un mese di permanenza in Etiopia, sono rientrati a casa sette volontari del GAOM (Gruppo Amici Ospedali Missionari), nota associazione di Castelnovo ne' Monti fondata nel 1984 dal dott. Riccardo Azzolini, tuttora presidente.

"Abbiamo realizzato i progetti che ci eravamo proposti, sia a livello medico che strutturale", afferma Alberto Campari che da undici anni non manca mai all'appuntamento annuale, per continuare i progetti iniziati presso la missione di Gambo e nella vicina cittadina di Shashemene.

I volontari partiti il 22 gennaio si sono, infatti, divisi in due gruppi: uno con mansioni mediche presso l'ospedale missionario nella foresta di Gambo (i dottori Riccardo Azzolini e Tiziano Setti, e le infermiere Mariuccia Gherardini e Michela Giglioli), l'altro per seguire i lavori iniziati a Shashemene, a 40 km di distanza nella savana (Lino Triglia, Giuseppe Magnani e Alberto Campari)

Chiediamo ad Alberto quali attività sono state portate avanti quest'anno:
"A livello medico, oltre al servizio consueto presso l'ospedale, è stata organizzata una profilassi per il tracoma, malattia che colpisce i giovani portandoli alla cecità. A livello strutturale abbiamo concluso il terzo villaggio per lebbrosi, inaugurato quest'anno con anche la luce elettrica. Altri due villaggi sono stati già iniziati".

Ormai da tanti anni ti rechi in Etiopia con regolarità: hai avuto modo di verificare l'influenza del vostro operato sulla società locale?
"Innanzitutto ho notato che le problematiche sociali emergono molto di più a Shashemene piuttosto che a Gambo, dove, attorno alla missione, si è formata una sorta di oasi in cui la gente sta un po' meglio, riuscendo a lavorare e studiare: qui il GAOM è ben accolto e ha fatto molto in questo senso.
Shashemene è, invece, una realtà completamente diversa: da solo cinque anni che mi reco là, ma posso dire che i frutti del GAOM si vedono soprattutto in questa città. Si tratta di una grande baraccopoli di 100.000 abitanti e gravi problemi di miseria e discriminazione. Ragazzi di strada, lebbrosi e sieropositivi sono completamente emarginati dalla società: lavorando da cinque anni per i lebbrosi è stato inevitabile lo scontro con le autorità locali. Poi, col molta pazienza, gli ostacoli sono stati superati... anzi, proprio per la presenza di tali ostacoli, quello che abbiamo fatto ha acquisito un valore maggiore, dando un messaggio forte alla gente e alle autorità: da un lato i lebbrosi si sono responsabilizzati, dall'altro si nota una certa apertura nella società, segno che la mentalità sta cambiando. Ma sempre rispettando i tempi dettati dalla loro cultura: siamo in casa loro, quindi è giusto camminare e crescere con loro".

Alberto sta scrivendo un libro a partire dalla sua esperienza in Etiopia: sarà presentato il 13 marzo al teatro Ariston di Felina, in occasione della festa annuale del GAOM dedicata ai bambini (di cui abbiamo già dato notizia nella nostra sezione "Annunci"). Il libro si intitola "Ascesa nell'Abisso":
"Tutto è cominciato da alcuni appunti, testimonianze e esperienze raccolte anno dopo anno senza la minima intenzione di pubblicare qualcosa: sapevo che stavo vivendo qualcosa di importante, perciò scrivevo. Con gli anni, poi, il cammino è continuato, maturando alcuni concetti... restano dei dubbi, ne ho ancora, in fondo si tratta di un cammino di crescita con loro! Il libro, in cui l'abisso è un riferimento al cuore dell'uomo, è farcito da cultura, tradizione, storia, natura... parlo sempre in terza persona, mai di me, poiché è un'esperienza che può fare chiunque. Partendo da ciò che ho vissuto personalmente arrivo a parlare degli aspetti tribali e culturali. C'è poi tutto un discorso sulla Provvidenza...."
E qui Alberto si ferma, anche perché l'invito è ovviamente quello di leggere direttamente il libro, che anticipiamo essere arricchito di splendide foto scattate in terra d'Etiopia.
(Clicca qui per scaricare uno stralcio dell'intervista (2' 04'' - formato mp3 – 0,5 MB) per sentire direttamente le parole di Alberto a proposito del suo libro)

E per quanto riguarda i progetti futuri del GAOM?
"...eh, vengono sempre nuove idee: finisci un progetto, e già nei hai altri!"
Oltre agli appuntamenti già fissati, tra cui la festa già menzionata del 13 marzo e quella estiva in piazza la penultima domenica di luglio, si cerca sempre di sensibilizzare a livello locale, in particolare nelle scuole (già il corso di geometri di Castelnovo ha progettato le case per i lebbrosi) e relativamente all'inizio di nuovi progetti per i bambini di strada. Si tornerà in Etiopia agli inizi del 2005, per avviare e impostare altri lavori, che poi andranno avanti durante l'anno con la manodopera locale: "Segno che siamo riusciti a responsabilizzarli e farli crescere: il che è davvero importante! Sarebbe inutile se facessimo delle opere senza che loro imparassero ad andare avanti da soli".

Ed è proprio in questa frase che vediamo condensata, fin dal suo nascere, la filosofia umanitaria del GAOM.

Potrete ascoltare l'intervista integrale ad Alberto Campari sulle frequenze di Radionova, all'interno della trasmissione Spazio Aperto: mercoledí 2 marzo alle ore 11,00 e, in replica, giovedí 3 alle 15. Inoltre, la stessa intervista andrà in onda su Teletricolore, in un servizio televisivo curato dalla multimediale Redacon.

Il GAOM é anche sul Web: www.gaom85.supereva.it