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Ligonchio, il caso del “capanno” del Fontanaccio approda in Provincia

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Il presidente del gruppo consiliare dell'Udc in Provincia, Tarcisio Zobbi, ha presentato una mozione sul "capanno in legno realizzato nel 1987 con fondi provinciali a Fontanaccio del Bosco delle Veline, in comune di Ligonghio, nell'ambito del programma Life finalizzato alla reintroduzione del cervo nell'alto Appennino reggiano".
"Nel 1999, concluso il programma Life, il capanno venne abbandonato alla natura che lo avrebbe gradualmente riassorbito - afferma Zobbi - mentre oggi il visitatore che giunge al Fontanaccio trova invece un gradevole chalet che sembra fatto apposta per il trekking e per qualche 'bicchierata' in alta quota".

Considerato che "tale trasformazione non può avvenire ad opera della natura, ma occorre la mano dell'uomo munita delle necessarie risorse", il consigliere provinciale dell'Udc chiede alla presidente della Provincia di sapere "se è vero che lo chalet è stato realizzato senza alcuna autorizzazione o concessione del Comune di Ligonchio o del Parco regionale del Gigante e in palese violazione di ogni norma edificatoria conosciuta o piano urbanistico di qualunque genere; la qual cosa, se vera, rappresenterebbe un vero primato di illegalità considerato che siamo nel cuore di quello che oggi è il Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano".

Inoltre Zobbi chiede di sapere "se corrisponde al vero che lo chalet è stato realizzato con fondi della Provincia prelevati da un capitolo di bilancio contenente risorse per il funzionamento della Polizia provinciale; la qual cosa, se vera, oscurerebbe il sopra citato primato di illegalità, perché non si era ancora vista la mano pubblica sostenere finanziariamente l'abusivismo".

Dopo aver chiesto conferma anche della esistenza di "due filoni di indagine aperti dalla magistratura per iniziativa di una meritevole associazione ambientalista" e aver affermato che "articoli di stampa segnalano un'incredibile e sorprendente negligenza, se non addirittura mancata collaborazione con la giustizia, da parte di strutture della Provincia", Zobbi chiede infine di sapere "se esiste un atto amministrativo della Provincia che stanzia circa trenta milioni di vecchie lire per la trasformazione del capanno in chalet; quale livello di governo della Provincia, in caso affermativo, si è assunto la responsabilità di una decisione che solo una noncurante arroganza di potere e assodata pratica di impunità possono rendere possibile; e se l'attuale Giunta o membri della medesima erano a conoscenza di questo stato di cose e, in caso affermativo, quali azioni hanno attivato a tutela dell'Ente".

Nel caso che tutte queste domande abbiano una risposta "sostanzialmente affermativa", il capogruppo dell'Udc "con l'intento di promuovere il principio di legalità che trova anche nella vicina Bologna un inatteso e determinato alfiere nel sindaco Cofferati" chiede che "il Consiglio provinciale impegni la Giunta a costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari in corso al fine di tutelare gli interessi dell'Ente e della popolazione".