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“Piano di sviluppo rurale”: strumento capace di cambiare il sistema in cui viviamo

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“Il prossimo piano di sviluppo rurale, pur disponendo di risorse limitate è lo strumento capace di sostenere e cambiare il sistema rurale in cui viviamo. Partirà dal 2007 e arriverà al 2013: siamo chiamati già ora a discuterne per essere efficienti e premiati”.
Apre così il tradizionale e conclusivo convegno agricolo della 534° Fiera di San Michele, Emiro Endrighi, presidente del Gal “Antico Frignano e Appennino Reggiano”, che chiama a raccolta una vasta platea di imprenditori – non solo agricoli – associazioni, enti locali ed esperti regionali per capire cosa ci attende nel prossimo futuro.
“Non si parla solo di agricoltura – spiega Endrighi – perché nel prossimo piano di sviluppo rurale troveranno spazio misure e risorse destinate anche a diversi settori economici”.
Notizie buone e meno buone dal convegno. Ecco le parole dei relatori.
“La regione Emilia Romagna – ha spiegato Maria Luisa Bargossi, dirigente dell’Assessorato Agricoltura della Regione – non sarà più area Obiettivo 2. Le aspettative dei territori rurali (92% dell’Ue), allora, troveranno risposte nei piani di sviluppo rurale. Aree abitative, come quelle appenniniche che, ancora adesso sono caratterizzate da basse densità abitative (meno di 150 abitanti a kmq), occupazione femminile e redditi al di sotto della media europea, ma dove ugualmente si genera il 45% del Pil e il 53% dell’occupazione. Priorità: dire addio ai bandi – cui facevano domande tutti – e spostarsi alla distribuzione di risorse in base ai progetti. Ecco l’importanza di strumenti snelli come i Gal, che, tra l’altro, avranno più risorse rispetto alle assegnazioni ad oggi avute”.
Non crede, però, a una proliferazione di nuove agenzie di sviluppo Gal Carlo Basilio Bonizzi, dirigente dell’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia Romagna, che alla domanda quante sono nel complesso le risorse per il nostro territorio rurale, ha detto “Ancora non lo sappiamo, c’è una grande discussione in Europa. Purtroppo non aumenteranno rispetto al passato: ma probabilmente confermeremo la spesa del quinquennio passato. Nel piano regionale, che dovremo approvare nel 2006, troverà risposte e risorse la Legge 2 sulla montagna, una buona norma ma con scarse doti finanziarie. Agli agricoltori dico: lo sviluppo rurale è l’universo della spesa agricola che avremo per i prossimi 7 anni. Dobbiamo spendere bene e in maniera efficiente: pena la revoca delle assegnazioni già nei primi due anni”.
E al sindaco di Castelnovo, Gian Luca Marconi, che nel suo saluto invita a “discuterne assieme in un momento di crisi come l’attuale”, Bonizzi risponde: “Le priorità sono la competitività imprese, valorizzazione dell’ambiente, qualità della vita. A questo si affianca l’asse Leader con un capitolo di spesa suo. Se penso al mercato dico sì, ci saranno novità con nuove misure e risorse per il sostegno delle strutture agroindustriali. Dobbiamo risolvere il problema della competitività, ce lo chiede proprio la globalizzazione. Lancio una novità: vorremmo abbandonare il sistema dei bandi per trasferire le risorse alla presentazione di progetti. Alle imprese dico ‘fatevi sentire coi Gal, le Province e le Comunità Montane’. Alle aziende dico che saranno confermate le indennità agli agricoltori (ma in quanto tali e non più connesse alla zootecnia), sarà mantenuta la priorità del biologico e daremo ancora grande enfasi ai giovani”.