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Parco del Gigante: c’è o non c’è?

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Dove vanno a finire i soldi ricavati dalla vendita dei tesserini della raccolta dei funghi? Sembra che le vecchie strutture del Parco del Gigante siano ancora immischiate nell’attività di raccolta funghi del nostro Appennino, e che ancora oggi le casse dell’ex parco siano irrobustite con il 75% degli introiti ricavati dalla vendita dei tesserini ai cercatori di funghi.
Ma se non sbaglio la Regione Emilia-Romagna con legge regionale del 17/02/2005 n. 6 sopprimeva il Parco del Gigante per lasciare spazio al nuovo Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Lo stesso Consiglio del vecchio parco, di cui fa parte l’Assessore provinciale ai Parchi, nel maggio di quest’anno si scioglieva e nominava il liquidatore nella persona del presidente Fiorini. Quindi non si capisce come alcuni dirigenti del parco soppresso possano ancora gestire gli interessi della montagna.

Responsabile di questa anomalia è la Provincia di Reggio Emilia che continua a stipulare la convenzione per la raccolta dei funghi con gli ex amministratori del Parco del Gigante e con la Comunità Montana, anche se il Parco del Gigante non esiste più. Allora: dove vanno a finire questi soldi?
Ho optato per un’interrogazione regionale al fine di fare luce sulla questione, per capire come sia stato possibile agli ex dirigenti del Parco del Gigante in liquidazione di firmare la convenzione sulla raccolta dei funghi, mentre il Commissario del nuovo Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano sembra non sia stato neppure interpellato. Non vorrei che i soldi dei ‘fungai’ reggiani servissero a pagare il liquidatore del parco che contemporaneamente è anche liquidatore di se stesso ...
Castelnovo rientra a pieno titolo in area parco e allora mi chiedo come mai la convenzione imponga agli abitanti del capoluogo montano il pagamento di 5 euro giornalieri per la raccolta dei funghi, mentre agli altri residenti del parco non viene richiesto nulla; se ci sono delle discriminazioni dovranno essere soppresse.
La Regione dovrà assolutamente intervenire sulla questione e spiegare il comportamento dell’amministrazione provinciale di Reggio Emilia; certi trucchetti che discriminano alcuni cittadini sono intollerabili specie se fatti da enti pubblici
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(Fabio Filippi, consigliere regionale di Forza Italia)