Home Cronaca “Arte, verità e politica” secondo Harold Pinter

“Arte, verità e politica” secondo Harold Pinter

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Il presidente americano e il primo ministro inglese devono essere ritenuti responsabili e sottoposti a giudizio per aver intessuto davanti agli occhi del mondo “un grande arazzo di bugie”: è un attacco diretto, prima di tutto contro la ‘menzogna’, il discorso con cui il drammaturgo inglese Harold Pinter ha ringraziato l’Accademia di Stoccolma per il Nobel per la letteratura assegnatogli quest’anno e che gli verrà ufficialmente consegnato oggi, sabato 10 dicembre. Il drammaturgo inglese, che ha 75 anni, ha affidato il messaggio di ringraziamento nell’incontro che precede la consegna del premio a un video registrato nell’ospedale in cui è ricoverato perché malato di cancro.

Nella sua lezione, intitolata “Arte, verità e politica”, il drammaturgo affronta - citando se stesso, Pablo Neruda e ricostruendo come uno storico la politica estera americana dalla fine della seconda guerra mondiale alle vicende irachene – il tema e l’importanza della verità nell’arte, prima di una vigorosa critica all’assenza di verità della vita politica. “La maggior parte dei politici – dice Pinter – non è interessata alla verità ma al potere e al suo mantenimento”. I politici ritengono “essenziale che la gente resti ignorante, che viva ignorando la verità, anche la verità sulle loro stesse esistenze” aggiunge. “Come ogni persona presente in questa sala sa bene, la giustificazione per l’invasione dell’Iraq era stata quella per cui Saddam Hussein possedeva un pericolosissimo arsenale di armi di distruzione di massa, alcune delle quali sarebbero potute essere sparate in 45 minuti, portando devastazioni terrificanti nel mondo. C’era stato assicurato che questo era vero. Non lo era. Ci avevano detto che l’Iraq aveva una relazione con Al Qaeda e che aveva giocato un ruolo nelle atrocità avvenute a New York nel settembre 2001. Ci avevano assicurato che era vero. Non lo era. Ci avevano detto che l’Iraq minacciava la sicurezza dell’intero mondo. Ci avevano assicurato che era vero. Non lo era. La verità è qualcosa di completamente diverso. La verità ha a che fare con le modalità con cui gli Stati Uniti hanno inteso il loro ruolo nel mondo e come hanno scelto di recitarlo” ha detto Pinter, prima di un attento esame della politica estera americana degli ultimi 50 anni.

L'analisi si conclude con l’affermazione che i governi degli Stati Uniti “hanno appoggiato e sostenuto, e in alcuni casi generato, ogni dittatura di destra comparsa nel mondo”. Definendo “l'invasione dell'Iraq un atto di banditismo, di puro terrorismo internazionale che dimostra un disprezzo assoluto per il concetto stesso di legge internazionale”, Pinter chiede ai due esponenti mondiali: “Quante persone dovrete uccidere prima di essere considerati gli autori di un massacro o criminali di guerra?”. Secondo il premio Nobel per la letteratura 2005 i due dovrebbero “essere giudicati dalla Corte penale internazionale”, anche se il presidente Usa è stato “furbo, non ratificandola”.

(tratto da: www.misna.org)