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Da Castelnovo ne’ Monti… pellegrini in Terra Santa

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Il racconto di chi ha preso parte al pellegrinaggio di metà febbraio, guidato da Mons. Gazzotti. "Una terra piena di contraddizioni, un muro che divide... ma dove si può ritrovare lo sviluppo dei valori umani"

Martedì 14 febbraio, con don Evangelista Margini, partiamo dalla Pieve di Castelnovo ne’ Monti. Arriviamo a Reggio dove si uniscono a noi altre persone insieme a mons. Gianfranco Gazzotti, guida consolidata dai tanti pellegrinaggi. A Milano completano il gruppo alcune persone provenienti da altre città italiane. Nella cappella dell’aeroporto della Malpensa c’è un momento comune di preghiera che accompagnerà il nostro pellegrinaggio.
Arrivati in Israele, alloggiamo i primi tre giorni a Nazareth di Galilea, mentre i restanti quattro a Gerusalemme.
In questa terra piena di contraddizioni, visitando i luoghi Santi custoditi dalle varie religioni, abbiamo condiviso momenti forti di emozioni, stupori, preoccupazioni...
Essere pellegrini nei luoghi biblici e di interesse storico, accompagnati sempre dall’ascolto della Parola, ci ha fatto cogliere le nostre radici e l’esperienza dei Padri nel cammino di evangelizzazione nella storia della nostra Chiesa.
E’ stato un itinerario con un percorso che ci ha portato ad una conoscenza non superficiale del senso di ciò che si può incontrare nei luoghi dove è fortemente presente lo sviluppo dei valori umani.
Di questo ne è testimone l’incontro che abbiamo avuto con le diverse comunità cristiane e le loro strutture che, al servizio dei più poveri, vivono ogni giorno il Vangelo.
A Nazareth abbiamo visitato l’ospedale Sacra Famiglia tenuto dai Fatebenefratelli. Un parroco e due suore ci parlano del loro lavoro quotidiano: un vissuto fatto di un insieme di diversi popoli con culture, religioni, abitudini diverse e comunque da condividere.
Abbiamo visitato l’Opera “Don Guanella”, dove un sacerdote ci ha illustrato e fatto visitare questa attrezzatissima struttura per il recupero di ragazzi handicappati.
A Betlemme è stata toccante la visita all’orfanotrofio per bimbi 0-6 anni dove abbiamo incontrato Sr. Sophie, persona straordinaria che, con la luce dei suoi occhi, ci ha fatto intravedere l’incontro con Gesù attraverso i piccoli da lei accolti.
A Gerusalemme, negli incontri con il Patriarca mons. Michel Sabbah, e con il parroco di Gerusalemme p. Ibraim Faltas, rappresentante della Custodia Francescana presso lo Stato d’Isralele e l’Autorità Palestinese, è stato evidenziato soprattutto il discorso della situazione dei cristiani in Terra Santa e sulle difficoltà sociali ed economiche provocate dal lungo conflitto.

– Testimoniare Gesù nella propria terra, è una vocazione difficile. Noi cristiani – dice il patriarca – siamo una piccola comunità a Gerusalemme come lo era Gesù, 2000 anni fa. Era un segno di contraddizione: per questo non fu compreso, ma rifiutato e messo in croce. Questa però è la nostra vocazione: testimoniare la venuta di Gesù per salvare il mondo e sostenerla qui fra le due società palestinese-musulmana e israeliana.

P. Ibraim sottolinea le conseguenze che possono portare il continuo emigrare dei cristiani palestinesi dopo l’entifada e la chiusura dei pellegrinaggi: i pellegrini in Terra Santa potrebbero non trovare più né cristiani, né Chiesa locale.
Da sempre, inoltre, i cristiani sono il sale in questa Terra agendo da intermediari tra musulmani ed ebrei. Entrambi hanno sottolineato la mancanza di libertà cui il muro ha dato un colpo mortale per quanto riguarda i problemi economici e sociali fino a stravolgerne la vita quotidiana e a dividerne le stesse famiglie. Il muro che separa la città di Gerusalemme da quella di Betlemme, separa anche quartieri, strade, famiglie. Queste ultime non possono riunirsi perché perderebbero il lavoro e i propri documenti personali.
Oltre il muro noi abbiamo ripetutamente colto da parte di tutte queste persone una parola che le accomuna: speranza. Ci è stato chiesto di pregare per questo, per potere mantenere accesa questa luce che riporterà la libertà e la pace tra questi popoli.
Il 21 febbraio, con nostalgia, lasciamo questa Santa Terra che ci ha donato tante emozioni.
Siamo stati accompagnati in questo importante momento di cammino con Cristo da preziose guide consapevoli del diverso sostegno che dovevano supportare per farci vivere questo momento di grazia e di Chiesa.
Per questo li ringraziamo di cuore.