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Sondaggio / La legittima difesa

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Nei giorni scorsi il Parlamento italiano ha approvato, ormai in scadenza di legislatura, un discusso provvedimento. Ci riferiamo (ma non è l'unico) a quello sulla legittima difesa.
Abbiamo pensato di promuovere una piccola indagine conoscitiva tra i lettori del nostro Appennino.
Se volete, questo spazio è a vostra disposizione. Saremo lieti di pubblicare i vostri pareri al riguardo.
Di seguito qualche nota per inquadrare meglio di che si tratta.

* * *

D'ora in avanti se il ladro entra in casa si potrà sparargli senza correre il rischio di finire in carcere, neanche se si uccide il malvivente. E nemmeno se quella reazione è «sproporzionata» alla minaccia effettiva. La Camera ha infatti approvato la legge sulla legittima difesa, che prevede la possibilità per i cittadini di usare le armi in casa per difendere se stessi o i propri beni. Il provvedimento fortemente sostenuto dalla Lega è passato con 244 voti a favore e 175 no.

DIRITTO DI DIFESA - La riforma varata dal Parlamento autorizza l'uso di armi per difendere la vita e i beni. Nell'ipotesi di violazione di domicilio, in altri termini, non sarà più punibile (in quanto il rapporto di proporzione tra difesa e offesa è ora presunto ex lege) chi spara contro il malvivente o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità. E non sarà più punibile nemmeno se gli spara per difendere i (propri o altrui) beni, a due condizioni però: che vi sia pericolo d'aggressione e che non vi sia desistenza da parte dell'intruso. Ossia che di fronte all'intimazione del proprietario di casa, ad esempio, invece di scappare reagisca minaccioso. Le nuove norme sulla legittima difesa valgono non solo all'interno delle abitazioni private, ma anche nei negozi e in ogni luogo dove sia svolta attività commerciale e imprenditoriale.

COME E DOVE - In dettaglio la nuova normativa prevede che chi, trovandosi in casa propria o sul luogo di lavoro, si sente aggredito o minacciato, o crede minacciati e aggrediti i beni che gli appartengono, può reagire come crede, utilizzando le armi «legittimamente detenute» ed anche uccidendo, perchè la sua reazione sarà sempre considerata «proporzionata». Due le novità principali:
In casa reazione comunque proporzionata: la legge che il rapporto di proporzione esista sempre se qualcuno che si trova in casa propria o nel posto dove lavora «usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo» per difendere non solo la «propria o altrui incolumità», ma anche i beni «propri o altrui». E questo quando «non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione».
Cancellato l'eccesso di difesa: secondo la nuova legge non esiste più l'eccessao di difesa per il quale fino ad ora si poteva venire condannati.
Altri luoghi: la difesa nei termini di legge può essere esercitata anche in ogni altro luogo «ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriali».

(tratto da www.corriere.it).

2 COMMENTS

  1. Bene… o no?
    Di certo, se prima difendersi era più rischioso che essere aggrediti, abbiamo fatto un passo avanti, ma sul versante dell’approfittarsi di questa legittimazione i rischi sono innumerevoli: quanti invocheranno la legittima difesa per coprire veri omici premeditati, e quanti spareranno al ragazzino che stava facendo solo una marachella?
    Questo è il mio parere ignorante, ora voce agli esperti.

    (Agostino Giovannini)

  2. Legittima o illegittima difesa?
    Impugnare un’arma per difendersi richiede preparazione e sangue freddo: non per nioente esiste il servizio militare per chi le armi le deve usare! Comunque, da cattolica, condivido le perplessità bene espresse nel seguente articolo di Adista.

