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Tabacco e Vita: disprezzo reciproco

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L’esperienza relativa ai danni provocati dal fumo di tabacco è oramai ingombrante.
Il fumo è responsabile del 90% delle morti per tumore polmonare e per il 25% delle morti per malattie cardiovascolari. Il fumatore ha una probabilità di morte del 70% più elevata del non fumatore. Ciò dimostra come il tabacco sia, oggi, tra le principali cause dell’aumento della mortalità generale. (La tossicità del fumo di tabacco è da ricercarsi in un complesso di 5000 sostanze che si sviluppano con la combustione, tra le quali l' ossido di carbonio, la nicotina ed il catrame.)
Di fatto oggi il fumo del tabacco costituisce una "delle principali cause evitabili di morbilità e mortalità" (De Onis e Villar, 1991).
In taluni paesi, la mortalità tabacco-correlata nel sesso femminile, ha superato di gran lunga la mortalità per tumore al seno. La donna che fuma, si espone a un maggior rischio di infezioni rispetto all’uomo, compromettendo la salute degli organi genitali, mettendo a rischio anche la fecondità ed il corretto sviluppo del feto in gravidanza; talvolta la menopausa sopraggiunge con 2-3 anni di anticipo con aumento del rischio di osteoporosi. A spaventare è anche l’esistenza di un diretto rapporto tra fumo e parti prematuri, aborti spontanei, un aumento del rischio di mortalità perinatale e di neonati nati sottopeso. All’attuale si registra un forte aumento delle mortalità tabacco-correlate nella popolazione femminile.

Il tumore del polmone è il più diffuso tumore maligno oggi esistente in America e in Europa e la sua associazione con il tabacco è ormai pienamente dimostrata.

Inoltre, nella continua lotta alla “volontaria intossicazione” da tabacco emergono sempre più gravi atti di disinformazione perpetrati ai danni dei fumatori dalle aziende produttrici di tabacco, come viene riportato nell’articolo di David Frati, tratto da http://it.health.yahoo.net:

L’ultimo caso riguarda la deliberata produzione di sigarette contenenti quantità di nicotina che risultassero inferiori ai protocolli standard di controllo ma fossero in grado di causare una dipendenza più forte nei fumatori. A svelare l’inganno uno studio pubblicato dalla rivista Lancet.
I ricercatori guidati da David Hammond dell’University of Waterloo di Ontario hanno preso in esame ricerche commissionate in passato dalle aziende Imperial Tobacco Limited (ITL) e British American Tobacco (BAT) che hanno dimostrato che i fumatori tipicamente cercano di assumere una determinata quantità media di nicotina e a fronte di sigarette a basso contenuto di nicotina modificano le loro modalità di consumo, fumando più intensamente, raggiungendo volumi di fumo inalato quasi doppi rispetto alla ‘macchina da fumo’ della International Standard Organization (ISO), che viene utilizzata per testare i prodotti delle aziende produttrici di tabacco. I documenti segreti esaminati dai ricercatori canadesi descrivono alla perfezione la strategia seguita della BAT per massimizzare la discrepanza tra i bassi livelli di nicotina registrati dalla ISO (stampati in bella evidenza sui pacchetti di sigarette e utilizzati nelle campagne pubblicitarie) e i livelli di nicotina e catrame effettivamente inalati dai fumatori. I documenti hanno dimostrato anche che la BAT ha commercializzato i suoi prodotti a dispetto dei rischi per la salute dei consumatori e delle preoccupazioni etiche sollevate dagli scienziati interpellati.
Negli ultimi 30 anni, centinaia di milioni di consumatori sono stati indotti a credere che fumare sigarette a basso contenuto di nicotina fosse meno pericoloso per la salute. Lo 'sport' di eludere i test ISO è stato portato avanti dalle industrie per mantenere i propri clienti in uno stato di dipendenza fisica e per indurre i giovani a fumare tabacco prima possibile. Spiega Hammond: “Questi documenti smascherano una deliberata strategia di disinformazione operata da BAT e ITL per ingannare i consumatori e gli organismi di controllo e far passare il messaggio di una (falsa) minore pericolosità dei prodotti. Questa strategia continua ancora oggi. I protocolli standard di controllo ISO vanno messi da parte e sostituiti al più presto con nuovi metodi che facciano gli interessi dei consumatori e della salute pubblica, e non quelli delle aziende produttrici di tabacco”.
In uno degli studi commissionati (Campbell-Johnson Ltd. A public relations strategy for the Tobacco Advisory Council, 1978) è addirittura contenuta un’affermazione delirante che suona più o meno: “(...) con l’allungamento della durata della vita media abbiamo bisogno di qualcosa per cui la gente muoia: nei suoi aspetti positivi e controllati, il cancro è un ingrediente essenziale della vita, senza il quale le cellule del corpo umano non sarebbero in grado di rinnovarsi”. Lasciamo alla fantasia di ognuno l’elaborazione delle maledizioni più fantasiose dirette all’estensore del suddetto articolo.

Fantasie a parte, ma dati e realtà alla mano, è oramai impossibile non comprendere come la sigaretta (droga legale) sia tanto pericolosa quanto assassina; così invito ognuno alla riflessione “seria” sul significato del fumare, in un’era dove morire non significa solamente andarsene a miglior vita ma soprattutto lasciare sole altre persone che, come i figli, di noi hanno un bisogno “VITALE”.