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Rosa Ruffini e l’integrazione

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Vivendo tra i cittadini comuni, la maggioranza dei cittadini, la vita di tutti i giorni, con i piedi per terra, ahimè, concretamente quindi, affrontando quotidianamente le problematiche del lavoro (è già una fortuna averlo!), pochi soldi per arrivare alla fine del mese, rinunce, debiti, poche soddisfazioni, meritocrazia inesistente, poca serenità, dovendo poi affrontare gli episodi che legano la tua esistenza alla sicurezza, alla condivisione di una realtà giustamente multiculturale e multietnica.... finisci per accettare e anche tu pronunciare bonariamente frasi, forse un po' banali, della serie: "E' la guerra fra i poveri!" oppure: "Prendiamo a riferimento politici che almeno siano buoni d'animo, non arroganti e per quanto possibile leali".

Frasi forse un po' banali, ma colme di tanta speranza, più che di rassegnazione. Mi piacerebbe parlare di sentimenti e mi piacerebbe farlo tranquillamente. Mi piacerebbe parlare del grande cuore degli abitanti della provincia di Reggio, preoccupati, commossi e pronti ad aiutare con vivande e calore i cittadini extracomunitari in fila per la dignità del lavoro. Da noi accoglienza vera, desiderio di aiutare chi ha bisogno, volontà di integrarsi con cittadini provenienti da altre realtà, che sono un arricchimento interiore; non solo, nuovi cittadini di cui abbiamo bisogno per la nostra realtà economica, risorse indispensabili.

La provincia di Reggio, con i servizi preposti e con il volontariato è sempre presente, in tutti i settori; si pensi alla particolare professionalità e sensibilità degli operatori nelle scuole, con bambini e ragazzi che parlano tante lingue diverse fra loro, magari con pochi mezzi a disposizione, dovendo anche rapportarsi non da meno con i ragazzi italiani, che a volte sono costretti a frenare la loro crescita scolastica.
Reggio sale sul podio dell'integrazione, secondo il CNEL. Reggio Emilia è infatti preceduta solo da Treviso e Pordenone. L'Emilia-Romagna è promossa a pieni voti dalla Caritas, per come sa affrontare i temi legati all'immigrazione.

C'è anche orgoglio in quello che si fa, per come lo si fa, per la professionalità e l'altruismo che ci caratterizza. Si può e si deve, tuttavia, fare ancora di più. Non mi fermo qui.
Vorrei parlare anche dei sentimenti di amarezza che proviamo quando, nel nostro condominio, alcuni maleducati buttano bottiglie di plastica vuote o carta dal balcone direttamente in cortile, o quando spaccano le bottiglie di birra di fianco alle panchine nell'area cortiliva o quando sgozzano l'agnello nelle cantine comuni. Capita a molti, ma non amplifichiamo i fatti. Non sono problemi insormontabili, va solo insegnata la buona educazione, che manca anche a tanti di noi.

Apprezzo tantissimo l'idea del sindaco Graziano Delrio di istituire figure che aiutino, nei condomini, il rispetto delle regole di buon vicinato. Non ho apprezzato, invece, anche se si è svolta civilmente, la manifestazione islamica a Reggio, perché l'ho ritenuta inopportuna, oltreché tardiva, proprio perché in primo luogo una città come Reggio non la meritava ed in secondo luogo, perché temevo avrebbe alimentato nuovi focolai di malessere e di intolleranza, oltre al rischio di diventare poi facile veicolo di strumentalizzazione da parte di altri soggetti politici e sociali.

I fatti mi danno ragione; la Lega ne ha fatto la propria bandiera razzista, i centri sociali la loro occasione per fare casino. Speriamo che il 2 aprile passi indenne da incidenti incresciosi. I soggetti giuridici che manifestano devono essere rispettosi dei principi fondamentali del nostro assetto costituzionale ed ancora la laicità del nostro stato è un valore aggiunto da tutelare perché garanzia vera per il rispetto di tutti i culti.
Chi agisce fuori da questo ambito, chi agisce nell'illegalità, merita di essere perseguito, che sia italiano o che non lo sia. Mano ferma, perciò, verso chi delinque, magari trincerandosi dietro povertà, per quanto vere, o persecuzioni religiose.
Allora diritti e doveri per tutti indistintamente e attenzione e sensibilità verso tutti, perché laddove non esiste armonia non può esserci integrazione. Non rischiamo di fare razzismo al contrario. Vorremmo ancora, se possibile, vivere momenti di serenità all'aria aperta e fare qualche volo pindarico, noi che abbiamo così fortemente i piedi saldati a terra.

(Rosa Ruffini, Coordinamento Provinciale Margherita, Reggio Emilia)