    @C@GLEGITTIMA O ILLEGITTIMA DIFESA? OPINIONI CATTOLICHE A CONFRONTO#G

    A seguito delle polemiche scatenate dall’approvazione della norma sulla cosiddetta “legittima difesa”, Adista ha raccolto una serie di pareri.
    Secondo don Tonio Dell’Olio, già segretario di Pax Christi e ora responsabile internazionale di Libera, “sul piano legislativo si introduce un vulnus, una schizofrenia terribile, in quanto per la prima volta si riconosce all’individuo un’autorità che non si riconosce nemmeno allo Stato collettivamente preso: la pena di morte. Al cittadino singolarmente inteso è assegnato questo potere, evitando la noia delle lungaggini processuali, delle indagini sulle prove, sulle motivazioni, ecc. Sul piano etico lo stravolgimento consiste nel fatto che le “cose”, i beni da difendere, diventano più importanti della persona umana. Questo è un segnale davvero molto pericoloso, ma, del resto, è anche la registrazione di una tendenza già consacrata nei fatti a livello internazionale: il principio secondo cui i beni ed il mercato contano più delle persone. Infine, sul piano culturale, si è spinti a fare a meno dello Stato. Gli individui sono in un certo senso chiamati ad avocare a sé quelle funzioni che uno Stato “dimissionario” – secondo un’espressione di Erri De Luca – non riesce più a garantire”.
    Per don Gianni Baget Bozzo, consigliere privilegiato di Berlusconi, è necessario “fare una premessa”. “Qui abbiamo di fronte”, afferma il prete genovese, “una malavita albanese, balcanica, che non va per il sottile. Negli ultimi anni è proprio cambiata la criminalità. Bisogna tenere conto che un poveretto si trova nella condizione di non sapere quello che accadrà. Non abbiamo a che fare con il solito ladro italiano che ruba e sparisce, qui ci sono ladri che minacciano e percuotono. Per queste persone – albanesi, rumeni, ecc. – la vita vale meno che per noi italiani e la legislazione deve adattarsi a questa mutata situazione di ‘composizione culturale’ della criminalità. Noi eravamo abituati ad aggressori che rispettavano la vita, ma questi aggressori non la rispettano più. La differenza tra difesa della vita e difesa dei beni diventa quindi molto confusa nelle aggressioni attuali, perché non si può mai sapere oggi dove si fermerà l’aggressore”.
    Di tutt’altro avviso il teologo Giannino Piana: “Questa legge mi sembra il tentativo di introdurre una sorta di vendetta privata all’interno di un Paese in cui la regolamentazione di certi processi dovrebbe avvenire a livello pubblico, non a livello privato. È una cosa di una gravità enorme che trasforma il nostro Paese in un far-west in cui ognuno si fa giustizia da sé”. Per quanto riguarda le dichiarazioni del card. Martino, Piana le definisce “aberranti”.
    Mons. Antonio Finardi, parroco del Duomo di Verona, afferma che “bisogna inserire il problema in una visione larga della vita. Il primo e fondamentale atteggiamento è quello del rispetto della vita e della sua priorità rispetto alle cose. Naturalmente però essendo veronese e vivendo vicino a quanto è successo il giorno dopo l’approvazione della legge, mi rendo conto che, in quei momenti, certe cose si devono giustificare. Per cui, fatto salvo il valore della vita, penso che sia anche giusto che uno possa usare un mezzo per difendersi”.
    Pone invece l’accento sui “motivi elettorali” alla base dell’approvazione della legge don Beppe Scapino, parroco a Ivrea: questa norma “cerca di blandire un certo basso istinto che indubbiamente c’è nell’opinione pubblica, e per questo è stata approvata così in fretta, proprio a ridosso delle prossime elezioni. Già questo è un dato negativo. In secondo luogo un provvedimento del genere accentua una mentalità diffusa per cui la ‘proprietà’, le cose, sono più importanti delle persone”. “Capisco che chiunque”, aggiunge, “trovandosi in certe situazioni possa anche perdere la testa. La legge deve tenere conto di una situazione in cui uno si vede in pericolo. Però un conto è prevedere delle attenuanti e giudicare con buon senso una situazione, un conto è incentivare questo senso di paura. Questa legge alimenta l’insicurezza e accresce in tal modo il rischio di tragedie: anche il ladro, infatti, consapevole della maggiore resistenza che potrà incontrare, sarà incentivato ad agire con maggiore violenza”.
    Infine Giancarla Codrignani, in un articolo apparso sul sito di Mosaico di Pace, scrive: “Si suppone che il cardinal Ruini, che ha di recente invitato a non votare candidati favorevoli all’aborto o ai Pacs, stia scrivendo l’estensione a non votare chi sostiene il legittimo omicidio per salvare il portafoglio. Come cristiani dovremmo sentire offesi, mercificati e violentati proprio i valori della vita”.#C

    (Normanna Albertini)